Doping, i medici e lo staff con cui è vietato lavorare: Ferrari, Fuentes, Labarta, Landuyt, Leinders, Sainz

Sette persone con cui è proibito avere contatti professionali se si è in possesso di licenza UCI. L’interdizione per queste persone è in vigore ufficialmente dal 2015, con l’UCI che informa (o almeno dovrebbe) tutti coloro che si registrano nel sistema ADAMS, ovvero che fanno parte dei corridori controllabili in permanenza per il regolamento antidoping professionistico, dei loro doveri e diritti da quel momento (ma ovviamente l’interdizione è valida anche per qualsiasi altro membro dello staff di una squadra). Indicando gli strumenti a disposizioni, quali sono le sostanze proibite, le sanzioni in caso di violazione del regolamento, il CADF (Fondazione Anti-Doping del Ciclismo) fornisce anche questo elenco di persone con le quali, secondo l’articolo 2.10 del regolamento Antidoping dell’AMA, è proibito associarsi (Prohibited Association).

Tra questi il primo nome in ordine alfabetico figura Michele Ferrari (il cui nome è tornato di attualità proprio oggi per i sospetti contatti con Jakob Fuglsang riportati da media scandinavi). Con lui è presente anche il figlio Stefano Ferrari, così come altri nomi tristemente noti come Eufemiano Fuentes, al centro della Operacion Puerto in cui rimase coinvolto anche José Ignacio Labarta, oppure Bernard Sainz, al centro di alcuni scandali dalla fine degli anni ottanta e una delle figure più contestate di Francia, Geert Leinders, medico della Rabobank in un periodo nero per il ciclismo, e José Landuyt, ex veterinario belga più volte coinvolto in affari di doping, non solo nel ciclismo.

Nel documento si può dunque leggere che “i corridori e altro personale sono tenuti a non lavorare con allenatori, medici o altro staff sospesi per violazioni del Regolamento Anti Doping o che sono stati condannati penalmente o che hanno subito una sanzione disciplinare professionale in relazione al doping”. Ad esempio, è proibito ottenere consigli per l’allenamento, la strategia, la tecnica, l’alimentazione o sul piano medico; ottenere una terapia, un trattamento o delle ricette mediche; la fornitura di campioni personali per analisi; o l’autorizzazione alla persona sanzionati di fare da agente o da rappresentante. La frequentazione è proibita anche in assenza di una forma di remunerazione.

Ovviamente, affinché il corridore possa essere sanzionato, “deve ricevere notifica scritta riguardo la squalifica del medico o della persona coinvolta, così come delle potenziali conseguenze di avere dei contatti con essa”, procedura che è stata dunque ideata per essere inviata ai suoi primi passi nel professionismo entrando a far parte del gruppo di corridori controllati. La sanzione per qualsiasi corridore o qualsiasi detentore di licenza che entra in contatto con una persona bandita è una sospensione di due anni, con la possibilità che possa essere ridotta a un minimo di un anno secondo le circostanze. La persona indagata avrà eventualmente l’onere di dimostrare che il suo rapporto con la persona bandita non è di carattere professionale né nell’ambito di una attività sportiva.

Questi i sette nomi menzionati per cui si applica l’articolo 2.10 del regolamento dell’Agenzia Mondiale Antidoping e dell’UCI:

  • Michele Ferrari
  • Stefano Ferrari
  • Eufemiano Fuentes
  • José Ignacio Labarta
  • José Landuyt
  • Geert Leinders
  • Bernard Sainz

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