UAE Team Emirates, Juan Ayuso: “I Mondiali, le Monumento, i tre GT: ho molte sfide davanti”

Come tutti i giovani Juan Ayuso è molto ambizioso e per ora sembra avere dalla sua un talento pronto a supportarlo. Passato professionista con la maglia della UAE Team Emirates a metà 2021 subito dopo aver conquistato il Giro d’Italia Under 23, il classe 2002 ha impiegato poco tempo ad adattarsi alla nuova categoria. Nell’agosto 2022, infatti, ha ottenuto la sua prima vittoria al Circuito de Gexto, chiudendo poi al terzo posto la Vuelta a España. Quest’anno il suo esordio stagionale è stato rimandato di molti mesi a causa di alcuni problemi di salute ed è così riuscito a correre solo il Giro di Romandia, dove ha vinto una tappa, e il Giro di Svizzera, chiuso al secondo posto con due successi parziali.

Il nativo di Barcellona ha confidato a Marca i suoi sogni per il futuro, a partire proprio dai campionati nazionali di questa settimana: “Fare la doppietta sarebbe fantastico. Ma devo pensare giorno per giorno. Se venerdì non vincerò a cronometro, non sarà più possibile. Ora sono concentrato su quella. La prova in linea sarà più difficile, perché dalle altre squadre arriveranno tanti corridori, mentre per la UAE ci sono solo io”.

“Avendo visto le sensazioni in Svizzera – ha aggiunto – adesso vogliamo correre di più. Prima di stare male avevamo pianificato di correre la Clasica San Sebastian e Gexto, ma adesso forse aggiungeremo altre corse. Voglio arrivare alla Vuelta in ottima condizione perché la sfida è migliorare quanto fatto l’anno scorso […] Quest’anno voglio vincere la Vuelta e l’anno prossimo andare al Tour“.

In Francia, però, potrebbe trovare il compagno di squadra Tadej Pogacar: “È meglio averlo come alleato che come rivale. Non conosco i suoi programmi per il prossimo anno. Mi concentro su me stesso e non su cosa fanno Vingegaard e tutti gli altri. Sono concentrato sul fare di tutto per migliorare. Quando arriverà la partenza del Tour il prossimo anno o tra due, sarò pronto a dare battaglia con chiunque, ma devo provare ad essere nella miglior condizione”.

Il ventenne non sembra preoccuparsi neanche della pressione che ha addosso, soprattutto in Spagna, dove oramai è uno dei punti di riferimento: “Sono felice, ma so che devo ancora crescere molto. Sono contento quando gli altri spagnoli vincono, perché ne conosco molti […] Il mio obiettivo non è essere lo spagnolo migliore, ma il più forte al mondo”.

Tanti, quindi, gli obiettivi anche a lungo termine: “I Mondiali, le Monumento, i tre Grandi Giri… Ci saranno molto sfide, ma devi iniziare da una. Quest’anno mi concentrerò sulla Vuelta e poi andremo passo passo […] Mondiali e Olimpiadi sono un sogno, tuttavia devo aspettare che i percorsi siano duri. Se sarà così mi preparerò al meglio per rappresentare il mio paese”.

Devo ancora migliorare in quasi tutto – ha comunque ammesso il talentino iberico – A cronometro non mi sento migliorato rispetto all’anno scorso a causa dell’infortunio. Anche per quanto riguarda la lettura della corsa ho ancora molto da migliorare […] Credo che l’esperienza mi darà molto. Voglio continuare ad imparare per conoscermi meglio“.

Purtroppo tra tante esperienze belle, recentemente ha dovuto fare i conti anche con la morte di Gino Mader al Giro di Svizzera: “Al podio delle premiazioni abbiamo saputo che aveva avuto una brutta caduta. Abbiamo iniziato a preoccuparci quando non c’erano notizie. Il giorno successivo stavamo per andare al foglio firma quando è arrivata la notizia. La prima cosa che ho fatto è stata dire al mio direttore sportivo che non avrei corso così. È stata dura; lo conoscevo. Il giorno dopo in gruppo ho visto un rispetto che non avevo mai sperimentato“.

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