Jumbo-Visma, Wout van Aert rivive la caduta al Tour de France: “Come una coltellata nel muscolo”

Il 2019 di Wout van Aert è stato a dir poco ricco di emozioni, positive e negative. Il belga della Jumbo-Visma ha vissuto grandi momenti, come la vittoria di tappa al Tour de France 2019 e anche le due frazioni vinte al Giro del Delfinato 2019. Il punto peggiore, e soprattutto più doloroso, della stagione appena conclusa è stato però quello della cronometro di Pau alla Grande Boucle. Van Aert era uno dei maggiori indiziati per il successo in quella frazione, ma una tremenda caduta lo ha messo fuori gioco, costringendolo a un lungo periodo di inattività. Per lui il rientro alle corse si sta avvicinando (tornerà in sella a fine dicembre in una gara di ciclocross), ma quello dell’infortunio è un ricordo ancora vivo.

Il belga ha rivissuto quel giorno durante le registrazioni di  una trasmissione televisiva, “Het Huis”, che verrà mandata in onda nella serata di oggi, martedì 3 dicembre. Durante il programma, van Aert ha anche rivisto le immagini della caduta, tornando con la mente a quei momenti: “Ricordo ancora quando giacevo sull’asfalto – ha dichiarato l’atleta di Herentals –  era estremamente caldo. Mi sentivo esattamente come se stessi bruciando vivo”. C’è anche un video, ripreso dalla dash cam di una delle auto che seguiva il corridore, in cui si può vedono chiaramente le bruttissime ferite riportate, a livello muscolare, al momento dell’impatto. Van Aert cadde a causa dell’urto con la sporgenza di una transenna: “Il buco nel mio muscolo è stato causato da una cosa simile a un coltello che lo ha attraversato”, ha osservato il tre volte campione del mondo di ciclocross.

Van Aert è stato affiancato anche da un mental coach durante il suo processo di riabilitazione, ma parlare della caduta rimane difficile: “Non puoi correre con l’idea che possa accadere un incidente. Non dovresti pensarci perché finisci per perdere tutte le cose belle della gara – il pensiero del 25enne – Dobbiamo parlare di qualcos’altro. Se non ne parliamo, non esiste”.

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