Ef Education – EasyPost, Jonathan Vaughters contro il sistema-retrocessioni: “Fa male agli atleti, distrugge le squadre e incoraggia il doping”

La sua squadra, la Ef Education-EasyPost sembra ormai al riparo dalla retrocessione, ma il sistema attualmente in vigore per l’assegnazione delle licenze World Tour continua a non piacere a Jonathan Vaughters. Lo statunitense, general manager di una squadra che a lungo in questa annata ha navigato nei bassifondi della classifica UCI, usa parole forte per esprimere il suo disaccordo nei confronti di un regolamento che porterà due formazioni a perdere lo status di “massimo livello” a favore di due Professional che saranno invece promosse, in base ai risultati raccolti negli ultimi 3 anni.

“Prima di tutto, una puntualizzazione – ha scritto Vaughters su VeloNews – Al contrario di quel che è stato detto, le squadre non hanno mai votato a favore di questo sistema. E se mai fosse successo, io avrei votato no. Così com’è strutturato, questo regolamento di promozioni e retrocessioni è devastante per il ciclismo. Fa male agli atleti, distrugge le squadre, abbassa il valore della competizione sportiva. E incoraggia il doping. Lo dico perché nello sport, quando le cose diventano disperate, si tende ad andare oltre il principio di correttezza”.

Vaughters sottolinea: “Succedono tutte queste cose perché il sistema crea instabilità, dato che gli sponsor non si sentono più sicuri di rimanere al massimo livello e le squadre barcollano. Le aziende non vogliono saltare da una squadra all’altra a caccia di una realtà stabile, che gareggi nel World Tour. Capisco il punto di vista di quelli che dicono che questo sistema incoraggi nuovi sponsor a entrare nel ciclismo insieme a nuove squadre. Ma il nodo è che al momento le squadre sgomitano per un numero limitato di sponsor: nuove e vecchie squadre promettono tutte una sola cosa, il Tour di France. E gli sponsor possono essere confusi dal fatto che tutti puntino alla stessa cosa, ma non tutti ci potranno andare”.

L’ex corridore statunitense fa il parallelo con la Premier League, il massimo campionato di calcio inglese: “Lì il discorso delle retrocessioni ha senso perché le squadre giocano l’una contro l’altra e viene fuori una classifica regolare. Il ciclismo? Facciamo una classifica con squadre che non affrontano gli stessi impegni. La mia squadra gareggia raramente nelle corse che si fanno nel nord della Francia, mentre l’Arkéa-Samsic lì c’è sempre ma non fa il Giro d’Italia. Eppure, nel mese di maggio, quei punti vengono calcolati nella stessa classifica e le due squadre vengono quindi messe a confronto, anche se si incrociano raramente e il livello delle gare affrontate è ben diverso. Come se nel calcio una squadra decidesse di andare a giocare contro squadre di categoria inferiore per un mese e fa punti buoni per la classifica di Premier League”.

Quindi? “Quindi bisogna sicuramente tenere conto del principio ‘stessa corsa per le stesse squadre’. Mettiamo dei bonus per le gare dove ci sono tutte le squadre migliori. Attualmente vincere una tappa al Tour de France vale 120 punti, mentre il successo in una corsa di livello 1.1 di cui nessuno ha mai sentito parlare, dove ci sono magari 4 formazioni World Tour, ne vale 125. Bisogna indicare prima quali corse valgono per la promozione-retrocessione e a quelle devono partecipare tutte le contendendi, senza eccezioni. Inoltre, per la sopravvivenza delle squadre, l’UCI deve garantire un sostegno economico a quelle che retrocedono e dare garanzie che queste possano partecipare, dopo la retrocessione, alle corse più importanti, quelle che varranno poi un’eventuale nuova promozione”.

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