UAE Team Emirates, Matxin Fernandez è sicuro: “Tadej Pogačar farà ancora meglio dell’anno scorso. Cerchiamo la perfezione”

Matxin Joxean Fernandez crede fortemente nelle potenzialità di Tadej Pogačar per il 2024. In questa stagione il corridore della UAE Team Emirates proverà ad alzare ulteriormente l’asticella cercando di lottare per il successo sia al Giro d’Italia che al Tour de France e il suo general manager è pronto a sostenerlo pienamente per centrare un’impresa che manca da Marco Pantani nel 1998. L’anno del due volte vincitore della Maglia Gialla, dovrebbe partire con le Strade Bianche del prossimo 2 marzo, successivamente disputerà solamente Milano – Sanremo, Volta a Catalunya e Liegi-Bastogne-Liegi prima dell’accoppiata Giro-Tour, per un programma più leggero, studiato appositamente, ma non privo di grandi obiettivi. 

“Farà ancora meglio dell’anno scorso, ne sono convinto – ha commentato Matxin ad AS – È il nostro leader unico per tutti i suoi meriti. Sappiamo che è una garanzia assoluta per il Tour, anche se quest’anno farà anche il Giro. Non correrà tanto prima di andare in Italia e arriverà al Tour con 31 giorni di gara. Se bisognava provarci un anno, era questo. Penso che i rivali siano più importanti del percorso”.

E se quanto sta provando a fare il fenomeno sloveno è qualcosa che non riesce da ormai oltre 25 anni, in squadra sono ben consapevoli che l’impresa non sarà facile, anche se rifiutano paragoni scomodi: “Tutto è molto cambiato, né il ciclismo né i corridori di prima sono paragonabili a quelli di adesso”, commenta infatti laconico riguardo questa lunga attesa che nel 2018 ha visto comunque Tom Dumoulin e Chris Froome non andare poi così lontani.

Parlando della squadra e dell’inizio di stagione degli emiratini, l’esperto dirigente spagnolo rivela la decisione del team di provare a partire più in sordina, ma non nasconde alte ambizioni praticamente su ogni corsa grazie ad una rosa molto ricca e variegata, in cui spesso ci sarà più di un capitano. “Quest’anno abbiamo iniziato un po’ più tranquilli rispetto all’anno scorso perché l’idea era di non partire a tutto gas – spiega – Al Tour Down Under avevamo Jay Vine, ma è arrivata la sorpresa di Isaac del Toro. L’idea è di avere un blocco di corridori per ogni gara e due leader, in molti casi fino a tre. Ad esempio, ora a Valencia avremo Pavel Sivakov e Felix Großschartner; all’Algarve, Marc Hirschi e João Almeida; in Oman, Del Toro e Adam Yates; all’AlUlaTour, Finn Fisher-Black e Rafał Majka…. tutto è strutturato”.

Se sinora son state nominate solo corse a tappe, il colosso emiratino ha comunque anche ambizioni importanti nella classiche, non solo con il suo numero uno. Nelle gare di un giorno la formazione può comunque contare su diversi corridori in grado di farsi notare, partendo dal nuovo arrivato Nils Politt, dal quale rivale “aspettarsi molto”, ma il tedesco non sarà l’unico visto che ci sono “altri corridori che dovranno dare qualcosa in più”.

Infine commenta la scelta fatta di rivelare gran parte delle proprie selezioni per le grandi corse anche a grande distanza dall’evento. “Svelo il blocco di corridori in anticipo perché abbiamo le idee chiare – precisa –  Ci consentirà una variabile tattica importante nelle gare. Gli unici dubbi sorgeranno su possibili cambiamenti dovuti a cadute o malattie”. Inoltre, questo fa sì che anche i corridori “sanno in anticipo” le corse che disputeranno, organizzandosi anche mentalmente e concretamente per “i ritiri in altura”. La comunicazione tra staff e corridori è dunque fondamentale: “Dobbiamo parlare chiaro con i corridori e dire loro cosa ci si aspetta da ciascuno di loro”.

Le ambizioni della squadra numero uno nell’UCI WorldRanking 2023 sono dunque ancora altissime: “Vedo una grande mentalità vincente in squadra, accompagnata da una buona sintonia. Abbiamo grandi individualità in squadra, ma se tutte lavorano assieme pensando in modo collettivo… è quello che proviamo, cerchiamo la perfezione”.

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