UAE Team Emirates, Valerio Conti: “Consapevole di dover aiutare i capitani, ma voglio anche vincere. Magari al Giro”

Il 2021 di Valerio Conti inizia oggi. Il portacolori della UAE Team Emirates fa il suo esordio stagionale con il Tour de la Provence 2021, breve corsa a tappe in cui ritroverà un parterre di alto livello contro il quale misurarsi. Per lui una possibile occasione visto che sarà una delle poche volte che non avrà grandi capitani per cui lavorare, godendo dunque di una certa libertà. Alla sua ottava stagione ormai nel team con il quale passò professionista nel 2014, il giovane corridore romano vede la sua squadra crescere molto attorno a sé, ma sa di meritare un posto in un team dalle grande ambizioni, pronto a dimostrare il suo valore tanto al fianco dei grandi leader che in prima persona.

Come è andato il ritiro e il tuo inverno?
Veramente bene. Anche gli allenamenti e il clima negli Emirati sono stati molto buoni. abbiamo fatto tanti lavori specifici, specialmente in salita. È una ascesa di oltre 30 minuti al medio, quindi ci siamo potuti preparare molto bene. Come squadra è andato molto bene, c’è una grande atmosfera e collaborazione fra tutti. Si nota che la squadra ha fatto un altro salto in avanti.

Un corridore in crescita come te ora come si inserisce in questo contesto in evoluzione?
La squadra ora è tra le più forti, se non la più forte al mondo. Sono consapevole che devo aiutare nelle gare in cui ci sono Tadej, Hirschi o Ulissi, poi ci sono gare adatte alle mie caratteristiche come Catalunya, Provence o Andalusia. Corse in un certo senso minori, ma nelle quali possono avare le mie possibilità visto che non sono corse in cui si va piano, ma in cui il team magari non porta i suoi capitani.

Sai quale sarà il tuo calendario?
Sperando che non cambino ulteriormente le gare, abbiamo stilato il nostro programma. Il mio mi piace molto, sia per fare risultato che per lavorare a favore dei capitani. Partirò dal Tour de la Provence, poi avrei dovuto fare Andalucia. Dovrei fare Catalunya, GP Indurain e Giro dei Paesi Baschi, poi astarubia, Giro del Trentino e Giro d’Italia. Farò poi sicuramente anche altre gare in seguito, ma

C’è anche la possibilità di vederti ai Giochi?
Ancora non si parla di questo per quanto mi riguarda, anche vista la situazione del covid. Visto come è andata l’anno scorso penso che anche Davide stia aspettando visto che c’è tempo ancora.

Al Giro d’Italia con che ambizioni ti presenti, ci potrebbero essere per te possibilità di avere spazio in prima persona?
Ci saranno Formolo e Gaviria, ma non ci sarà un corridore come Pogacar per il quale bisognerà sempre correre tutti per lui, quindi spero di poter avere alcune possibilità. A fine stagione sinceramente spero di poter vincere 1-2 gare, perché è sempre una bella emozione. Incastrare vittoria con il supporto al team non è facile, ma ci voglio provare. Voglio anche ottenere punti che sono importanti per la squadra, ma è proprio al Giro che spero di ottenere questa vittoria importante.

In una squadra con così grandi nomi e che deve ben bilanciare le esigenze di tutti, è possibile fare due grandi giri?
Sicuramente è possibile, ma in una squadra come questa devi farne uno per te e un altro per fare risultato, considerando che in uno sarai più stanco e dovrai aiutare. Ad esempio Formolo sarà al Giro da capitano, poi al Tour sarà al servizio di Pogacar. Fare due grandi giri è sicuramente possibile, soprattutto Giro e Vuelta che c’è più tempo per recuperare.

Questa può essere una possibilità per te quest’anno?
No, quest’anno io faccio “solo”, che non è certo poco, il Giro, ma non farò la Vuelta. È comunque un calendario che mi piace molto, con alcune gare importanti di un giorno visto che dovrei fare anche Clasica San Sebastian e le gare in Canada, con GP Montréal e Gp Québec. A fine stagione dovrei fare anche alcune classiche italiane in vista del Lombardia.

Mi sembrava mancasse un po’ di Italia dal tuo calendario, tolto il Giro…
Io sono uno di quelli che corre quasi sempre in Italia. Quest’anno, in base anche agli obiettivi, è stato cambiato leggermente lo scenario, ma adoro correre nella mia Italia. A me le corse in Italia piacciono di più, si respira una atmosfera diversa. I tifosi ti incitano di più, facendoti sentire maggiormente a casa e questo ti dà ulteriori motivazioni. Quando si va all’estero, soprattutto fuori Europa, la differenza si nota tanto, anche magari a causa del fuso orario. In Francia e Spagna la situazione è simile alla nostra, il clima è lo stesso anche in strada, ma per me correre in Italia resta qualcosa di speciale.

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