D’Amico-UMTools, Luca Raggio e una stagione complicata: “Difficile trovare una buona condizione”

Il 2020 è stata una stagione difficile per tutti, in particolar modo per le formazioni Continental che hanno dovuto districarsi tra corse annullate, inviti last minute, un calendario incertissimo che non ha permesso un’adeguata programmazione. Senza dimenticarci di burocrazia, costi e organizzazione dovuta al Covid-19 con oneri importanti per squadre con un budget limitato. Questa incertezza si è riflessa sui corridori, in modo particolare per chi cercava un rilancio dopo un 2019 avaro di soddisfazioni, come Luca Raggio, leader della D’Amico – UM Tools. Abbiamo contattato il corridore ligure che ci ha riassunto la sua stagione.

Luca, come hai vissuto il lockdown?
Sicuramente non è stato un periodo semplice, anche perché è arrivato in un momento in cui stavo abbastanza bene e un po’ mi è dispiaciuto: a inizio marzo stavo entrando in forma ed erano programmate alcune corse abbastanza adatte alle mie caratteristiche, specialmente il Giro di Sicilia che sarebbe stata una gran vetrina per la mia squadra e per me. Ero molto fiducioso e al momento quindi è stata una bella mazzata. Per i primi giorni siamo comunque riusciti a uscire su strada ad allenarci, poi la Federazione ha fermato le uscite ed è stato pesante. Ho cercato di gestirmi abbastanza bene e, oltre ad eseguire il lavoro sui rulli pianificato con la squadra, ho cercato di tenermi in forma con esercizi fisici. La squadra è stata molto vicina: ci tenevamo in contatto e abbiamo lavorato tutti insieme con i rulli in modo da creare un po’ il gruppo visto che non era da molto che correvamo insieme.

Come ti immaginavi la ripartenza e come hai vissuto questa stagione breve ma intensa?
Ero molto fiducioso alla ripartenza perché quando sono tornato su strada le sensazioni erano davvero buone. A maggio e giugno ho lavorato tanto e la condizione è salita, poi a luglio sono andato in altura a Cervinia per due settimane, dove ho affrontato un bel carico di lavoro e pensavo di partire forte. Forse quello che è mancato un po’ è stato un ritiro di squadra e fare un po’ di ritmo, che è quello che ci ha penalizzato nelle prime corse con avversari di altissimo livello. Poi, a cimentarmi in corse di un giorno piuttosto che in quelle a tappe che prediligo, è stato difficile trovare una buona condizione. In allenamento andavo davvero bene e, forse anche psicologicamente, vedere che dopo tanto lavoro non riuscivo a esprimermi al meglio non è stato facile. Le prime corse sono state toste, ma non mi sono mai lasciato andare, ci ho messo tutta la grinta, ma anche riuscire ad effettuare i tamponi è risultato problematico e stressante con lunghi trasferimenti per trovare cliniche che li effettuassero e ci dessero celermente i risultati prima delle corse come richiesto dalla UCI. Alla fine è stata una stagione strana, difficile fisicamente e psicologicamente, anche se abbiamo partecipato a corse di un discreto livello. Ma comunque speravo di ottenere qualcosa di più. Non posso essere soddisfatto della stagione, anche perché per me si trattava di un anno dove volevo riscattarmi e speravo di fare risultati per rilanciarmi.

Le tue aspettative per il 2021?
Ora non sarà molto semplice e spero davvero di continuare, sperando di avere una bella opportunità. In ogni caso il 2021 sarà un anno decisivo per la mia carriera, voglio rilanciarmi e dare il meglio. Sono consapevole che devo ancora migliorare e maturare sotto alcuni aspetti e sono sicuro che riuscirò a esprimere a pieno il mio potenziale. In ogni caso, se non dovesse concretizzarsi nulla voglio restare in questo mondo che è la mia vita, ci sono tanti ruoli in cui sono sicuro di poter essere utile. Per esempio, mi piacerebbe aiutare le squadre giovanili per far crescere i ragazzi, ma spero che la mia carriera continui e potrò dedicarmi a questo tra qualche anno.

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