#SpazioTalk, Domenico Pozzovivo: “Vorrei correre ancora il Giro per eguagliare il record di Panizza”

Domenico Pozzovivo vuole correre almeno un’altra stagione. Il corridore lucano, che a fine novembre compirà 41 anni, è in scadenza con la Israel-Premier Tech e non si è ancora accasato per un’altra annata. Il 2023 non è stato un anno particolarmente fortunato: presente al Giro d’Italia con l’obiettivo di entrare in top 10, ha dovuto lasciare la corsa durante il primo giorno di riposo a causa del Covid. Poi una caduta in Spagna ha minato la seconda parte della sua stagione, terminata con un altro infortunio, che ha anticipato ai nostri microfoniDomenico Pozzovivo concede quindi un’intervista a SpazioCiclismo, che potete anche ascoltare all’interno del podcast SpazioTalk.

Alla Veneto Classic è stata fatta una passerella d’onore per i corridori che hanno annunciato il ritiro e tu non hai voluto farne parte. Vuol dire che c’è l’intenzione di fare un’altra stagione?
Sì, esatto.

Con la Israel ci sono già ragionamenti in atto?
Non c’è ancora una pietra tombale, vediamo. Speriamo di poter ancora correre, in qualche maniera.

In questo momento stai parlando con qualche squadra?
Non c’è niente di concreto ancora, no.

Ma l’idea è correre nel World Tour nella prossima stagione?
Per lo meno al Giro d’Italia. Lo vedo come un obiettivo che mi posso porre, anche per raggiungere il record di partecipazioni di Panizza.

Nel caso, che obiettivo ti daresti al prossimo Giro d’Italia?
Se continuo a correre è perché constato che il mio livello non è calato. Quest’anno ero partito per fare la top ten, l’anno prossimo l’obiettivo sarà lo stesso. E farlo da over 40 sarebbe un valore aggiunto.

Quest’anno ce l’avresti fatta ad arrivare in top 10, se avessi avuto la possibilità di finire il Giro? Di fatto hai dovuto lasciare per Covid durante il primo giorno di riposo.
Difficile dirlo a posteriori, anche dopo il mio ritiro ci sono state tante cadute e molti protagonisti sono dovuti andare a casa. Se fossi riuscito a passare in mezzo a tutte queste forche caudine, penso di sì.

Ti piacerebbe correre per una squadra italiana? Firmeresti con un team anche prima di essere sicuro al 100% della Wild Card al Giro o aspetteresti?
Non c’è la certezza, ma siamo già orientati a dare una possibilità a una delle squadre che potrebbero essere al Giro su invito e non perché hanno già il posto. Non sarebbe necessario aspettare gennaio per firmare.

Questa stagione non è stata fortunatissima, per usare un eufemismo, vedendo il numero di cadute e infortuni.
Assolutamente. Basta guardare il numero di giorni in cui ho corso per capire che non è stata affatto una stagione. È stata un embrione di stagione.

Tra l’altro era iniziata con il secondo posto a Forlì nella Coppi e Bartali, segno che quando non ci sono problemi di infortuni puoi ancora dire la tua.
Sì, la prima parte dell’anno, a parte non avere ancora un contratto, è filata via liscia. Infatti avevo sottolineato nelle interviste che stavo bene ed ero pronto per correre. Invece dopo ci sono stati tanti problemi. Comunque ero riuscito a raggiungere qualche risultato nonostante tutto, come il settimo posto al Mont Ventoux e qualche piazzamento in Francia. Dopo anche la tempistica degli incidenti nei momenti sbagliati, come quello di fine luglio, non ha permesso di recuperare. Poi sono rientrato, non aver corso il Lombardia non ha aiutato. E in Veneto sono caduto e ho riportato una frattura.

Hai concluso con una frattura al Veneto Classic?
Sì, ho avuto un infortunio molto strano. Nel cadere, qualcuno mi è caduto sul ginocchio e ho avuto una distorsione. Quindi in pratica è un infortunio da calciatore. Nella risonanza si vede che si è distorto il legamento collaterale radiale. Ma è una cosa recuperabilissima, anche perché non è tipica del ciclismo.

E comunque non avrebbe fatto troppo la differenza, visto che in questo periodo ti saresti riposato in ogni caso. Nella preparazione non cambierà moltissimo.
Esatto, anche se è già il secondo anno di fila in cui concludo con un infortunio. L’anno scorso mi ero fratturato un omero cadendo al Lombardia e ho fatto convalescenza a riposo. L’anno prossimo se corro non dirò che è l’ultima gara e anticiperò la fine della stagione alla penultima (ride, ndr).

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