Tour de France 2023, Mark Cavendish ottimista: “La squadra c’è, siamo fiduciosi per le prossime volate”

Mark Cavendish sta affrontando l’ultimo Tour de France della sua carriera. Il velocista dell’Isola di Man, in gara con i colori dell’Astana Qazaqstan ha l’obiettivo di vincere almeno una tappa, cosa che lo proietterebbe in testa alla classifica del numero di frazioni vinte alla corsa francese, staccando definitivamente Eddy Merckx. La missione è tutt’altro che facile, vista la concorrenza presente al Tour, ma Cavendish, che in stagione ha già lasciato il segno al Giro d’Italia 2023, sembra essersi presentato in buona condizione alla Grand Boucle. La prima volata, quella di Bayonne, lo ha visto chiudere sesto, con indicazioni positive in vista delle prossime possibilità per i velocisti.

“Sono felice – ha detto il britannico nel dopotappa – Dobbiamo competere con squadre che sono più in sintonia tra loro e molto più abituate a gareggiare insieme. Comunque, avevamo un piano, i miei compagni si sono impegnati molto e lo hanno svolto alla perfezione. Luis Léon Sanchez era sempre con me, così come Cees Bol: mi hanno sempre riportato davanti dopo le curve e e le rotonde non ho dovuto sprecare tante energie”.

Cavendish racconta: “Una volta lasciato dai ragazzi, toccava a me trovare le ruote giuste. Mi sarebbe piaciuto vincere, ma prima della gara sapevamo che non era proprio la volata adatta a me, con quella leggera discesa prima degli ultimi metri, che andavano un po’ all’insù. Era un tipo di finale che andava bene per corridori con le caratteristiche di Jonathan Milan, Wout van Aert o Jasper Philipsen. Mi sarebbe servito un centinaio di metri in più, magari in leggera ascesa. Ma sono contento di come è andata, possiamo trarne fiducia per i prossimi giorni”.

Il britannico parla del contributo che sta dando a lui e alla sua squadra Mark Renshaw, entrato nei quadri tecnici dell’Astana Qazaqstan proprio in occasione del Tour de France 2023: “Ci dà una grande mano, non solo per il finale. Eravamo pronti per tutto quello che c’era negli ultimi 25 chilometri: quanto erano lunghi gli strappi, quando stare davanti, come muoverci alle rotonde. È un aiuto incredibile: Mark ha fatto un ottimo lavoro, come tutta la squadra”.

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