Caso Moscon-Reichenbach, lo svizzero rilancia: “Ho preparato dossier per UCI e tribunale civile”

Sebastien Reichenbach continua la sua battaglia contro Gianni Moscon. Durante il suo percorso di recupero, che gli ha permesso di partecipare al primo ritiro stagionale della squadra, il corridore della FDJ prosegue infatti nelle sue procedure contro il corridore Sky, accusato di averlo fatto volontariamente cadere alla Tre Valli Varesine. Malgrado l’italiano abbia più volte ribadito la sua innocenza, lo svizzero è convinto delle sue accuse, che conferma aver portato davanti ad un tribunale, contrariamente a quanto sembrava emergere recentemente.

L’UCI ha ricevuto la mia testimonianza poco tempo fa, mentre quelle dei testimoni di questo incidente erano arrivate due o tre settimanefa – spiega – Inoltre, c’è una procedura davanti al tribunale civile. Ovviamente, Moscon non mi ha chiamato”. Tra i due ci sarebbe anche della ruggine dovuta alle offese razziste dell’azzurro nei confronti di Kevin Réza, denunciate in primis proprio dallo svizzero. Mentre secondo l’italiano si tratta sostanzialente di invidia e antipatia verso la Sky. Intanto, però anche il nuovo presidente UCI David Lappartient aveva annunciato l’intenzione di vederci più chiaro nella faccenda.

“Ho sempre le stesse immagini in mente – ricorda Reichenbach – Ho voltato pagina, ma dovendo costruire il mio dossier per la giustizia e per l’UCI, ho dovuto ricordarmi le cause esatte dell’incidente […] Eravamo in discesa e non mi sono accorto di niente. Non c’era pericolo, non ero teso, anzi, ero rilassato perché non c’era tensione in gruppo, si andava tranquilli. Io ero da solo. Non era una situazione pericolosa, poi mi son sentito urtare sulla spalla sinistra. Non mi ricordo poi molto, dovrei aver sbattuto la testa sul marciapiede. A terra ho subito detto a Jacky Maillot, il medico della squadra, che un corridore mi aveva spinto…”

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