Tour de France 2019, Martinelli: “Percorso più adatto a Nibali, mi domando cosa sia successo ad Aru”

Giuseppe Martinelli studia il percorso del Tour de France 2019. L’ex direttore sportivo dell’Astana Pro Team ha guardato con curiosità al tracciato della Grande Boucle della prossima stagione, con diverse salite e pochi chilometri a cronometro. Un percorso che a suo parere si adatta bene alle caratteristiche di Vincenzo Nibali (Bahrain-Merdia), corridore che gli sta particolarmente a cuore per i successi ottenuti con lui al Giro d’Italia. Nel complesso anche Fabio Aru (UAE Team Emirates), due volte a podio nella corsa rosa con la squadra kazaka, potrebbe essere protagonista nella competizione francese. Prima però il sardo dovrà ritrovare la sua forma migliore.

Sono questi i temi principali dell’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport in edicola oggi: “Il Tour sarà duro, davvero duro. Sono rari cinque arrivi in salita. E meno male che tra Pirenei e Alpi hanno messo due giorni tranquilli. E visto che praticamente non ci sono crono, perché quella a squadre e quella individuale di 27 chilometri saranno poca roba, saranno favoriti gli scalatori. Dumoulin, infatti, s’è già un po’ lamentato. I momenti micidiali saranno le due tappe alpine corte, saranno micidiali. La Planche des Belles Filles, alla sesta tappa, potrà già dire molto. Poi il Tourmalet come traguardo è interminabile. Nel 2010 con Contador in squadra ho perso due chili per lo stress”.

Il percorso sembra quindi sorridere alle caratteristiche di Nibali: “Sicuramente è più adatto dell’ultimo. Però credo che Vincenzo abbia già optato per il Giro. Del resto il Giro ha bisogno di Vincenzo. E viceversa perché Nibali “deve” vincere ancora un grande giro. Conoscendolo, non credo si accontenti. Però puntare solo sul Tour… non lo so, penso sia troppo rischioso. Troppa concorrenza”.

Martinelli ha poi parlato della possibilità di una doppietta Giro-Tour: “Se non c’è riuscito Froome quest’anno credo non ci sia nessuno che possa riuscirci. Chris resta il migliore al mondo. Poi imposta la stagione in modo intelligente. Corre tanto e vince un po’ ovunque, ma arriva al top della condizione per l’obiettivo prefissato. Non è una critica, fa bene a fare così. Non mi pare abbia le caratteristiche per vincere le classiche, quindi si concentra sui suoi obiettivi. Avete visto che non ha corso neppure il Mondiale. Però chissà, magari per l’Olimpiade cambierà qualcosa”.

Poi l’ex DS ha commentato le strategie del Team Sky: “Moscon ha dimostrato di essere un ottimo corridore, però come capitano in quelle corse sarebbe un po’ un azzardo. Penso che Sky verrà al Giro con Bernal per la classifica e lui battitore libero. Brailsford non mi pare un uomo che fa tanti regali. Credo che si terrà Thomas ben stretto per il Tour in appoggio a Froome“.

In seguito qualche considerazione su Fabio Aru, che ha avuto come corridore all’Astana: “Fabio per me deve tornare fuori. Per forza, altrimenti avremmo buttato via un campione. Io con lui ho fatto due podi al Giro e vinto una Vuelta e questo vuol dire che il corridore c’è. Certo, poi mi domando cosa gli sia successo. Ha sbagliato tanto, non solo la preparazione al Giro ma tutta la stagione. Però Aru è una persona intelligente. Ora deve avere vicino persone altrettanto intelligenti che capiscano. Ma è su questo che ho dei dubbi. Lo hanno portato in Cina, ma a fare? Perché quando ha rinunciato al Mondiale non ha staccato? Faceva un mese di vacanze, resettava tutto e ripartiva. Invece per me averlo portato là a correre è un segnale che chi c’è attorno non vuole cambiare. Ditemi voi che senso ha avuto avere portato Aru in Cina…”.

Infine una battuta sulla situazione del ciclismo italiano: “Grandi corridori per le corse a tappe non ce ne sono. Formolo avrebbe il potenziale, ma il tempo passa anche per lui. Dovrebbe tirare fuori le palle. Moser per me è stata una scommessa persa. Però punto su Ganna che ha un gran potenziale ed è molto giovane. Se a Sky riescono a far andare in sincrono testa e gambe allora sì che ne vedremo delle belle”.

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