Tour de France 2018, Nibali: “Mi trovo dove volevo. Froome? Non so come sta”

Vincenzo Nibali soddisfatto alla vigilia delle prime montagne del Tour de France 2018. Il capitano della Bahrain – Merida ha superato indenne gli ostacoli di una settimana iniziale ricca di insidie, durante la quale ci son stati molti pericoli, con il siciliano che ha saputo sempre controllare la situazione, minimizzando i rischi e cercando sempre di massimizzare il risultato. Se sul pavé non c’è stato modo di fare la differenza come nel trionfale 2014, lo Squalo dello Stretto aveva già guadagnato su molti rivali nella prima frazione, dimostrandosi fra i pochi a non subire ritardi. Il risultato lo vede arrivare alle salite in dodicesima posizione, a 1’48” da Greg Van Avermaet (BMC), ma a soli sei secondi da Chris Froome (Sky).

Dopo nove giorni mi trovo dove volevo, in queste tappe contava evitare le trappole e non perdere terreno”, commenta ai giornalisti durante il giorno di riposo, mostrandosi anche “contento del lavoro che ha svolto la squadra” e ritenendo “ingiuste nei confronti dei miei compagni” le critiche che ha “letto in questi giorni”. Costruita soprattutto per il pavé, la selezione della formazione emiratina avrà dunque ora modo di farsi notare quando la strada si impennerà, dove potranno spiccare meglio le individualità di un gruppo che può fare la differenza al servizio del capitano.

Siamo attesi da tre tappe assai dure e impegnative, bisognerà andare a tutta e vedere cosa accade – aggiunge lo Squalo dello Stretto, che ben conosce queste strade – Le Alpi sono più dure e selettive dei Pirenei, aspettiamo di capire se qualcuno si muoverà o se bisognerà attendere l’ultima salita per attaccare. Di sicuro il terreno c’è”.

Per quanto riguarda i rivali, ovviamente il Keniano Bianco è il primo nome che viene in mente, rimanendo ancora il grande favorito. Ma il siciliano non riesce ancora a farsi un’idea delle reali forze in campo perché sinora si è corsi sulla difensiva, in copertura, senza neanche svelare troppo.”Froome? Non so come sta“, risponde dunque, commentando che “finora si è visto solo Daniel Martin sul Mur de Bretagne”.

Un commento

  1. Al posto di Nibali non sarei contento. Vorrei capire il che senso ha mandare Izaguirre in fuga tutto il giorno se poi non devi attaccare. Se le Alpi sono più selettive dei Pirenei, non ha senso aspettare la terza settimana per un attacco da ballerine che tanto verrebbe annullata dalla cronometro. Per capire come sta Froome bisogna attaccarlo nelle prossime due tappe, altrimenti rimangono le scuse di sempre.

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