Pagelle Liegi-Bastogne-Liegi 2018, ancora Quick-Step sugli scudi – Italia agrodolce

Bob Jungels (Quick-Step Floors), 10: Azione perfetta del campione lussemburghese che parte in avanscoperta per favorire la squadra, dando tutto sin dalle prime pedalate dopo che ad aprire le danze era stato un generoso Philippe Gilbert (6,5), che conscio dei suoi limiti ha saputo comunque rendersi utile. Sfruttando le sue doti a cronometro si gestisce alla perfezione per andare a conquistare il più importante successo di una carriera sempre più in rampa di lancio dopo i grandi progressi mostrati nelle ultime stagioni nei grandi giri.

Mike Woods (EF-Drapac), 9: Continua l’esplosione di un talento arrivato tardi nel ciclismo che conta, riuscendo comunque sin da subito a farsi notare ogni volta che la strada sale. Corridore eplosivo e dinamico, gli manca ancora la mentalità necessaria per fare il grande salto, ma a forza di giocarsela con i migliori sta arrivando…

Romain Bardet (Ag2r La Mondiale), 8,5: Ennesima dimostrazione di coraggio e determinazione del francese, che quando la strada sale cerca sempre di esserci. Alla Doyenne centra il suo primo podio dopo essere già tre volte entrato nei dieci in precedenza, dimostrando anche una maturità e una migliore conoscenza di sé stesso che lo portano a giocarsi meglio le sue carte, come piace a lui.

Julian Alaphilippe (Quick-Step Floors), 8,5: Difficile dire se era il più forte, ma di sicuro ha dato dimostrazione di facilità in quasi ogni suo movimento. Perfetto nel continuamente rintuzzare i tentativi degli avversari, si perde lo scatto del connazionale che gli toglie il secondo posto, ma nella sua azione da stopper dimostra anche tanta generosità, nel pieno spirito di una squadra che sa vincere davvero come tale.

Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida), 8: Reduce da un ottimo Tour of the Alps arriva in Belgio con la consapevolezza di una grande gamba. La sfrutta al meglio, correndo con generosità, senza risparmiarsi, confermando che quando la strada sale e la corsa è dura, lui c’è. Ottima tattica in due con Enrico Gasparotto (7,5), che a sua volta corre benissimo di rimessa, per un doppio piazzamento che lascia qualche rimpianto, anche se chiedergli di più era difficile.

Davide Formolo (Bora-hansgrohe), 8: Ottima prova del giovane veronese che corre da protagonista, senza accontentarsi di una prova di rimessa. Sempre pronto a seguire i movimenti dei big, scatta a sua volta più volte, lasciando il segno su una corsa che un giorno potrebbe fare sua.

Jelle Vanendert (Lotto Soudal), 8: La sparata sul Muro di Huy non era certo un caso. La sua azione sul Saint-Nicolas è devastante, permettendogli di fare il vuoto alle sue spalle, riducendo notevolmente il ritardo da Jungels. Se qualcuno avesse avuto il coraggio (e la forza) di andare con lui il risultato finale sarebbe potuto essere decisamente diverso.

Tim Wellens (Lotto Soudal), 7,5: Se non era il più pimpante, ancora una volta dimostra la sua grande indole offensiva, correndo con grande coraggio e generosità. Spende tanto e forse in momenti non proprio ideali, ma d’altro canto in una situazione così chiusa tatticamente serve sempre qualcuno che cerca di forzare la mano.

Roman Kreuziger (Mitchelton-Scott), 7,5: Un piazzamento fatto più di rincorsa che di corsa, confemandone comunque l’ottimo momento in un Trittico in cui, nel complesso, avrebbe forse meritato di più, grazie anche al supporto di una squadra che, come dimostrato oggi da Jack Haig (8) è sempre più completa, andandosela a giocare su tutti i fronti.

Sergio Henao (Sky), 7: Tra i più attivi nel cercare di scardinare la corsa dalla media distanza, si fa sorprendere da Jungels, che lo riprende e stacca sulla Roche-aux-Faucons. Spende troppo in quella fase, giocando poi di rimessa sino all’arrivo, dove conclude comunque con un buon piazzamento, in crescita rispetto alle precedenti uscite di questo Trittico non proprio brillante.

Tom Dumoulin (Team Sunweb), 7: Da buon luogotenente fa il suo compito animando la corsa dalla distanza. Si ritrova così nel primo gruppo, anche se ormai con le pile un po’ scariche, dove resta aggrappandosi con i denti alle ruote dei rivali assieme al giovane compagno Sam Oomen (7), anche lui al limite per poter provare a rilanciare.

Jakob Fuglsang (Astana), 6,5: Era tra i più attesi per un’azione a sorpresa, ma il danese sembra doversi accontentare di giocare di rimessa. Grazie alla presenza di Davide Villella (7,5), che a lui si sacrifica per il vano inseguimento a Jungels, ha la possibilità di risparmiarsi, non riuscendo tuttavia a fare meglio di un decimo posto.

Alejandro Valverde (Movistar), 6,5: Rimasto sorprendentemente solo, ci prova con coraggio, sprecando forse energie preziose per un finale in cui comunque lottare per un piazzamento non era certo sua intenzione. Nel finale appare più stanco di altri, ma è quando bisogna spingere a tutta non si fa attendere per chiudere su Alaphilippe. Capita la sconfitta, cala anche la motivazione e non lotta fino in fondo per un piazzamento per lui di poco valore.

Michael Valgren (Astana), 5,5: Poteva essere l’uomo in grado di cambiare la corsa nella compagine kazaka, ma stavolta le gambe fanno fatica, complice un percorso forse troppo impegnativo per lui.

Dylan Teuns (BMC), 5: Quando scoppia la bagarre si aggrappa alle ruote dei migliori, ma a forza di scatti è costretto a cedere, senza possibilità di reagire. Una prova abbastanza deludente per un corridore in forte ascesa, che in questa settimana non è mai sembrato realmente all’altezza delle aspettative, facendo segnare una parziale battuta d’arresto nella sua evoluzione.

Tiesj Benoot (Lotto Soudal), 5: Primavera decisamente troppo lunga per il giovane fenomeno belga, che dalla Strade Bianche sta correndo a tutta. Malgrado abbia provato a saltare qualche corsa per risparmiarsi in vista delle Ardenne, i troppi impegni non gli permettono di esprimere al meglio il suo poliedrico talento vedendolo oggi protagonista di una corsa anonima.

Diego Ulissi (UAE Team Emirates), 5: Ancora una delusione per l’ex iridato juniores, dal quale da tempo si aspetta il salto di qualità in queste corse, che sembrano perfette per le sue caratteristiche. Invece, al pari del compagno Rui Costa (5), sparisce appena si infiamma la bagarre, malgrado la loro squadra fosse stata tra le più attive nelle fasi iniziali della corsa.

Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), 5: Una giornata no capita a tutti. Purtroppo, quando capita nella corsa attorno alla quale hai costruito tutta la tua prima parte di stagione è dura da digerire. Tutto perfetto sino al momento decisivo, quando la squadra apparecchia per un suo attacco che invece non arriverà mai visto che era già scivolato indietro in gruppo… Da quel momento più niente da fare, se non onorare la corsa fino in fondo, tagliando mestamente il traguardo nelle retrovie.

Lilian Calmejane (Direct Energie), 5: La squadra lo porta davanti in vista delle salite più importanti, ma non appena gli altri cominciano a muoversi il francesino sparisce, scivolando sempre più indietro.

Michal Kwiatkowski (Sky), 4,5: Ancora una prova sottotono per l’ex iridato, che in questa primavera non riesce proprio a trovare la quadratura del cerchio, mostrandosi sempre in affanno nei momenti che contano.

Warren Barguil (Fortuneo-Samsic), 4,5: Ennesima delusione del francesino che dal suo passaggio con la nuova squadra ancora non ne imbrocca una, apparendo lontano parente del corridore sempre all’attacco dello scorso Tour de France, già capace in carriera di giocarsela con i primi nella Doyenne, come dimostra il sesto posto del 2016. Grazie a lui la squadra ottiene importanti inviti, ma devono riuscire ad onorarli meglio di così.

Rigoberto Uran (EF-Drapac), 4,5: Praticamente non si vede malgrado una corsa perfetta per le sue caratteristiche. Lontano dalla forma necessaria per affrontare una corsa così dura, forse poteva lasciare il posto a qualche altro compagno.

Mikel Landa (Movistar), 4,5: Doveva essere l’uomo in più di Valverde, invece è proprio colui che gli manca di più, lasciandolo solo nel momento decisivo. Non è un corridore da classiche, ma in una prova come la Liegi ci si poteva aspettare molto di più.

Rafal Majka (Bora-hansgrohe), 4: Tra i primi a staccarsi quando c’è stato il cambio di ritmo in gruppo, il polacco chiude la sua prima parte di stagione con un’altra delusione, in una condizione ben lontana da quella che da lui ci si aspettava.

Michael Matthews (Team Sunweb), 4: Dopo una ottima Freccia Vallone e memori del piazzamento dello scorso anno l’australiano era l’uomo che tutti volevano staccare. Missione compiuta ben prima del previsto visto che sulla Roche-aux-Faucons è tra i primi a cedere.

Daniel Martin (UAE Team Emirates), sv: Era con i migliori, tra i più attivi, quando una foratura lo taglia fuori. Probabilmente ormai era tardi per vincere, ma un piazzamento di prestigio sembrava poterlo ottenere ancora.

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