Giro d’Italia 2024, Paolo Bellino (RCS Sport) sul percorso: “Con la partenza da Torino è difficile toccare tutta l’Italia, vogliamo limitare i trasferimenti”

Come ogni anno, contestualmente alla presentazione del percorso del Giro d’Italia, si sono accese alcune polemiche riguardanti il fatto che la Corsa Rosa non toccherà ogni angolo del Paese. Nell’edizione 2024 non si andrà più a sud di Napoli, che sarà sede di arrivo della tappa 9. Da lì in poi la carovana, partita da Torino e proiettata verso sud per le prima abbondante settimana di corsa, inizierà a risalire lo Stivale, senza quindi avere sedi di partenza e arrivo in Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Sul tema ha dato il punto di vista Paolo Bellino, amministratore delegato di RCS Sport, intervenuto alla SqualoTv nelle ore successive alla presentazione.

“Se parti da Torino è evidentemente difficile discendere lungo tutta l’Italia e poi risalire – le parole di Bellino – Servirebbe un giorno di riposo in più, ma per regolamento UCI i giorni in cui può estendersi un Grande Giro sono 23 (21 di gara più due giornate di riposo – ndr) e l’eventuale deroga per avere una giornata in più di pausa nell’arco della corsa si può chiedere ora solo una volta ogni quattro edizioni. Di solito si guarda al Tour de France come riferimento per le corse di tre settimane e si può vedere come loro raramente riescano a toccare tutta la Francia”.

Proseguendo con l’inevitabile paragone con la grande corsa francese, Bellino aggiunge: “Spesso gli organizzatori del Tour scelgono di partire dall’estero, mentre noi cerchiamo il più possibile di rimanere in Italia. Chiaramente, non si può accontentare tutti, vista anche la conformazione ‘lunga’ dell’Italia. Possiamo comunque lavorarci, ma rimane il fatto che, anche per venire incontro alle esigenze dei corridori, stiamo cercando di ridurre i trasferimenti previsti fra una tappa e l’altra”.

Bellino dipinge poi una potenziale idea su cui lavorare: “Per noi una sfida del futuro può essere quella di ribaltare lo scenario. Da sempre ci concentriamo sul fatto che le montagne su cui si conclude il Giro d’Italia sono le Alpi e non è mai stato fatto un ‘Giro al contrario, magari con l’ultima settimana di corsa al sud. Sono prospettive diverse, che si possono valutare”.

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