Tour de France 2022, Mads Pedersen doma la fuga! 6° Filippo Ganna

Fuga vincente per Mads Pedersen al Tour de France 2022. L’ex campione del mondo domina la volata a tre con Fred Wright (Bahrain-Victorious) e Hugo Houle (Israel – Premier Tech), con i quali si era avvantaggiato nel finale rispetto agli altri attaccanti di giornata, capaci di tenere a distanza un gruppo in cui i velocisti hanno progressivamente dovuto alzare bandiera bianca. Questo terzetto si va così a giocare il successo rispetto a Stefan Kung (Groupama-FDJ)), Matteo Jorgenson (Movistar) e Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), che concludono in quest’ordine a trenta secondi dal vincitore dopo essere stati distanziati a 12 chilometri dalla conclusione, quando Pedersen ha piazzato la sua accelerazione una volta che alle loro spalle avevano deciso di rialzarsi.

Giunto a oltre cinque minuti, il gruppo viene regolato da Wout Van Aert (Jumbo-Visma) su Florian Sénéchal (Quick-Step Alpha Vinyl), seguito da Luca Mozzato (B&B Hotels – KTM), Andrea Pasqualon (Intermarché – Wanty – Gobert) e Alberto Dainese (Team DSM). Nessun problema ovviamente per Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), che oggi si è risparmiato il più possibile assieme al suo team, conservando senza problemi la Maglia Gialla davanti a Tadej Pogacar (UAE TEam Emirates) e Geraint Thomas (Ineos Grenadiers).

Ancora una partenza a gran velocità per i corridori, con tentativi di attacco che si susseguono sin dai primissimi chilometri grazie a Filippo Ganna (Ineos) e Stefan Kung (Groupama-FDJ) subito molto attivi. Il primo attacco con qualche secondo di margine è invece quello di Taco van der Hoorn (IWG), Matis Louvel (ARK), Nils Politt (BOH), Kamil Gradek (TBV) e Jeremy Lecrocq (BBK), che vengono però ripresi. Poco dopo tocca a Pierre-Luc Périchon (COF), Mads Pedersen (TFS), Taco van der Hoorn (IWG), Luca Mozzato (BBK) e  Danny van Poppel (BOH), anche loro raggiunti. La prima salita categorizzata di giornata vede invece l’allungo di Ganna e Kung, che mettono fra loro e il gruppo un po’ di strada. Con loro anche Matteo Jorgenson (MOV). Ganna è così primo al GPM, davanti allo svizzero, mentre il ritmo sale e in salita soffrono tanti corridori, fra cui Primož Roglič (TJV) e Chris Froome (IPT), che poi rientreranno.

All’inseguimento dei tre si forma invece un gruppetto molto numeroso composto da Neilson Powless (EFE), Damiano Caruso (TBV), Patrick Konrad (BOH), Nicholas Schultz (BEX), Bauke Mollema (TFS), Andreas Leknessund (DSM), Hugo Houle (IPT), Christopher Hamilton (DSM), Edvald Boasson-hagen (TEN), Alberto Bettiol (EFE), Marc Soler (UAD), Nils Politt (BOH), Fred Wright (TBV), Pierre-Luc Périchon (COF), Mattia Cattaneo (QST), Andreas Kron (LTS), Mads Pedersen (TFS), Luca Mozzato (BBK) e Mikkel Honoré (QST). Una azione che scatena la reazione della Alpecin-Deceuninck, abile a chiudere rapidamente per non correre rischi.

Il nuovo contrattacco non tarda ad arrivare, composto da Fred Wright (TBV), Quinn Simmons (TFS), Mads Pedersen (TFS) e Hugo Houle (IPT), che riescono poi a portarsi sui tre al comando. Il loro vantaggio cresce fino ai due minuti e poi si stabilizza, con la Lotto Soudal  che si unisce alla Alpecin in testa al gruppo a fare il ritmo. L’azione delle squadre di Philipsen e Ewan mantiene per un lungo tratto di gara il margine intorno all’1’30”. Sulla seconda salita di giornata, il gruppo rallenta per non mettere in difficoltà i velocisti e il vantaggio torna oltre i 2 minuti, con Pedersen primo al GPM, davanti a Kung e Ganna. Complice anche il vento, il gruppo si spezza e si formano alcuni ventagli, creando qualche momento di forte apprensione, che tuttavia ha durata breve.

La strada infatti non è particolarmente propizia a questo tipo di azioni, anche se ovviamente il ritmo rimane alto e al TV il distacco del gruppo, sempre condotto da Alpecin – Deceuninck e Lotto Soudal, scende a 1’15”. In questa fase fanno l’elastico Fabio Jakobsen (Quick-Step Alpha Vinyl) e Peter Sagan (TotalEnergies), ma la corsa ha il suo vero momento di svolta a 75 chilometri dal traguardo, quando il treno Lotto Soudal sbaglia una curva e Caleb Ewan finisce contro degli spartitraffico di plastica, sbattendo violentemente il ginocchio. L’australiano resta a terra a lungo, riuscendo a ripartire solo dopo l’intervento medico. Accompagnato da alcuni compagni si lancia così all’inseguimento dovendo recuperare circa due minuti su un gruppo che inizialmente non forza ulteriormente, tanto da aver concesso nuovo terreno ai fuggitivi.

Gli Alpecin – Deceuninck trovano tuttavia il supporto della Quick-Step Alpha Vinyl nel tratto di pianura che porta verso l’ultimo GPM di giornata, sancendo così la resa della Lotto Soudal, che non riesce a riportare in gruppo il suo capitano prima che si cominci a salire. Con il distacco nuovamente sceso sotto i due minuti, qui tuttavia il ritmo cala nuovamente, con la Quick-Step Alpha Vinyl che non può tirare visto che Fabio Jakobsen non riesce a seguire. La Alpecin – Deceuninck resta così sola e rapidamente si rialza a sua volta, lasciando il gruppo senza nessuno che voglia tirare. In questo frangente gli attaccanti, dei quali non fa più parte Simmons dopo un gran lavoro in favore di Pedersen, guadagnano rapidamente un minuto prima che sia il Team BikeExchange – Jayco a prendere in mano la situazione. Il forcing della formazione australiana porta subito i suoi frutti, con numerosi corridori che perdono contatto, tra i quali ovviamente anche nuovamente Jakobsen e Sagan.

Il vento porta nuovamente il gruppo a spezzarsi, ma non ci sono vittime di primo piano del forcing del team di Michael Matthews. L’australiano a 15 chilometri dalla conclusione si mette in prima persona in testa al gruppo, dopo che i suoi compagni che hanno lavorato sino a quel momento sono costretti a rialzarsi, esausti. Con il distacco ancora sopra i due minuti e nessuno che ha intenzione di dare una mano, a quel punto appare chiaro che i fuggitivi hanno avuto la meglio. Matthews infatti scuote la testa e si sposta, dichiarando la resa. Appena saputa la notizia, davanti è Mads Pedersen a scattare, con una accelerazione secca che sorprende alcuni avversari. Se infatti Houle e Wright sono abbastanza pronti a reagire, restano invece distanziati Galla, Jorgenson e Kung, che non trovano forze e intesa per inseguire.

Pochi metri diventano così una manciata di secondi, che inesorabili aumentano. Il terzetto di testa invece prosegue con ottima intesa, fino ad entrare nei cinque chilometri finali con un margine di trenta secondi, sufficienti anche per cominciare a darsi battaglia. Con Pedersen ovviamente a fare da spauracchio, sono gli altri due a doverci provare e primo a muoversi è Wright. Pronta la reazione del danese, con Houle che invece fa più fatica, senza comunque che il trio si scomponga. Il canadese ci prova a sua volta entrando nei tre chilometri finali, ma inspiegabilmente è Wright ad andarlo a riprendere, portandosi appresso Pedersen. A quel punto tutti guardano al danese, che tuttavia è bravo a non farsi mettere davanti, piazzandosi così secondo alle spalle di Houle. Il canadese resta imbrigliato in testa, portandosi appresso gli altri due a ritmo di crociera, ma senza far crollare radicalmente la velocità come ci si potrebbe aspettare. Per Pedersen è un invito a nozze, con l’ex campione del mondo che aspetta gli ultimi trecento metri per lanciare una lunghissima volata che lascia senza speranze i suoi avversari.

Risultato Tappa 13 Tour de France 2022

Classifica Generale Tour de France 2022

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio