Pagelle Il Lombardia 2021: Pogacar scrive la storia e Masnada fa sognare Bergamo! Nibali ci prova ma non ne ha, Evenepoel soffre

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) voto 10: Due Monumento e un GT in un solo anno, l’ultimo a riuscirci era stato Eddy Merckx. Basta questo per descrivere la grandezza del corridore sloveno, che fiuta il momento giusto per attaccare e si toglie subito tutti di ruota. Bravo a gestire la situazione anche dopo il rientro di Masnada, che non collabora, non si innervosisce né per questo, né quando capisce di non potersi liberare del bergamasco fino allo sprint finale, quando mostra tutta la sua forza prendendosi un meritatissimo successo.

Fausto Masnada (Deceuninck-QuickStep) voto 9,5: Pogacar ha meritato, ma quanto sarebbe stato bello vedere Bergamo in festa per un corridore di casa? Il bergamasco si muove benissimo e già in salita si capisce che ha la gamba che gli scappa, quando è l’unico a provare un vero inseguimento. In discesa poi lo va a riprendere e si gioca le sue carte fino alla fine, quando paga anche le energie che aveva speso in precedenza a lavorare in testa al gruppo per Alaphilippe. Il primo podio in una Monumento gli permetterà però di presentarsi nel 2022 con ancora maggiore consapevolezza nei propri mezzi.

Adam Yates (Ineos Grenadiers) voto 8,5: Fa perfettamente tutto quello che può fare. Supportato alla grande in salita da Pavel Sivakov (voto 7,5) e Tao Geoghegan Hart (voto 7), non ha la gamba per seguire Pogacar, ma ne ha per restare con gli altri a giocarsi il podio. A quel punto dopo un unico tentativo di andarsene in solitaria, capisce che è più saggio attendere la volata finale, dove ancora una volta sceglie il momento perfetto per partire e si va a prendere un podio che chiude un’ottima prima annata in maglia Ineos Grenadiers.

Alejandro Valverde (Movistar) voto 8,5: Il solito eterno fuoriclasse. Un mese e mezzo fa si rompeva la spalla a 41 anni e oggi è a battagliare con i migliori per l’ultima Monumento della stagione. Alla fine chiude quinto, con la sensazione che però fosse uno di quelli con la gamba migliore nel gruppetto che si è giocato in podio e se ci fosse stato ancora in palio il bottino grosso avrebbe forse potuto ottenere ancora di più.

Primoz Roglic (Jumbo-Visma) voto 8: In una delle giornate in cui appare meno brillante riesce comunque a sfiorare il podio in una Monumento. A fine corsa è onesto quando ammette che non ne aveva per seguire il connazionale Pogacar e, alla luce di questo, la sua condotta di gara da quel momento in poi è perfetta, conservandosi la possibilità di salire sul podio, sfumata soltanto negli ultimi metri.

Romain Bardet (DSM) voto 8: Ci crede e non fa nulla per nasconderlo. Mette Benoot a tirare ed è dunque anche merito suo se il gruppo si spezza, poi segue l’attacco di Nibali, dal quale nascerà poi anche l’azione decisiva di Pogacar, dimostrandosi sempre nel vivo della corsa. Alla fine riesce a restare con il gruppetto che si gioca il podio, dovendosi arrendere a corridori più veloci di lui, ma con la consapevolezza che è ormai tornato il corridore di un tempo.

David Gaudu (Groupama-FDJ) voto 7,5: Consapevolezza che sembra ancora mancare un pizzico allo scalatore della Groupama-FDJ. Anche oggi arriva un piazzamento, come nelle ultime gare italiana, ma stavolta non ha la solita condotta di gara aggressiva, mostrando forse del timore reverenziale al cospetto dei migliori al mondo. Il settimo posto finale è comunque un risultato più che positivo, ma tra i compiti delle vacanze ci sarà capire che ormai anche uno fa parte dei migliori al mondo.

Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep) voto 7,5: Resta intrappolato dalla situazione di corsa. Masnada ne ha ed è giusto che si giochi le sue carte fino in fondo, mentre lui, che ne ha a sua volta, è costretto a non tirare dietro (anche se la formazione belga a onor del vero non tirava né dietro, né avanti). Il suo unico errore, per sua stessa ammissione, è quello di non seguire l’attacco di Pogacar, perché dubbioso sulla sua condizione, ma con il senno di poi se l’avesse seguito si sarebbe potuto giocare la corsa con lui nel finale, o addirittura sfruttare la superiorità numerica con Masnada.

Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) voto 7,5: Torna gregario e lo fa egregiamente. Quando Roglic comincia a fare l’elastico sul gruppo c’è sempre lui a supportarlo. Anche dopo essersi staccato in salita, rientra in discesa e finché c’è lui a tirare i due davanti non possono essere certi di arrivare da soli, poi si lascia sfilare e quel punto gli inseguitori perdono qualsiasi possibilità di rientrare sui battistrada. Alla fine non crolla e chiude in quattordicesima posizione, aggiungendo un’altra importante esperienza alla miglior stagione della sua carriera sin qui.

Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) voto 7: La vecchia guardia non molla mai. Sa di non essere all’altezza dei migliori e così prova a sorprenderli anticipando sulla salita finale. Il momento è quello buono, infatti Pogacar che si lancia su di lui andrà poi a vincere la corsa, ma la gamba non è quella dei tempi migliori, che avrebbe potuto dargli la possibilità di cercare il tris.

Neilson Powless (EF) voto 6,5: Si conferma una delle più interessanti sorprese della stagione. Nella fase centrale della corsa va più volte all’attacco, mostrando quello spirito battagliero che gli ha permesso di vincere a San Sebastian e che ha caratterizzato tutta la sua seconda parte di stagione. Alla fine crolla e arriva a oltre 11 minuti dal vincitore, ma l’impressione è che sentiremo parlare spesso di lui nelle corse di un giorno dei prossimi anni.

Lorenzo Fortunato (Eolo-Kometa) voto 6,5: Ancora una volta mette in mostra il suo talento giocandosela con i big. Chiude la corsa in quindicesima posizione, nello stesso gruppo di Quintana e Nibali, dimostrando ancora una volta che l’élite mondiale è a un passo, che sembra in grado di poter compiere anche in tempi relativamente brevi.

Sergio Higuita (EF) voto 6,5: Partito senza grandi ambizioni, alla fine porta a casa una buona top 10. Mentre il capitano Rigoberto Uran (voto 5) crolla, lui riesce a resistere quasi fino in cima e comunque non si arrende anche dopo aver perso il treno buono per giocarsi il podio. Alla fine torna a casa con un risultato che in realtà non aggiunge molto al suo palmarès, ma gli permette di chiudere la stagione risollevando il morale al termine di un’annata in cui quasi mai è riuscito a brillare.

Nairo Quintana (Arkéa-Samsic) voto 6: Giornata senza infamia e senza lode per il colombiano. Sulle salite resiste finché può e alla fine arriva a giocarsi il decimo posto, che deve cedere al connazionale Higuita. Si conferma in crescita in questa seconda parte di stagione e l’infortunio che ne aveva condizionato la prima parte sembra ormai definitivamente superato

Remco Evenepoel (Deceuninck-QuickStep) voto 5,5: Stavolta non riesce a regalare spettacolo. Forse stanco dalle fatiche delle ultime gare (o, a voler essere maliziosi, privato di molte energie nervose nel continuo botta e risposta con Wout Van Aert dopo il mondiale) cede il passo ai migliori ancor prima che la corsa entri nel vivo. Mezzo voto in più perché reagisce da campione non mollando mai e riuscendo a chiudere la corsa in diciannovesima posizione a 3’13” da Pogacar. Un risultato che ovviamente non ha alcuna importanza, ma che per il quale ha comunque lottato.

Bauke Mollema (Trek-Segafredo) voto 5,5: Non una grande giornata per il neerlandese. Il vincitore dell’edizione 2019 resta a lungo nel gruppo con i big, ma dopo l’attacco del compagno Vincenzo Nibali comincia ad andare in difficoltà e alla fine si stacca, chiudendo mestamente la sua giornata.

Joao Almeida (Deceuninck-QuickStep) voto 5: Scompare sul più bello. Il portoghese, a differenza del giovane compagno belga, è ancora con i migliori sulle ultime rampe dell’ascesa conclusiva, ma nel momento in cui si stacca fa subito perdere le sue tracce. Mentre Vingegaard rientra in discesa, lui scivola sempre più indietro, lasciando da solo Alaphilippe dopo l’attacco di Masnada. La sua presenza davanti nel finale avrebbe potuto permettere di giocarsela diversamente.

Gianni Moscon (Ineos Grenadiers) voto 5: Le fatiche della Roubaix alla fine si sono fatte sentire. Il corridore trentino esce infatti quasi subito dalla bagarre, con la squadra che non sembra comunque risentirne visto che fa la corsa per Adam Yates. Il piano forse era quello già dall’inizio, oppure al corridore italiano è capitato qualche inconveniente di cui al momento non abbiamo ricevuto notizia, ma quel che è certo è che il risultato finale, almeno a livello personale, non è quello sperato alla vigilia.

Alexander Vlasov (Astana-PremierTech) voto 4,5: Giornata disastrosa per il russo. È il primo dei big a staccarsi dal gruppo, poi rientra e si stacca più volte, senza mai dare l’impressione di poter lottare. A peggiorare la sua giornata c’è poi anche una caduta nel finale che fa il paio con quella del compagno Alexey Lutsenko (s.v.) e lo porta a chiudere nel peggiore dei modi la sua avventura (molto positiva) con l’Astana.

Simon Yates (BikeExchange) voto 4,5: In uno dei primi confronti  ai massimi livelli con il fratello in squadre diverse ne esce con le ossa rotte. Il palmarès dice che il più vincente dei due è lui, ma nella corsa di oggi non è così con il corridore della Ineos Grenadiers che è già anche sceso dal podio quando il fratello arriva al traguardo. Uscendo dal confronto tra fratelli, poi, il giudizio è ancora più impietoso sul classe ’92, che si stacca prestissimo e non sembra mai all’altezza di una squadra costruita tutta per lui.

 

 

 

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