Pagelle Giro delle Fiandre 2023: Pogacar sempre più Monumentale, Van Der Poel non sbaglia niente, grinta Pedersen e Powless, sfortuna Van Aert

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 10 e lode: Le sua definizione è la più pertinente: “la corsa migliore di sempre”. I numeri dicono già tanto di questo successo dello sloveno, che è solo il terzo vincitore di Tour de France a conquistare la Ronde dopo Louison Bobet ed Eddy Merckx, ma è anche il corridore in attività con più vittorie nelle Classiche Monumento (4) distribuite su tre corse diverse, con la vittoria di oggi che gli permette di staccare van der Poel che l’aveva raggiunto dopo la Sanremo in una statistica che probabilmente dovrà essere aggiornata spesso nei prossimi anni. Al di là dei freddi numeri, però, è l’impressione che questo fenomeno riesce a fare negli addetti ai lavori, in chi guarda alla tv e persino in chi corre con lui, come dimostrano le parole di elogio nei suoi confronti degli uomini che sono saliti sul podio con lui.

Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), 9: Ancora una volta grande protagonista in questa corsa. Il neerlandese si fa sorprendere a inizio gara ed è costretto a spremere la squadra per rientrare, con la conseguenza di perdere presto tutti gli uomini a disposizione, compreso Soren Kragh Andersen, che era stato sempre nel vivo della corsa nelle ultime uscite. Quando la corsa entra nel vivo, però, il campione uscente non sbaglia un colpo, solo che, come ha ammesso anche lui, Tadej Pogacar oggi era davvero troppo più forte di lui. Bravo poi a resistere, nonostante la tentazione di rialzarsi, per portarsi a casa un ottimo secondo posto.

Mads Pedersen (Trek-Segafredo), 9: L’ultimo baluardo prima del ciclone Pogacar. Il danese è bravo ad andare via al gruppetto di testa, sapendo di dover anticipare prima dell’attacco dei tre grandi favoriti. L’azione di Pogacar però è straripante e così all’ex campione del mondo non resta che gestire le energie e rientrare nel gruppetto, regolato poi allo sprint per salire sul podio. A Roubaix ci riproverà ancora, ma intanto la sua Campagna delle Classiche è già più che positiva.

Wout van Aert (Jumbo-Visma), 8: Più di così probabilmente non poteva fare. Una caduta lo mette in difficoltà fisica e una gestione non ottimale da parte del team non gli crea nemmeno grandi vantaggi tattici, se non nel ritrovarsi Nathan van Hooydonck (7,5) nel finale per riportarlo sotto, ma a quel punto la corsa era già andata e qui l’errore è stato probabilmente della squadra che avrebbe dovuto fermarlo prima vista la situazione. L’impressione è che lui abbia fatto il massimo, la Jumbo-Visma (che pure aveva vinto tutte le corse del pavé sin qui) invece non proprio, non spendendo al meglio le proprie pedine come un Christophe Laporte (7) mandato allo sbaraglio senza grandi motivazioni.

Matteo Trentin (UAE Team Emirates), 8: Anche Tadej Pogacar ha un uomo prezioso su cui poter fare affidamento. L’italiano esegue perfettamente il piano messo a punto al mattino, lanciandosi nell’azione giusta, aspettando poi l’arrivo del capitano e vederlo involarsi verso la vittoria. La top 10 e il risultato di primo degli italiani sono poi ottime ciliegine sulla torta.

Neilson Powless (EF Education-EasyPost), 8: Al debutto in questa corsa chiude quinto. Negli ultimi anni avevano fatto meglio solo Pogacar e van der Poel (entrambi quarti nella loro prima volta qui), ma come ha detto lo stesso americano stiamo parlando di due dei migliori al mondo in questo sport. Finire soltanto dietro corridori di questo calibro, vuol dire che il potenziale per vincere questa corsa c’è tutto, confermandosi ormai un corridore a tutto tondo, come pochi ce ne sono.

Kasper Asgreen (Soudal-QuickStep), 7,5: Finalmente si rivede il Wolfpack. È ancora presto per parlare di rinascita, anche perché il settimo posto è un risultato ancora lontano dai fasti di un tempo, ma almeno la compagine di Patrick Lefevere torna a essere protagonista. L’uomo chiave è il danese, che già nelle ultime disastrose corse del team era sembrato quello con la gamba migliore, bravo a inserirsi nell’azione giusta in cui per alcuni chilometri sembra poter essere persino il favorito. Alla fine arriva una top 10 che deve servire da punto di ripartenza per il team e che è una buona iniezione di fiducia per lui, che è anche reduce da un 2022 difficile.

Matteo Jorgenson (Movistar), 7,5: L’americano è sempre più una certezza in questo avvio di stagione. Dopo il quarto posto alla E3 alle spalle solo dei tre fenomeni anche il suo nome era finito nel calderone di quelli più attesi e possiamo dire che non ha tradito le aspettative. Nel finale, forse anche per inesperienza (anche lui era al debutto in questa corsa), perde le ruote del gruppetto che si gioca il podio, ma il nono posto finale è un risultato che ci dice che anche lui sarà un sicuro protagonista di questa corse in futuro.

Stefan Küng (Groupama-FDJ), 7: Si conferma generoso e coraggioso, dimostrandosi tra i più attivi e intraprendenti nel gruppo di coloro che provano ad anticipare. Alla fine ne esce un buon sesto posto, in linea con il quinto della passata stagione e con quello che è il suo ruolo e livello in queste corse. Lo svizzero è ormai una realtà delle corse di un giorno e prima o poi potrebbe arrivare il risultato di peso.

Fred Wright (Bahrain Victorious), 7: Non è il più appariscente del gruppetto di coraggiosi, ma ogni volta che c’è un cambio di ritmo si fa trovare pronto, finendo così per giocarsi il podio. Nella volata non ha più tantissime energie, chiudendo in ottava posizione. Un risultato che comunque conferma il piazzamento dello scorso anno, che chiaramente non è stato un caso.

Nils Politt (Bora-hansgrohe), 6,5: Consapevole di non averne quanto i big nei momenti caldi, prova ad anticipare, dimostrando la sua voglia di non voler subire la corsa. Al traguardo chiude lontano dai migliori, ma almeno ci ha provato.

Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen), 6: Il suo debutto nella Ronde non è di quelli che lasciano il segno, ma affronta la corsa con il piglio giusto, senza timori reverenziali e con la voglia di provarci. Riuscito ad inserirsi nell’azione che gli avrebbe permesso di giocarsi un buon piazzamento, non riesce poi a seguire quando la situazione si surriscalda, ma ha sicuramente imparato molto e ha confermato che può dire la sua in queste corse.

Florian Veermersch (Lotto Dstny), 6: Entrato nell’azione giusta, il belga non trova poi le gambe per seguire il ritmo nel finale, finendo così per chiudere piuttosto lontano dai primi. Il colpaccio sfiorato nel 2021 alla Parigi-Roubaix stavolta non si avvicina neanche, ma la strada per tornare a quei livelli è quella giusta.

Alexander Kristoff (Uno-X Pro Cyling Team), 5,5: Il norvegese fa quello che doveva fare, vincendo la volata dei battuti. Peccato che davanti stavolta siano in molti e il suo sprint non gli vale più di un 18° posto, ma era difficile chiedergli concretamente molto di più.

Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 5,5: Non riesce a tenere il passo con i migliori. Si inserisce nell’azione giusta, ma poi quando il gioco si fa duro lui non riesce a seguire e deve restare con Laporte. Il francese però lo stacca e lui viene ripreso pian piano da tutti, fino a chiudere in cinquantaduesima posizione, a oltre otto minuti dal vincitore. Paga ancora le conseguenze della caduta alla Tirreno-Adratico, con una commozione cerebrale che lo ha costretto a fermarsi proprio sul più bello e attualmente è ben lontano da quel corridore capace di vincere la Strade Bianche solo un mese fa.

Filip Maciejuk (Bahrain Victorious), 3: Rovina la corsa di molti corridori, con il rischio di fare ancora più danni. Il polacco sceglie con una manovra improvvida di passare fuori dalla sede stradale, ma sbanda e finisce sul gruppo, facendo cadere oltre cinquanta corridori, alcuni costretti al ritiro (come Sagan e Wellens), altri a correre con problemi fisici (come van Aert). Un’azione imperdonabile e che ovviamente è stata punita con la squalifica dalla gara. Il ventitreenne si è immediatamente scusato e ha ammesso l’errore, e questo è sicuramente apprezzabile, ma la sua mossa è stata davvero brutta e anche tanti dei senatori del gruppo non l’hanno gradita (Thomas De Gendt, ad esempio, che guardava la corsa da casa ha invocato una sospensione).

Valentin Madouas (Groupama-FDJ), sv : Dopo il podio dello scorso anno arrivava qui con grandi speranze, ma purtroppo è costretto ad abbandonare presto la corsa a causa di problemi intestinali, dopo essere stato staccato sin dalle prime fasi di corsa.

Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty), sv: Dopo il difficile avvio di stagione, oggi stava pedalando nelle prime posizioni del gruppo. Purtroppo una caduta lo taglia fuori proprio nel momento decisivo, impedendogli di festeggiare al meglio il giorno del suo ventitreesimo compleanno.

Peter Sagan (TotalEnergies), sv: L’ultima Ronde di colui che è stato uno dei grandi protagonisti delle classiche dell’ultimo decennio si chiude con un mesto ritiro. Difficilmente lo avremmo visto protagonista, ma meritava una passerella migliore.

Matej Mohoric (Bahrain Victorious), sv: Tra le numerose vittime delle cadute odierne, lo sloveno perde così l’occasione di mettersi in mostra in una delle corse a cui teneva maggiormente quest’anno.

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