Bahrain-Merida, Nibali riflette sul suo 2017 con lo sguardo al futuro

La stagione non è ancora finita, ma Vincenzo Nibali può già guardarsi dietro con soddisfazione. Lasciata la Astana lo scorso inverno per approdare alla neonata Bahrain – Merida, nata proprio intorno a lui, il siciliano ha vissuto una stagione ad alto livello, nella quale è mancata la grande affermazione, ma il doppio podio ottenuto a Giro d’Italia e Vuelta a España lo conferma comunque come uno dei grandissimi del panorama internazionale. “Vincenzo ha confermato di essere uno dei pochi al mondo capace di vincere un GT”, conferma il fedelissimo allenatore Paolo Slongo, che sottolinea come i podi ottenuti siano “un grande risultato” contro “avversari molto forti” e al termine di corse “molto dure”.

Il primo obiettivo era il Giro – commenta lo Squalo dello Stretto – La preparazione era mirata per quell’obiettivo. Ho iniziato a pensare alla Vuelta a luglio, con il ritiro sul San Pellegrino. La preparazione per i due GT è stata un’alternanza di corse, solitamente non più lunghe di una settimana, e ritiri in altura. Quest’anno, ad esempio, ho iniziato in Argentina, per poi andare in altura sul Teide, prima di tornare in Italia per alcune corse. Un percorso progressivo che mi ha visto arrivare praticamente al 100% alla partenza dei Grandi Giri“.

Due corse in cui l’esito è stato simile, ma molto diverse fra loro, probabilmente anche per come si sono sviluppate. Nella Corsa Rosa si son rivelate decisive le cronometro, con una corsa sempre molto aperta che si è decisa solo alla fine, con la scoperta di Tom Dumoulin; in Spagna invece il secondo posto è arrivato battuto dal solo Chris Froome e dalla sua armata, che ha pesantemente condizionato una corsa che il siciliano ha provato a ribaltare sino alla fine. “Giro e Vuelta sono due corse molto impegnative – aggiunge – Al Giro, più che le salite, son state le crono a fare la differenza e questo ha avvantaggiato Dumoulin. Alla Vuelta abbiamo fatto una grande prova contro avversari forti come Froome e la Sky. Per questo il mio secondo posto è un risultato molto importante“.

Vincenzo parla al plurale nell’evocare le prestazioni perché sa bene l’importanza e l’incidenza della squadra nei suoi traguardi. “Per entrambe le corse devo ringraziare i miei fedeli compagni – ammette – Senza di loro non avrei raggiunto questi due podi. Tutti hanno dato il massimo, aiutandomi in ogni circostanza. Un ringraziamento particolare a Franco Pellizotti, che è stato davvero fondamentale nelle ultime tappe della Vuelta”. La forza dei suoi compagni era stato, sin dalla presentazione del team uno degli argomenti più delicati e maggiormente soggetto a critiche da parte di alcuni osservatori, ma tutto sommato la compagine emiratina ha retto bene il confronto con altre squadre più longeve, soccombendo chiaramente di fronte al dominio Sky, che tuttavia rappresenta più un’eccezione che una regola. L’arrivo di un corridore come Domenico Pozzovivo per il 2018 rassicura comunque, garantendo comunque altra qualità importante in salita.

Prima di pensare alla prossima stagione, ci sono tuttavia ancora alcuni obiettivi in questo finale di stagione per lo Squalo dello Stretto, che vuole tornare a vincere anche nelle classiche puntando a Il Lombardia. “La caduta alla Vuelta ha avuto alcune conseguenze (microfrattura ad una costola, ndr), ma dovrei essere pronto per la Classica delle Foglie Morte – conclude – Ora voglio pensare a quello, una corsa bellissima che ho conquistato due anni fa”.

Ancora incerto invece il calendario per l’anno che verrà, per il quale “le ambizioni sono alte”, con il Mondiale di Innsbruck 2018 come punto fermo, attorno al quale “sicuramente” vorrà far ruotare almeno un GT. Quale dipenderà chiaramente dai percorsi, al momento ancora sconosciuti. Mentre non è impossibile che anche in prospettiva iridata, parteciperà a più classiche del solito, un modo per affinarsi ulteriormente a livello tattico, ampliando un palmarès già ricco e variegato.

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