Doping, la WADA apre un’inchiesta sull’agenzia britannica anti-doping per aver permesso alla federazione di gestire i test

L’UKAD è ufficialmente sotto investigazione. La decisione è stata presa dalla WADA dopo aver scoperto che l’agenzia anti-doping britannica aveva consentito alla federazione britannica di svolgere per conto suo le indagini anti-doping alla vigilia delle Olimpiadi di Londra del 2012. La decisione era stata presa, spiega il Mail on Sunday, dopo che un corridore di alto livello il cui nome è ignoto era risultato positivo al nandrolone alla fine del 2010. All’epoca questa decisione non era stata resa pubblica e la stessa UKAD ammette di non avere i dati sui test successivi al via libera di uno dei suoi dirigenti alla federazione.

 

La Wada ha dunque deciso di aprire un’indagine formale nei confronti dell’UKAD per due motivi: il primo è che i test anti-doping non possono essere svolti da un organo governativo dello sport, ma solo dall’UKAD, e il secondo è che questi test sono stati svolti in un laboratorio non WADA e l’UKAD non ne ha mai avuto i risultati. A proposito del comportamento dei principali responsabili dell’epoca, vale a dire Dave Brailsford (attuale team manager del team Ineos Grenadiers e all’epoca dei fatti direttore della performance per la federazione), il capo medico Steve Peters, il dottor Richard Freeman, già condannato per aver ordinato testosterone sapendo che sarebbe stato somministrato a un corridore e il capo tecnico Shane Sutton, che secondo Freeman  era invece il destinatario del testosterone, la federazione britannica è stata interrogata dal Mail on Sunday, ma ha risposto che nessuno dei coinvolti lavora più per la federazione e che questo rende difficile trovare le informazione giuste, soprattutto perché si parla ormai di dieci anni fa.

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