Giro dei Paesi Baschi 2024, Juan Ayuso commenta il suo trionfo: “Una tappa durissima, ma noi siamo stati perfetti”.

Ribaltone completato al Giro dei Paesi Baschi 2024. Coronando uno splendido lavoro corale della UAE Team Emirates, a trionfare è Juan Ayuso che stacca nettamente Mattias Skjelmose (LIDL – Trek) per conquistare la corsa. Si sapeva sin da ieri, quando la classifica generale vedeva 10 corridori in 30 secondi di distacco che i 138 chilometri intorno ad Eibar sarebbero stati decisivi per decretare il vincitore della corsa spagnola, e sono stati proprio due iberici a festeggiare oggi: oltre al già citato Ayuso, primo in generale e secondo di tappa, anche Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers) che ha alzato le braccia al cielo per la vittoria nella frazione odierna, chiudendo invece secondo la classifica generale.

Una tappa, quella di oggi, studiata in tutti i dettagli dalla formazione degli Emirati Arabi, come è lo stesso Ayuso a raccontare ai nostri microfoni: “Sapevamo che sarebbe stata una tappa durissima e molto esplosiva. La squadra ha corso perfettamente filtrando chi andava in fuga, poi sin dalla salita di Krabelin abbiamo alzato il ritmo perché volevamo far soffrire la LIDL – Trek e Mattias. Marc Soler ha fatto una corsa perfetta e poi ad Izua mi sentivo bene e ho attaccato, e nonostante ci abbiano poi ripreso in discesa ero tranquillo perché mentre io recuperavo, restando a ruota, dietro hanno dovuto fare la discesa a tutta e sapevo che avrei potuto staccarli nuovamente con un attacco ben piazzato sulla salita finale, ed è quello che ho fatto. Anche se San Miguel non è così dura, con la fatica accumulata potevo fare la differenza.”.

Piano studiato alla perfezione ed esecuzione, se possibile, ancora migliore, con il bonus per Ayuso di aver potuto attaccare con Carlos Rodriguez, suo connazionale ed amico, per il quale il trionfatore di questa settimana ha speso bellissime parole: “È stato bellissimo poter attaccare con Carlos, quando eravamo giovani correvamo e ci allenavamo sempre insieme su queste strade. Ovviamente c’è rivalità tra di noi, è inevitabile, abbiamo corso contro da quando avevamo 15 anni e poi anche negli under 23. Ma è una rivalità sana e che ci piace, e quando capitano occasioni come quella di oggi in cui possiamo lavorare insieme è bello poterlo fare con un amico che conosci da tanto tempo, con la quale ho corso spesso in nazionale tra le giovanili. Abbiamo potuto collaborare perché conveniva ad entrambi; non avrei voluto nessun’altro, ad eccezione di un compagno di squadra ovviamente, al posto suo”.

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