Amstel Gold Race 2018, Cunego: “Cercherò di correre bene, non mi spavento”

Amstel Gold Race 2018 ultima grande classica di Damiano Cunego. L’esperto corridore della Nippo – Fantini – Europa Ovini sarà domenica 15 aprile al via della corsa che dieci anni fa fu il suo ultimo grande successo internazionale per iniziare la sua passerella che lo porterà all’addio annunciato per i Campionati Italiani. Reduce da qualche problema di salute il veronese ha cercato di recuperare con un ritiro di due settimane sull’Etna per farsi trovare pronto ai grandi appuntamenti in arrivo. Dopo la Classica della Birra, subito infatti la partenza per partecipare al Tour of the Alps 2018, altra corsa che porta con sé dolci ricordi visto che, quando ancora si chiamava Giro del Trentino, la vinse tre volte, conquistando un totale di sei tappe.

A 36 anni, con una carriera che nelle ultime stagioni ha regalato poche soddisfazioni, con la cocente delusione di una doppia esclusione dal Giro d’Italia, tra gli azzurri l’ex Piccolo Principe ha comunque uno dei palmarès più importanti del nuovo millennio e resta un corridore di grande spessore. Sarà dunque un piacere vederlo correre queste ultime prove della sua carriera, ricevendo il tributo che merita, anche a livello internazionale (tra le corse in programma anche il Giro di Svizzera, corsa che sfiorò nel 2011). Ma non si tratta solo di passerella, c’è comunque anche voglia di fare bene e farsi notare ancora.

“Voglio ringraziare gli organizzatori per l’opportunità – commenta alla Gazzetta dello Sport – Io cercherò di correre bene, ma credo che il mio compagno Canola sia più adatto di me. È un ottimo corridore, può fare davvero bene. Quando ho vinto io, il percorso era più selettivo nel finale. Da qualche anno sono cambiati sia il cicuito finale sia il traguardo. Con questo arrivo anche la lotta per prendere davanti l’ultimo Cauberg è bestiale. Ci si arriva in 50-80 corridori e io sono un po’ leggerino. Però non mi spavento. Ne ho di battaglie alle spalle”.

Ormai deciso l’addio, il veronese, vicecampione del mondo a Varese nel 2008, non si è arreso alle difficoltà e vuole dunque arrivare al meglio per i suoi saluti, anche con un lungo ritiro in cui ha confermato anche la sua nuova vocazione: “Quando prendo un impegno, lo voglio portare avanti nel miglior modo possibile. È una questione di professionalità. Poi in ritiro c’era anche qualche giovane, diciamo da curare: bisognava insegnargli un po’ il mestiere. Questa responsabilità per me è stato un onore.

Finita la carriera in bici, infatti, Cunego ha le idee chiare, anche se ci vuole forse più di quanto pensava considerando i numerosi impegni a cui è sempre sottoposto. “Vorrei diventare allenatore – rilancia – I miei studi a Scienze Motorie sono fermi, ma non ho abbandonato l’idea. Semplicemente correre, studiare e mandare avanti una famiglia è troppo impegnativo. Con la squadra resterò almeno fino al 2020 come interfaccia fra tecnici e atleti. Poi seguirò i ragazzi giapponesi. Tra due anni avranno l’Olimpiade in casa, bisogna prepararla bene”.

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