Giro d’Italia 2017, assalti falliti e sorpassi in extremis: la storia delle cronometro finali della Corsa Rosa
Cinque anni dopo il Giro d’Italia torna a concludersi con una cronometro individuale. Una circostanza che non si verificava dal 2012, quando venne proposta una prova contro il tempo in quel di Milano e oggi come allora sarà decisiva. Quell’anno ci fu un ribaltone nella frazione conclusiva, con Ryder Hesjedal che partiva secondo in classifica con 31 secondi da recuperare nei confronti del leader Joaquim Rodriguez. Operazione sorpasso riuscita e il canadese riuscì ad aggiudicarsi la corsa rosa per soli 16 secondi.
Assistere ad un ribaltone nell’ultima tappa è un evento raro nella storia del ciclismo, anche se recentemente si è arrivati in più di un’occasione alla cronometro finale con la classifica cortissima al Giro. Nel 2009 Denis Menchov partiva con 20 secondi di vantaggio nei confronti di Danilo Di Luca, riuscendo ad amministrare ed incrementare il vantaggio, malgrado una caduta. Ancor più serrata la sfida nel 2008, con Alberto Contador che aveva solo 4 secondi di vantaggio su Riccardo Riccò, il quale non riuscì ad insidiare il madrileno contro il tempo. Diverso è stato il discorso nel 2010 e nel 2011, quando i vincitori Ivan Basso e Alberto Contador disponevano di un vantaggio tale da poter affrontare la frazione conclusiva senza particolari rischi. Un altro caso di sorpasso all’ultima tappa lo si ebbe nel 1984, quando Francesco Moser con una cronometro straordinaria riuscì a recuperare 1’21” a Laurent Fignon, strappandogli così la maglia rosa in extremis e a salire sul gradino più alto del podio di Verona.
La situazione in classifica lascia presagire ad altri sorpassi nella giornata odierna. Il leader Nairo Quintana è tutt’altro che uno specialista delle cronometro, mentre Tom Dumoulin, quarto a 53 secondi, va fortissimo. Se tutto dovesse andare come da pronostico oggi potremmo assistere ad un cambio di maglia l’ultimo giorno per la terza volta nella centenaria storia del Giro d’Italia.
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