Mario Cipollini, l’ex suocera accusa: “Persona aggressiva, inseguiva mia figlia armato di revolver e la picchiava”

Continua un anno travagliato per Mario Cipollini. Ma questa volta l’ex campione di ciclismo, che ha sofferto problemi cardiaci, finisce sulla cronaca per delle accuse pesanti sulle sue azioni passate, ai tempi del suo matrimonio con Sabrina Landucci. L’ex suocera del ciclista, Giovanna Di Simo, ha infatti accusato l’ex atleta di aver tenuto comportamenti violenti per tutta la durata del rapporto con la figlia, con la quale si è separato. La testimonianza della donna, 79enne, parla di maltrattamenti in famiglia, stalking e minacce anche nei confronti di Silvio Giusti, ex calciatore professionista ora compagno di Sabrina.

Durante il processo, la testimonianza di Giovanna assume toni importanti, come riportato da Il Tirreno: “Mario è una persona aggressiva, che teneva sotto il cuscino la pistola e in camera da letto il fucile. L’ho visto con i miei occhi afferrare per il collo Sabrina in fondo alle scale della mia casa al primo piano o al culmine di un litigio rincorrerla in giardino, lui con il tutore ad un ginocchio dopo la caduta dagli sci, armato di revolver”.

Il flusso di ricordi della donna prosegue con qualche rimpianto: “Non mi perdonerò mai di non aver denunciato l’ex marito di mia figlia quando, già prima della separazione, ha usato violenza a Sabrina e minacciato la nostra famiglia. Persino le mie nipoti erano impaurite del padre tanto da non contraddirlo mai. Mia figlia non ha voluto fargli del male: non voleva compromettere la sua carriera e ha subito vessazioni e angherie. Quando lei, dopo l’ennesimo tradimento, tornava a casa con noi genitori e portava dietro le figlie, lui la inondava di messaggi e telefonate a qualsiasi ora del giorno e della notte. Una volta le disse che se non tornava a casa avrebbe ammazzato lei, noi genitori e avrebbe spellato suo fratello come un coniglio”.

I dettagli riportati da Giovanna sono a tratti agghiaccianti: “A me non è mai piaciuto e non volevo che Sabrina lo sposasse. Ma lei è cocciuta ed era innamorata. Ha sempre cercato di nascondermi le difficoltà nei loro rapporti. Io ne sono venuta a conoscenza dopo la nascita della prima figlia. Mio genero era un libertino impenitente tanto che una volta, dopo un matrimonio fittizio in nave, si voleva portare a casa la sposa. E quando mia figlia gli chiedeva conto delle sue avventure lui andava fuori di testa e la picchiava. Sabrina, a quel punto, tornava da me o andava dalla mia ex cognata, ma alla fine ritornava con lui. Il metodo usato Re Leone? Telefonate con urli che si udivano anche senza viva voce sia diurne che notturne o sms inviati cento volte al giorno. Possessivo e geloso”.

Una gelosia che spesso sfociava in violenza: “Prima piangeva e chiedeva perdono pregandola di tornare a casa e poi iniziava a insultarla e a minacciare lei e tutti i suoi familiari dicendosi pronto a fare una strage. Una volta la domestica Patrizia Ventura mi telefonò agitata dicendomi di correre a casa di Cipollini perché temeva che uccidesse Sabrina. Mi precipitai là e notai sul suo collo dei segni rossi come se l’allora marito l’avesse afferrata per la gola. Piangeva e mi disse che l’aveva anche trascinata per i capelli. La invitai ad andare al pronto soccorso, ma lei aveva paura sia per noi familiari sia per non voler rovinare la carriera sportiva del campione del pedale. Solo nel 2012, approfittando di un mio intervento chirurgico, trovò la forza di uscire dalla villa di Monte S. Quirico. Per un certo periodo Sabrina rimase con noi assieme alle figlie per poi andare a vivere in affitto a Saltocchio”.

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