Saluti a… Simon Gerrans, l’australiano ‘Monumentale’

Simon Gerrans è stato tra i maggiori artefici della dirompente ascesa del movimento australiano negli ultimi tre lustri. Nei suoi 14 anni da professionista ha ottenuto 33 vittorie, riuscendo ad abbinare alle doti da scattista uno spunto veloce che, soprattutto negli anni della maturità agonistica, lo ha portato ad imporsi negli appuntamenti più prestigiosi del calendario e, non raramente, a duellare anche con gli sprinter puri. Più che il numero in sé, è la portata dei successi a calibrarne una caratura che passa anche attraverso il peso delle maglie indossate: Ag2R, Crédit Agricole, Cérvelo, Team Sky, Orica GreenEDGE e BMC Racing Team, soltanto per citarne alcune. Su tutti bastino due dati: Gerrans ha scolpito il suo nome nella storia ciclistica del suo paese divenendo il primo corridore in grado di aggiudicarsi almeno una tappa in tutti e tre i Grandi Giri e il primo (e ad oggi unico) ad aggiudicarsi la Liegi-Bastogne-Liegi.

Nato a Melbourne il 16 maggio 1980 e “approdato” alla bicicletta soltanto a un anno dalla maggiore età, come rieducazione per un incidente in motocross che gli aveva provocato un infortunio a un ginocchio, Gerrans ha iniziato a ottenere i primi risultati degni di nota a partire dal 2002 quando – seguito dall’ex professionista Phil Anderson – si aggiudicò il titolo nazionale Under 23 e si classificò quinto nel campionato australiano Elite su strada. I risultati, giunti a meno di un lustro dalle “prime volte” in sella, lo convinsero a salpare alla volta del Vecchio Continente, per misurarsi nelle fila della formazione norvegese Team Ringerike per poi passare da lì a breve nella portoghese Carvalhelhos-Boavista, con cui prese parte al Tour de l’Avenir.

Tornato in patria a fine anno, in tempo per aggiudicarsi la Melbourne to Warrnambool Classic, nel 2004 cercò di nuovo fortuna in Europa e, su suggerimento del velocista Baden Cooke, suo connazionale, si trasferì tra i dilettanti francesi della Union Cycliste Nantes Atlantique conquistando sette corse e la classifica nazionale della Federciclismo transalpina. Risultati che gli valsero una chiamata dalla Ag2R Prévoyance come stagista e gli valsero un biennale da professionisti a partire dal 2005. Al grande salto si presentò con in tasca già una convocazione per i Mondiali (ritirato a Verona nella prova Elite vinta da Oscar Freire) e con referenze tutte da confermare.

Le Gioie

Quanto mostrato tra i dilettanti divenne presto nulla in confronto a quanto lasciato in eredità nella lunga cavalcata tra i professionisti. Un passaggio non certo precoce gli ha dato infatti la possibilità di essere competitivo e vincente sin da subito, come dimostrato attraverso le quattro vittorie (Tour du Finistère, GP Industria Commercio Artigianato Carnaghese, una frazione e classifica generale all’Herald Sun Tour) ottenute da matricola e affiancate a un terzo posto di tappa al debutto al Tour de France, quando a Revel solo una volata impostata malissimo gli impedì di alzare le braccia al cielo favorendo il ritorno alle sue spalle dell’insospettabile Paolo Savoldelli.

Se il biglietto da visita presentato parve subito dei più incoraggianti, per validarlo bisognò attendere ancora un po’. Un roster non certo trascendentale per gli appuntamenti a lui più congeniali e una serie di infortuni rallenteranno il fisiologico percorso di crescita, ripreso soltanto in concomitanza con l’approdo, nella stagione 2008, alla Crédit Agricole. In maglia biancoverde matura il primo trionfo pesante, la quindicesima tappa del Tour de France. In fuga sin dal mattino, giocò d’anticipo sulle rampe della salita finale di Prato Nevoso battendo per appena 3” Egoi Martinez (Euskaltel-Euskadi) e rifilandone 10” allo statunitense Danny Pate (Garmin-Chipotle) e all’altro spagnolo, José Luis Arrieta (Ag2R La Mondiale), gli unici superstiti di un’azione che preservò un margine inferiore al minuto sugli uomini di classifica.

L’ascesa è continua e costellata da risultati di spessore. Il trasferimento alla Cérvelo nel 2009 gli permette di correre da capitano nelle Ardenne, dove si piazza nella top ten di tutte e tre le prove del trittico, e di andare a bersaglio anche al Giro d’Italia, dove concretizza la fuga nella frazione con lo spettacolare arrivo al Santuario di San Luca a Bologna. Non pago a fine estate si prende anche la prima classica, il GP Plouay, e subito dopo fa centro alla Vuelta diventando il primo corridore australiano ad aver inscritto la propria firma su tutti e tre i GT. Seconda punta ai Mondiali di Mendrisio, completa la top ten della prova in linea scortando il successo del capitano designato Cadel Evans.

Come il buon vino, però, Gerrans continua a migliorare invecchiando. La consacrazione definitiva avviene infatti una volta superata quota 30 e in concomitanza con il trasferimento alla Orica-GreenEDGE, risalente al 2012. Qui le pagine consegnate alla storia diverranno molteplici. Subito campione nazionale in linea, riesce a regalare alla neonata compagine australiana la prima vittoria in un appuntamento World Tour, conquistando la classifica generale del Tour Down Under. Il capolavoro lo confeziona però il 17 marzo di quell’anno, alla Milano-Sanremo. Francobollato alla ruota di Vincenzo Nibali sulle rampe del Poggio, si avvantaggia insieme al messinese e a Fabian Cancellara prima dello scollinamento, tenendo poi a tiro lo svizzero che a più riprese cerca l’attacco nella discesa che riporta i tre verso l’Aurelia. Rimasto a ruota di Cancellara nell’ultimo chilometro, ha poi il merito di mantenere il sangue freddo e di imporsi agevolmente nello sprint ristretto, regalando all’Australia la seconda vittoria consecutiva nella Classicissima dopo quella di Matt Goss. Passato senza lasciar traccia per le Ardenne e per la Grande Boucle, torna brillante tra agosto e settembre, piazzandosi secondo nella Classica di San Sébastian, facendo suo il GP de Québec e terminando ai piedi del podio a Montréal.

Che non fosse più un fuoco di paglia lo dimostrano le conferme nel biennio 2013-2014. Alla soglia dei 33 anni fa subito incetta di vittorie tra Tour Down Under, Vuelta a Catalunya e Giro dei Paesi Baschi, salendo sul podio dell’Amstel e completando la top ten della Doyenne. In un Tour de France che vive del dominio della Orica nella prima settimana, si toglie invece la soddisfazione di mettersi alle spalle Peter Sagan a Calvi e di indossare, l’indomani grazie al trionfo nella cronosquadre, la Maglia Gialla che terrà per 48 ore, perdendola a Montpellier a vantaggio del compagno di squadra Daryl Impey.

Se gli ultimi mesi del 2013 non lo vedono competitivo, il 2014 è l’anno migliore per la caratura dei risultati. Ad aprile si prende d’astuzia la Liegi-Bastogne-Liegi, imponendosi in uno sprint contro mostri sacri come Alejandro Valverde e Michal Kwiatkowski e divenendo il primo e unico aussie ad imporsi nella Doyenne. Le corse di un giorno continuano ad essere il suo territorio di caccia privilegiato e lo ribadisce in Canada, aggiudicandosi entrambe le prove del calendario World Tour a settembre, e al Mondiale. A Ponferrada solo l’attacco nel finale di Kwiatkowski gli nega la possibilità di indossare la maglia più ambita, con il premio di consolazione della medaglia d’argento (ad appena 1” dal vincitore) ottenuto grazie al successo nello sprint ristretto su Valverde, Breschel, Van Avermaet e Gallopin.

I Dolori

Scintillante fino al termine di quella stagione, Gerrans è passato forse in maniera eccessivamente repentina dalla gloria all’anonimato. A partire dal 2015, infatti, il suo rendimento è stato decisamente lontano dagli standard cui aveva abituato tutti fino ad allora. Sebbene sia giunto 6° ai Mondiali di Richmond, sia riuscito a conquistare nuovamente il Tour Down Under nel 2016 e si sia laureato vice campione nazionale in linea nel 2017, per il resto si è adattato al ruolo di regista in corsa, mettendo al servizio dei compagni più giovani tutta la sua esperienza e cercando raramente soddisfazioni personale, sfiorate soprattutto nelle brevi corse a tappe primaverili in Spagna.

Concluso il periodo d’oro nella formazione australiana, ha poi deciso di sostenere il canto del cigno con la divisa della BMC Racing Team. Anche alla corte di Jim Ochowitz non ha saputo ritagliarsi spazi sufficientemente redditizi e, a 38 anni ormai compiuti, si è “limitato” a svolgere in maniera impeccabile i compiti di uomo squadra, contribuendo ad alcune vittorie nelle cronometro a squadre prima di comunicare la decisione di appendere la bicicletta al chiodo.

In una carriera con pochissime zone d’ombra, il biennio peggiore è però senza dubbio quello passato al Team Sky. Tra il 2010 e il 2011, nonostante una maturità fisica e tattica ormai pienamente raggiunta, è stato infatti spesso sacrificato al ruolo di subalterno e, complici anche alcuni infortuni, non ha potuto esprimersi al massimo del suo potenziale nelle gare a lui più congeniali, chiudendo la parabola alle dipendenze di Dave Brailsford con un solo acuto al Giro di Danimarca. All’interno di un percorso di crescita lineare e vincente, è stato l’unico passaggio a vuoto importante.

Palmares

2005
Tour du Finistère
Gran Premio Industria Commercio Artigianato Carnaghese
3ª tappa Herald Sun Tour
Classifica generale Herald Sun Tour

2006
1ª tappa Tour Down Under (Angaston)
Classifica generale Tour Down Under
Classifica generale Herald Sun Tour

2007
Grand Prix de Plumelec-Morbihan

2008
2ª tappa Critérium International (Monthermé)
1ª tappa Route du Sud
15ª tappa Tour de France (Prato Nevoso)

2009
14ª tappa Giro d’Italia (Campi Bisenzio > Bologna)
Grand Prix Ouest-France di Plouay
10ª tappa Vuelta a España (Alicante > Murcia)

2011
Classifica generale Post Danmark Rundt

2012
Campionati australiani, Prova in linea
Classifica generale Tour Down Under
Milano-Sanremo
Grand Prix Cycliste de Québec

2013
5ª tappa Tour Down Under (McLaren Vale > Old Willunga Hill)
6ª tappa Volta Ciclista a Catalunya (Almacelles > Valls)
1ª tappa Vuelta al País Vasco (Elgoibar > Elgoibar)
3ª tappa Tour de France (Ajaccio > Calvi)

2014
Campionati australiani, Prova in linea
1ª tappa Tour Down Under (Nuriootpa > Angaston)
Classifica generale Tour Down Under
Liegi-Bastogne-Liegi
Grand Prix Cycliste de Québec
Grand Prix Cycliste de Montréal

2016
3ª tappa Tour Down Under (Glenelg > Campbelltown)
4ª tappa Tour Down Under (Norwood > Victor Harbor)
Classifica generale Tour Down Under

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