Coronavirus, Davide Cassani chiede di poter uscire: “Siamo come cani tenuti al guinzaglio, corto e stretto al collo”

Davide Cassani invoca la possibilità di tornare a fare sport all’aria aperta a partire dal 4 maggio. Una soluzione che sembra possibile in base alle indiscrezioni filtrate nei giorni scorsi dai palazzi del governo, ma per la quale per il momento non c’è alcuna conferma ufficiale, anzi, negli ultimi giorni sono anche emersi alcuni dubbi al riguardo. Oltre alla possibilità di far uscire i suoi ragazzi affinché si possano preparare al meglio per gli appuntamenti che verranno (sempre che verranno), il commissario tecnico della nazionale italiana si schiera ora apertamente dalla parte di coloro che chiedono a gran voce la possibilità per tutti di tornare agli allenamenti fuori di casa.

Lo dico come se fosse un avviso ai naviganti alla ricerca disperata di un porto sicuro. È vero che il 4 maggio ci sarà la possibilità di fare sport all’aria aperta? Care persone che avete in mano le leve del potere e, come si dice, siete perennemente occupati nelle stanze dei bottoni, cercate di capire anche noi che non abbiamo stanze e tra poco forse non avremo neppure più bottoni. Se non ho capito male non manca tanto al giorno in cui possiamo uscire di casa, vero? Anche perché bisogna tenere conto non soltanto delle necessità assolute che il virus comporta, ma che, questo maledetto Covid 19, potrebbe, nel prossimo futuro, anche fare una strage di anime.
Dico questo perché qualunque resistenza ha un limite e noi siamo prossimi a raggiungere questo limite.
Quindi “Possiamo uscire”?
Ora siamo come cani tenuti al guinzaglio e questo guinzaglio si è fatto corto e stretto al collo, per cui intorno a noi ci manca lo spazio, ci manca l’aria.
Cari amici, voi sapete che io per primo vi ho invitato al rispetto degli ordini che venivano appunto dall’alto, era necessario affrontare con misure drastiche una calamità come quella che stiamo vivendo. Ma adesso, che il peggio è passato, senza strillare, senza alzare la voce, chiedo conferma: “Posso uscire davvero”?
Badate, cari signori governanti, che questa non è solo una domanda di comodo che viene dall’esigenza umana di “muoversi”. Questa è una richiesta che viene dall’anima perché non abbiamo bisogno solo di aria, o di sole, o di buona salute: abbiamo bisogno di qualcosa che ci scaldi il cuore e questo qualcosa hai voglia a girare e rigirare, ma per le stanze di casa non lo trovi. E poi non vedo pericoli nel fare una corsa a piedi, in solitaria e neanche nel prendere una bicicletta, sempre da soli.
Ma attenzione, ancora più di prima dobbiamo essere bravi. Rispettare le distanze, tenere una mascherina a portata di mano, prestare la massima attenzione, fare in modo che lo sport diventi davvero una medicina rigeneratrice e non altro.
L’organizzazione Mondiale della Sanità conferma che l’attività fisica è fondamentale ed io penso che lo sport fa bene, anche e soprattutto in tempi di Coronavirus, basta farlo da soli. Rigorosamente da soli. Ce la facciamo?

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