I Volti Nuovi del Gruppo, Giovanni Carboni: “Sogno di vincere una tappa al Tour un giorno”

Continua il nostro viaggio alla scoperta dei Volti Nuovi del Gruppo. Con questa rubrica cercheremo di scoprire e presentare i neoprofessionisti italiani. Quest’oggi facciamo la conoscenza di Giovanni Carboni, passato professionista con la Bardiani – CSF. Un passaggio fra i professionisti che arriva dopo tre anni in formazioni Continental e l’esperienza l’anno scorso fra gli Under23 con la Colpack. Proprio con la squadra bergamasca Carboni l’anno scorso ha ottenuto cinque vittorie fra le quali spicca quella ottenuta nella prima tappa in linea del Giro della Valle d’Aosta.

Per chi non ti conosce, che tipo di corridore sei?
Sono un corridore adatto a vari percorso. Mi trovo bene sia nelle corse a tappe che nelle corse di un giorno più impegnative. Posso esser inoltre molto utile alla squadra sia in pianura che in salita.

Come ti sei avvicinato al mondo del ciclismo?
Ho iniziato a correre nel 2009 fra gli Esordienti secondo anno grazie a mio padre. Inizialmente è stato un divertimento, ma poi con gli anni e le vittorie è diventato un lavoro.

Fra il 2014 ed il 2016 hai corso nella categoria Continental prima del ritorno fra gli Under23. Ora finalmente arriva l’occasione di passare professionista
Dopo i tre anni nella categoria Continental in cui ho visto un po’ come funziona il mondo dei professionisti ora sono a tutti gli effetti un corridore professionista.

Cosa ti porti dietro di questi ultimi quattro anni?
Quello in Area Zero è stato un anno che mi è servito per capire e crescere. Nei due anni alla Unieuro sono cresciuto ancora di più, ma la stagione alla Colpack mi ha fatto veramente il modo di vedere la corsa e di correre.

Spesso i corridori dopo l’esperienza in squadre Continental passano professionisti, mentre te sei dovuto ritornare fra gli Under23 per poi firmare con una squadra Professional. Avevi bisogno di correre con una squadra solida e molto forte fra gli Under23 come la Colpack per fare il salto?
La mia è stata una scelta dettata dal fatto che dopo tre anni in squadre Continental italiane avevo visto che forse manca ancora qualcosa a queste squadre rispetto a quelle estere. Inoltre la Colpack è una squadra che ti segue e ti permette di fare il ciclista al 100%. Questo poi ti permette di arrivare al risultato pieno.

Visto la tua esperienza immagino consiglieresti prima qualche anno di esperienza fra gli Under23 e poi eventualmente una squadra Continental?
Sì, sicuramente. Fra gli Under23 hai la possibilità di partecipare ad alcune corse più adatte alla tua età. Inoltre ora si tende sempre a passare professionista molto presto e quindi si richiedono subito dei risultati fin da giovani. Proprio per questo ottenere dei risultati fra gli Under23 è più semplice rispetto a quando si corre con una squadra Continental contro corridori professionisti.

L’anno scorso hai centrato cinque vittorie. A quale sei più legato?
È stata molto importante la prima al Trofeo Zanchi dopo anni in cui non vincevo. La più bella però è sicuramente quella alla tappa del Giro della Valle d’Aosta. Dopo l’infortunio è stata una vittoria che vale il doppio.

Il quinto posto proprio al Giro della Valle d’Aosta ti lascia un po’ di amaro in bocca oppure non si poteva fare di più?
Rimango con il rimpianto di non sapere come sarebbe potuta andare se non avessi avuto l’infortunio prima.

In passato si è parlato spesso di te anche per quanto riguarda le cronometro. È una disciplina che hai continuato a curare in questi anni?
Sia in Area Zero che in Unieuro ho continuato ad allenarmi nelle prove contro il tempo. L’anno scorso in una giornata no ho fatto terzo nel campionato italiano e questo purtroppo mi ha precluso un po’ la partecipazione ai Campionati Europei edi i Mondiali. Però vorrei continuare ad allenarmi in questa disciplina anche perché pensando anche al futuro sia molto importante.

Quali obiettivi ti sei posto per questo primo anno fra i professionisti?
Sarebbe bello poter partecipare al Giro d’Italia. Mi sarebbe piaciuto esser al via anche della Tirreno visto che la tappa di Fano passa proprio nel mio paese, ma purtroppo non è arrivato l’invito.

Hai una corsa che sogni vincere un giorno?
Il sogno senza dubbio è quello di vincere una tappa al Tour de France.

Hai un corridore del passato al quale ti ispiri?
Mi è sempre piaciuto tanto Contador nei suoi anni d’oro perché esprimeva il divertimento in bici. Era un insieme di forza e stile che manca nel ciclismo odierno.

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