Milano-Sanremo 2024, Tim Wellens: “Non siamo alla Playstation. Tadej ha chiesto di poter attaccare alla Cipressa, ma sarebbe stato un suicidio”

Delusione in casa UAE Team Emirates dopo una Milano – Sanremo 2024 che non è andata secondi i piani. A riflettere sulla strategia della squadra nella classicissima, conquistata da Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) in uno sprint ristretto dopo che Tadej Pogacar non è riuscito a fare la differenza come sperava, sono Mauro Gianetti e Tim Wellens. La formazione emiratina dove imprimere un ritmo infernale sulla Cipressa per assottigliare il più possibile il gruppo e sfiancare i rivali in vista di un attacco del proprio capitano sul Poggio, ma sono mancate le energie di alcuni uomini, vanificando così la pianificazione che era stata fatta.

Dopo la tirata iniziale di Alessandro Covi, dei tre uomini che dovevano imprimere il ritmo sulla Cipressa ne era rimasto infatti uno solo, il giovanissimo Isaac Del Toro, che ha fatto quel che poteva, finché poteva, ma poi si è dovuto scansare. Ed è probabilmente in quel momento, che ha visto andare in fumo il piano iniziale, che Tadej Pogacar ha perso la Milano – Sanremo. “Contavamo su Marc Hirschi o Diego Ulissi sulla Cipressa, ma non c’erano più”, ha spiegato il direttore sportivo Mauro Giannetti a Cyclism’Actu”.

“Eravamo un po’ in anticipo sul programma – ammette Tim Wellens, l’ultimo uomo rimasto al fianco del leader nel momento chiave – Era rimasto un solo corridore al posto dei due compagni di squadra, ma ovviamente non siamo alla PlayStation”. Il belga ha poi dovuto “lavorare un po’ prima”, tenendo comunque alto il ritmo sulla penultima salita di giornata, ma inevitabilmente a quel punto “mancavano le energie per il Poggio”, dove ha comunque fatto da trampolino di lancio per il suo capitano e i suoi due attacchi. Azioni che sarebbero anche potute arrivare prima a quel punto, ma il belga ha chiamato a più miti consigli il suo capitano, preso dalla frustrazione: “Tadej ha chiesto di poter attaccare alla Cipressa, ma sarebbe stato un suicidio”.

È tuttavia evidente che quel calo di ritmo, dopo che Del Toro si era rialzato, ha dato a molti la possibilità di rientrare, o comunque di rifiatare, mentre in quel momento era importante dare un ulteriore scossone alla corsa. Forse la squadra si era fatta prendere troppo la mano nelle fasi di gara precedente, dovendo inseguire una fuga numerosa che ha dato battaglia finché ha potuto, costringendo così alcuni uomini a bruciare le proprie energie prima del previsto. Ma è chiaro che per il futuro ci sarà da ragionare per tentare un nuovo assalto ad una corsa che negli ultimi tre anni ha sempre visto protagonista lo sloveno, che tuttavia sinora non ha portato a casa più del podio ottenuto questa domenica.

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