UAE Team Emirates, l’analisi delle prestazioni degli atleti al Giro d’Italia 2017

Il Giro d’Italia 2017 si è concluso ed ecco iniziare, per lo staff dell’UAE Team Emirates responsabile della preparazione e delle prestazioni, l’importante lavoro di analisi dei dati e dei valori relativi alle prestazioni degli atleti raccolti e catalogati durante la Corsa Rosa.

L’analisi è  condotta su più livelli, trattandosi di un’indagine fondata sulle aggregazioni dei dati,  ed è realizzabile grazie all’utilizzo di un software ideato dai membri dello staff e appositamente realizzato da un consulente: tale programma ha consentito di effettuare giornalmente lo studio dettagliato delle prestazioni nelle singole tappe e successivamente di aprire nuovi percorsi di approfondimento attraverso le aggregazioni e le comparazioni degli innumerevoli parametri metabolici relativi alle performances degli atleti.

Il lavoro è complesso e scientificamente attendibile, ha richiesto l’utilizzo di strumenti di rilevazione precisi quali il rilevatore di potenza Power2Max.

Nonostante la complessità dello studio, sono già disponibili i primi dati di rilievo.

Relativamente ai valori di Critical Power, prendendo in considerazione i valori massimi fatti registrare dai singoli sui 30’, le differenze di valori rientrano in una forchetta sufficientemente stretta: si va dai 347 ai 412 Watt. Una differenza di soli 65 Watt è estremamente confortante in quanto avvalora la preparazione effettuata prima del Giro, mostrando un livello di capacità di rendimento uniforme e l’impegno di tutti i corridori della squadra.

 Diverso il discorso per i valori ai 5”, con differenze più marcate tra il valore più alto, 18,3 watt pro chilo, e quello più basso, 14,2, da mettere in relazione con il diverso tipo di lavoro che gli atleti hanno svolto ed anche dalle diverse caratteristiche prestative di ognuno di loro (il valore maggiore è stato raggiunto da un velocista, il minore da uno scalatore).

 Il valore più alto di potenza media nella tappa è quello fatto segnare nella Foligno – Montefalco con 372,1 watt, che supera di poco i 371,8 watt registrati nella Monza – Milano: entrambe sono state frazioni a cronometro.

 A fronte di un grande lavoro di raccolta dati e di complessità di elaborazione, i valori medi sull’intero Giro offrono panoramiche interessanti sulle prestazioni lungo le tre settimane di gara.
Il valore di potenza per Kg di peso più alto ha raggiunto i 3,16 Watt/Kg, mentre il livello minore è stato di 2,69 Watt/Kg.

 Di rilievo il consumo calorico, con un picco di 118.902,2 Kcal bruciate durante le tre settimane, con un parziale di 8.294,9 nella tappa con arrivo a Bormio come consumo calorico più alto tra tutte le frazioni in programma. Il valore minore sulle tre settimane è stato invece di 102.330 sul Giro, lo stesso atleta ha bruciato 7.138,2 nella tappa con arrivo a Bormio.

 Sulle strade e sui 48.721 metri di dislivello della Corsa Rosa, un singolo corridore è arrivato a perdere 38,4 Kg di peso, prontamente recuperati anche se non completamente, arrivando a un divario di peso di 3,7 km tra la partenza da Alghero e l’arrivo a Milano.

Il record della perdita di peso nella singola tappa è stato di 3,9 Kg, sulla strada per Bormio.

C’è chi, invece, è stato in netta controtendenza, avendo a fine Giro un aumento di 1,5 kg rispetto al via dalla Sardegna.

I valori di frequenza cardiaca aggregati danno importanti informazioni circa l’impegno fisico e metabolico dei corridori e sugli sforzi compiuti in gara. Il tempo aggregato più alto di lavoro fuori soglia è di 6h 51’ 25”, seguito da un altro corridore che ha lavorato fuori soglia per 6h 21’ 30”.

 Lo staff della preparazione e delle prestazioni dell’UAE Team Emirates è infine in grado di fornire dati totali inediti per un’analisi sul Giro d’Italia, ovvero quelli relativi alle pulsazioni cardiache totali in gara (somma delle pulsazioni registrate in ogni tappa).

Il minor numero di pulsazioni totali del cuore di un corridore della formazione emiratina è stato pari a  722.631, molto distante dalla quota più elevata di pulsazioni, ovvero 811.175. La frequenza cardiaca media più elevata fatta registrare da un singolo atleta nell’arco delle tre settimane di gara è stata pari a 143.8 bpm, con un picco di 176.6 battiti medi riscontrati nella crono finale.

Da notare come lo stesso corridore sia anche il primatista della cadenza media più elevata lungo l’intera corsa (78,4 rpm) e sulla singola tappa (95,7 rpm, sempre nella crono da Monza a Milano).

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