Androni-Sidermec, Benfatto: “Devi capire la tua strada, prendo esempio da Max Richeze”

Marco Benfatto sembra aver trovato la sua dimensione alla Androni – Sidermec. Cresciuto nelle giovanili della Astana, il corridore di Camposampiero è passato professionista nel 2015 con la formazione di Gianni Savio, portando a 15 successi il suo bottino tra i professionisti. Tutti sono arrivati in Cina, con altre vittorie sparse in corse .2 in Venezuela e Romania, unici trionfi in Europa. Un gruzzolo comunque da rispettare che anche quest’anno gli è valso il rinnovo da parte della formazione Professional italiana, che per lui ormai è come una famiglia, avendo trovato “un rapporto che va oltre il lavoro”.

Corridore veloce, oltre ai successi personali ha capito come mettersi al servizio della squadra, proponendosi come uomo per il treno dei capitani. Una dimensione diversa, ma altrettanto importante, sulla scia di tanti corridori che hanno preso questa direzione nella propria carriera dopo aver visto che ai propri successi degli inizi non potevano far seguire risultati ancor più importanti in prima persona.

“In quattro anni all’Androni, ho portato 16 vittorie – spiega – Però ad un certo punto, devi capire qual è la tua strada. È logico che quando uno è più forte di te, metti a disposizione le tue potenzialità per un obiettivo comune. A me piace fare l’ultimo uomo. Quest’anno, anche se non abbiamo corso tanto insieme, mi sono divertito a farlo per Manuel Belletti. Poi quando mi capita l’occasione, la colgo al volo (come al Tour of Hainan, ultima corsa dell’anno, ndr). Prendo esempio da Max Richeze. Ogni anno, porta alla sua squadra qualche vittoria. È un modello”.

In attesa del primo ritiro a Benidorm, in Spagna (dal 10 al 20 dicembre), il 30enne veneto si gode ancora un po’ di relax preparandosi con “attività alternative per mantenere il fisico attivo”. Mentre per la prossima stagione in cui sogna chiaramente il Giro d’Italia, che sarebbe il suo primo grande giro della carriera, comincia anche a pensare al dopo. “Quando finirò con il ciclismo, voglio rimanere nell’ambiente sportivo – aggiunge – Perciò ho deciso di iscrivermi all’Università di Padova in scienze motorie. Non c’è obbligo di frequenza, dunque quando sarò all’estero con la squadra ed avrò del tempo libero, al posto di guardare Netflix, mi concentrerò sullo studio. Sarà una base di partenza per mettere a disposizione l’esperienza acquista con la bici”.

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