Pagelle Giro di Romandia 2018: Roglič ancora perfetto-Thomas e Van Garderen non pervenuti

Primož Roglič (Lotto NL – Jumbo), 10: Ancora una settimana da incorniciare per lo sloveno dopo quella ai Paesi Baschi. Nelle tappe più importanti è sempre con i migliori e, come al solito, può permettersi di sfruttare le cronometro per stendere la maggior parte degli avversari. Soprattutto nella quarta tappa ha dato anche importanti segnali di tenuta mentale, dote fondamentale se si vuole diventare un corridore di primo piano anche nei GT. A tal proposito, annuncia di non voler fare classifica al Tour, ma non c’è da credergli più di tanto.

Egan Bernal (Team Sky), 9,5: Vince a sorpresa la cronoscalata e riesce a rimanere in gioco per la classifica generale fino all’ultimo giorno, attaccando appena gli è possibile Roglič sfoggiando una mentalità vincente da cavallo di razza. Corsa dopo corsa dimostra di essere a proprio agio anche ai massimi livelli del WorldTour e a soli 21 anni non è certo poca cosa.

Jakob Fuglsang (Astana), 8,5: Continua l’ottimo momento di forma del danese che vince “di forza” la quarta tappa ma paga in modo pesante una cronoscalata non brillante. Alla fine è quarto in classifica generale e può guardare alle fasi centrali di questa stagione, e soprattutto al Tour de France, con grande ottimismo.

Thomas De Gendt (Lotto Soudal), 7.5: Il belga torna a casa con il suo curriculum che si arricchisce di una nuova vittoria. Nella terza tappa della corsa lascia tutti a bocca aperta con una fuga da lontano che lo vede alzare le braccia al cielo. Impressionante il suo ritmo nel finale quando nonostante fosse tutto solo riesce a mantenere praticamente invariato il suo distacco dal gruppo.

Richie Porte (BMC), 7.5: L’australiano sembra piano piano tornare sui suoi livelli. Dopo un prologo in sordina si comporta molto bene sia nella cronoscalata che nella tappa regina di sabato. Alla fine chiude la corsa al terzo posto che gli permette di guardare con grande ottimismo ai prossimi appuntamenti.

Pascal Ackermann (BORA-hansgrohe), 7: A gran sorpresa si aggiudica la tappa di chiusura con una volata di alto livello. Non c’erano molti avversari di alto livello, ma raccogliere la prima vittoria da professionista in una corsa di questo livello non è certo cosa di poco conto. Ne risentiremo parlare.

Omar Fraile (Astana), 7: Dopo aver timbrato il cartellino ai Paesi Baschi, ci riesce anche qui al Romandia con un’azione pregevole nel finale della prima tappa. Deve poi arrendersi nel corso della quarta frazione, non riuscendo a riprovarci di nuovo. Si sta costruendo una carriera da “cacciatore di tappe” che gli permetterà sicuramente di togliersi sempre più soddisfazioni.

Sonny Colbrelli (Bahrain-Merida), 7: Gli manca lo spunto vincente, che manca ormai dal nove febbraio, ma raccoglie due secondi posti e un sesto in tre volate disputate. Si conferma uno che non partecipa alle corse tanto per fare presenza e nei prossimi appuntamenti non potrà che migliorare ulteriormente.

Michael Matthews (Sunweb), 7: Dura solo tre giorni il suo Romandia, ma tanto basta per aggiudicarsi il prologo e la prima maglia di leader, sbloccando il proprio record stagionale di vittorie.

Emanuel Buchmann (Bora – Hansgrohe), 6.5: Quinta Top10 consecutiva per il tedesco in una corsa a tappe di una settimana WorldTour fra 2017 e 2018. Buchmann conferma tutte le sue qualità quando la strada sale, senza magari avere il ritmo per battere i migliori, ma allo stesso tempo senza attraversare vere e proprie giornate no.

Rui Costa (UAE Emirates), 6.5: Non è riuscito a cogliere il primo successo stagionale, però la forma è in crescita in vista della parte centrale della stagione che, presumibilmente, culminerà con il Tour de France.

Steven Kruijswiijk (LottoNL-Jumbo), 6.5: Si vede tra i primi soltanto nella cronoscalata, ma tanto basta per portarsi a casa un sesto posto finale che fa morale in vista dei prossimi appuntamenti.

Pierre Latour (Ag2r La Mondiale), 6.5: Settimana regolare per il 24enne transalpino che chiude in top ten tutte le tappe tranne l’ultima, replicando quanto di buono fatto vedere al Giro di Catalogna. Se riuscirà, nel corso del tempo, ad affinare la stabilità della forma potrà puntare anche al successo sia in queste corse che nei GT. Sta mettendo le basi per riuscirci.

Rohan Dennis (BMC), 6: Ultimo test prima del Giro per il corridore della BMC. Nelle due prove contro il tempo ci si aspettava qualcosa in più, ma alla fine ottiene due discreti piazzamenti così come nella tappa di montagna, chiudendo così la corsa al settimo posto. Difficilmente riuscirà a lottare con i big al Giro, ma se riuscirà ad evitare cadute o problemi fisici potrebbe comunque ambire ad un piazzamento nei primi 10.

Samuel Dumoulin (Ag2r La Mondiale), 6: Ci si aspettava qualcosa di più da lui in volata, però riesce comunque a salire sul podio a Yverdon-les-Bains alle spalle di Colbrelli alla prima corsa WorldTour dell’anno. I quasi 38 anni cominciano a farsi sentire, però resta un punto fermo per la sua squadra.

David Gaudu (Groupama-FDJ), 6: Ci si aspettava qualcosa in più dal giovane scalatore francese, ma non gli si può certo imputare un fallimento. Rimandato alle prossime uscite.

Daniel Martin (UAE Emirates), 5,5: Questo Romandia segna un discreto passo in avanti per l’irlandese che però finora, in questo 2018, continua a non ingranare. L’ottavo posto nella cronoscalata è soltanto la seconda top ten stagionale per lui, il che la dice tutta sulla sua stagione.

Guillaume Martin (Wanty-Groupe Gobert), 5.5: Lo scalatore francese non brilla nel corso di questa settimana. Il percorso non è esattamente adatto alle sue caratteristiche, però 4 minuti di ritardo nella cronoscalata di Villars.

Geraint Thomas (Sky), 5.5: Dopo un buon prologo, che lasciava ben sperare, il britannico si è sciolto come neve al sole chiudendo la corsa ad oltre sette minuti dal vincitore. Una brusca battuta d’arresto dopo aver concluso sul podio la Tirreno-Adriatico che ridimensiona le sue quotazioni di anti-Froome all’interno del Team Sky.

Peter Kennaugh (Bora – Hansgrohe), 5: C’era grande curiosità per vedere cosa poteva fare il britannico al Giro di Romandia. L’ex Sky aveva infatti la possibilità di testarsi in classifica generale, ma le aspettative non sono state rispettate. Fin dal prologo iniziale Kennaugh perde più tempo del previsto ed il rendimento non cambia neanche nelle successive tappe.

Ion Izagirre (Bahrain – Merida), 5: Il percorso sembrava esser perfetto per le caratteristiche del basco. Il risultato però non è quello sperato visto che Izagirre perde più del tempo del dovuto nelle due prove a cronometro, che sulla carta dovevano favorirlo. Alla fine chiude la corsa al decimo posto, ma le aspettative alla partenza erano superiori.

Simon Spilak (Katusha-Alpecin), 4.5: Per essere uno che ha vinto questa corsa una volta ed che è salito sul secondo gradino del podio per ben tre volte, disputa una corsa di livello piuttosto basso. Il decimo posto nella cronoscalata non basta per risollevare una stagione fin qui deludente.

Tejay Van Garderen (BMC), 4: Altra prova anonima del corridore americano. È vero che in questo Romandia non aveva il ruolo di capitano, ma lo statunitense non si vede proprio mai tra i primi.

Elia Viviani e Fernando Gaviria (QuickStep – Floors), s.v.: Il percorso del Giro di Romandia non presentava tante frazioni adatte alle loro caratteristiche. L’unica era l’ultima tappa che i due velocisti della Quick-Step Floors non hanno avuto modo di affrontare finendo fuori tempo massimo nella cronoscalata. Settimana comunque utile per i due per mettere chilometri sulle gambe in vista dei prossimi appuntamenti.

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