Saluti a… Niki Terpstra

Niki Terpstra si ferma dopo aver centrato vari successi prestigiosi. Il corridore neerlandese è stato uno dei migliori specialisti delle classiche del Nord del decennio scorso e, pur non avendo un elevato numero di vittorie, ha spesso ottenuto successi di qualità. Specialista soprattutto del pavé, il classe ’84 appende infatti la bici al chiodo dopo essersi messo in bacheca due Monumento come il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix, oltre ad aver ottenuto numerosi altri piazzamenti nelle classiche del nord. La vittoria di tre titoli di campione nazionale, unita alla tenacia che lo ha portato spesso ad attaccare da lontano e gli ha consentito di vincere alcuni premi di combattivo di giornata al Tour, poi, ne ha fatto uno dei corridori più amati in patria e non solo.

Dopo le categorie giovanili, il primo approccio del nativo di Beverwijk con le corse professionistiche arriva nel 2005 con la maglia della Axa Pro Cycling Team, che lascia l’anno successivo per passare Ubbink-Syntec, con la quale ottiene la prima vittoria in carriera in una tappa del Giro del Belgio. Nel 2007, dopo due anni passati in formazioni Continental, arriva finalmente il passaggio al professionismo con la maglia della Milram. Il neerlandese debutta così in alcune Monumento e anche in un GT, partecipando alla Vuelta a España, in un anno che lo vede anche conquistare la classifica degli scalatori del Giro di Germania.

Nel 2008 si presenta per la prima volta al Giro delle Fiandre e si piazza quattordicesimo, chiudendo nel gruppo che si gioca il quarto posto, dimostrando di avere subito un buon feeling con la corsa. A luglio arriva anche il debutto al Tour de France, dove si mette in mostra nella tredicesima tappa, andando in fuga al chilometro zero con un altro corridore e rimanendo poi da solo, con il gruppo tirato dalle squadre dei velocisti che lo va a riprendere all’ingresso negli ultimi dieci chilometri, mentre la giuria decide di assegnargli il premio di combattivo di giornata.

Nel 2009 la sua squadra passa a livello WorldTour e anche il suo calendario ne beneficia con il primo successo ai massimi livelli del ciclismo della sua carriera che arriva ancora grazie a una fuga nella terza tappa del Giro del Delfinato, riscattando una primavera in cui aveva faticato più del solito. Pochi giorni dopo arriva anche il primo successo a cronometro grazie alla vittoria del prologo della Ster Elektrotoer, che è anche la sua prima vittoria sul suolo di casa. Prima della fine dell’anno partecipa nuovamente al Tour, ma non riesce a ottenere risultati. Il 2010 è l’anno in cui per la prima volta si laurea campione nazionale, ma al Tour si ritira dopo sole tre tappe, non potendo mettere troppo in mostra la maglia. Prima della fine dell’anno, comunque, riesce a partecipare alla Vuelta e anche a trovare un accordo con la QuickStep per l’anno successivo, quando la Milram chiuderà i battenti. Il primo anno con la squadra che verra poi conosciuto come Wolfpack, però, non è dei migliori visto che, oltre a non arrivare nessun successo, anche alla voce piazzamenti c’è ben poco da segnalare, a causa soprattutto della frattura della clavicola, che lo costringe a saltare tutte le classiche primaverili. Si riprende in tempo per in Tour, dove ottiene il premio della combattività della quindicesima tappa, ancora una volta grazie a un attacco da lontano, che si esaurisce solo a 3 km dalla conclusione.

Nel 2012, però, anche dal punto di vista dei risultati c’è la svolta, che inizia con la vittoria alla Dwars door  Vlaanderen, che apre una campagna del nord in cui è grande protagonista di una squadra che fa della superiorità numerica il suo marchio di fabbrica, chiudendo al sesto posto il Giro delle Fiandre e al quinto la Parigi-Roubaix. A giugno, poi, si riprende la maglia di campione nazionale e, dopo aver partecipato alla Vuelta, chiude l’anno con l’oro iridato nella cronosquadre e il podio alla Parigi-Tours. Il 2013, al netto della vittoria nella cronosquadre della Tirreno-Adriatico e della conferma dell’oro mondiale nella stessa specialità, si chiude di nuovo senza vittoria, ma a differenza di due anni prima è più una casualità che il segno di un cattivo stato di forma, visto che stavolta arrivano piazzamenti in serie. In primavera sale infatti sul podio della Parigi-Roubaix mentre in estate arriva anche il quinto posto in una tappa del Tour de France in cui aiuta il compagno Mark Cavendish a vincere la volata in un gruppetto portato via nel vento da Alberto Contador e in cui gioca un ruolo fondamentale.

Nel 2014, dopo aver vinto la sua prima corsa a tappe al Giro del Qatar (di cui vince anche una tappa) è ancora una volta tra i principali protagonisti della campagna del Nord, che si apre con la vittoria della Dwars Door Vlaanderen per il secondo anno di seguito. Il capolavoro, però, è quello della Parigi-Roubaix, dove riesce a piazzare l’attacco decisivo negli ultimi chilometri, chiudendo così una campagna del Nord in cui in precedenza aveva ottenuto anche un secondo posto ad Harelbeke e un sesto al Fiandre. Nel resto della stagione deve invece accontentarsi dell’argento ai campionati nazionali e del bronzo nella cronosquadre iridata. Nel 2015 ottiene ben quattro secondi posti tra classiche semiclassiche del Nord, tra cui quello del Fiandre, battuto solo in volata da Alexander Kristoff. All’inizio della stagione aveva riconfermato il successo al Giro del Qatar (vincendo nuovamente anche una tappa, stavolta a crono) e in estate, dopo essersi laureato campione nazionale per la terza volta in carriera, ripete quanto fatto in Qatar anche al Giro di Vallonia.  Ai mondiali è solo argento con il suo team nella cronosquadre e deve quindi rimandare l’appuntamento con il successo al 2016.

Il successo arriva a Le Samyn, inaugurando una campagna delle Classiche in cui però non riesce ad andare oltre il decimo posto del Fiandre. Alla Vuelta si conferma poi grande uomo squadre, inventandosi una sorta di fantaciclismo interno al team, che sembra motivare tutti i suoi compagni, che portano a casa due successi di tappa e il settimo posto nella generale, oltre a un giorno in maglia rossa. Il feeling con il Wolfpack, poi, si conferma ai mondiali di Doha, in cui arriva ancora una volta l’oro nella cronosquadre. Nel mezzo c’era stato un altro risultato importante con la vittoria della classifica generale dell’Eneco Tour, sfruttando nuovamente le sue doti a crono e sugli strappi. Nel 2017 sale ancora sul podio del Giro delle Fiandre, che ormai si piazza a metà strada tra sogno e ossessione, chiudendo poi l’anno senza successi salendo sul podio della Parigi-Tours.

Nel 2018 torna ad alzare le braccia al cielo, vincendo nuovamente a Le Samyn e anticipando il gruppo sul traguardo di Harelbeke, prima della grande vittoria che inseguiva da anni, quella sul traguardo del Fiandre dopo una grande azione solitaria. La settimana successiva, poi, sale anche sul podio della Roubaix, confermandosi tra i migliori specialisti del pavé del momento in un team orfano di sua maestà Tom Boonen. Nel resto della stagione, poi, si segnalano un argento a cronometro ai campionati nazionali, il secondo posto alla Parigi-Tours e ancora un altro successo nella cronosquadre del mondiale.

Nel 2019 Terpstra scende di categoria per correre con la Direct Energie, ambiziosa Professional francese che spera di poterne fare il suo faro nelle classiche di primavera. Il neerlandese, però, purtroppo è costretto ad abbandonare il Giro delle Fiandre dopo una caduta che gli causa dei problemi alla schiena che lo costringeranno a saltare anche la Parigi-Roubaix.  Recupera in tempo per presentarsi al Tour de France, ma alla Grande Boucle resta coinvolto in una caduta di gruppo ed è costretto a lasciare la corsa con una doppia frattura alla scapola. Nel finale di stagione riesce a riprendersi nuovamente, ma non alza più le braccia al cielo (lui stesso ammetterà che per la squadra erano più importanti i punti UCI, diventando uno dei primi a lamentarsi dell’attuale sistema di punteggi che tanto ha fatto discutere sul finire dello scorso anno) , pur chiudendo nuovamente al secondo posto la Parigi-Tours.

Dopo delle belle prestazioni su pista a cavallo del nuovo anno, è già in clima classiche quando la pandemia costringe il ciclismo a fermarsi. Il nativo di Beverwijk, però, sarà uno degli ultimi a tornare alle corse, visto che a giugno, durante un allenamento, si scontra con delle oche e sbatte su su un masso, finendo in terapia intensiva e costringendolo a stravolgere il programma che prevedeva per lui la partecipazione a Tour, Fiandre e Roubaix (non prenderà parte alle due corse francesi). A due mesi esatti dall’incidente torna in gara al Giro di Vallonia, ma ovviamente la condizione non è ottimale e non lo sarà fino alla fine della stagione, chiusa con la partecipazione alla Vuelta. Nel 2021 non riesce mai a essere protagonista, fatta eccezione per un secondo posto all’Arctic Race of Norway, dove viene battuto nello sprint a due da Philipp Walsleben, che fino a quel momento aveva vinto solo una corsa in carriera e che non ne vincerà mai più. Anche nel 2022 si ripetono tutte le problematiche vissute negli altri anni con la maglia del team transalpino, che intanto ha cambiato nome in TotalEnergies e così, dopo aver ragionato anche sull’ipotesi di continuare tornando a casa in una formazione Continental, il classe ’84 decide di chiudere la carriera al termine del 2022.

L’ultima corsa, la Parigi-Tours, è l’emblema del suo finale di carriera, ma anche del suo carattere. A 100 chilometri dalla conclusione, il neerlandese è vittima di una caduta, ma decide di non mollare e arriva sul traguardo 20′ dopo il vincitore, atteso però dagli applausi del pubblico e, soprattutto, dall’abbraccio dei suoi cari, in una sorta di passaggio simbolico di consegne tra la sua vita passata (anche se comunque resterà all’interno del mondo del ciclismo) e la sua vita futura.

Le Gioie

Sono ovviamente due le gioie più grandi della carriera di Niki Terpstra. La prima è quella della Parigi-Roubaix 2014 quando non si fa bloccare dalla presenza in squadra di una leggenda come Tom Boonen, ma la sfrutta al suo favore, riuscendo ad andare via a cinque chilometri dal traguardo mentre gli altri si guardano troppo e aspettano soprattutto le mosse di Cancellara, vincitore delle tre edizioni precedenti. Chiuso nella morsa del team belga, lo svizzero, però, non si muove mai (mentre Boonen in precedenza aveva provato più volte a movimentare la corsa) e così anche tutti gli altri restano fermi al palo, mentre Terpstra arriva da solo sul Velodromo per prendersi uno dei successi più importanti della sua carriera.

Alla pari con la vittoria dell’Inferno del Nord si piazza sicuramente quella del Giro delle Fiandre 2018. A differenza di quattro anni prima, Terpstra è ormai una pedina consolidata del Wolfpack, ma nemmeno stavolta è il leader solitario, anzi è secondo nelle gerarchie, visto che in squadra c’è il vincitore uscente Philippe Gilbert. Il neerlandese segue un’azione di Vincenzo Nibali e si libera del siciliano prima che da dietro riesca a rientrare Moscon, andando a riprendere uno dopo l’altro i fuggitivi di giornata, mentre Van Avermaet riporta il gruppo sui due italiani e comincia a non esserci più accordo. Una sparata di Peter Sagan su uno degli ultimi tratti di pavé sembra poterlo mettere in difficoltà, ma alla fine lo slovacco non riesce a rientrare, anzi, viene ripreso dal gruppo, e così per Terpstra è festa grande, visto che sul podio con lui sale anche il compagno Philippe Gilbert, terzo all’arrivo.

I Dolori

Al Fiandre e alla Roubaix ha collezionato anche dei podi, rispettivamente nel 2015 e nel 2018, ma è difficile catalogare quei risultati come rimpianti, non solo per il valore assoluto dei risultati, ma anche per il modo in cui si sono svolte le gare, con due avversari come Alexander Kristoff e Peter Sagan che sarebbero stati comunque imbattibili in quelle giornate.

Un rimpianto è sicuramente quello della mancata vittoria della Parigi-Tours, sfiorata in più occasioni, come nel 2019, quando è riuscito a chiudere secondo nonostante due forature. Sicuramente i rimpianti maggiori riguardano il periodo in maglia Direct Energie/Total Energies, soprattutto per le tante battute d’arresto dovute a problemi fisici, che sostanzialmente lo hanno privato del finale di carriera che avrebbe meritato: la caduta al Fiandre 2019 e poi quella al Tour dello stesso anno con doppia frattura della scapola, seguite l’anno dopo dal terribile scontro con le oche in allenamento che l’ha mandato addirittura in terapia intensiva.

Palmarès

    • 2006 (Ubbink-Syntec Cycling Team, quattro vittorie)
    6ª tappa Tour de Normandie (Domfront > Saint-Hilaire-du-Harcouët)
    4ª tappa Giro del Belgio (Londerzeel > Huy)
    2ª tappa OZ Wielerweekend (Hengstijk > Vogelwaarde, cronometro)
    Classifica generale OZ Wielerweekend
    • 2009 (Team Milram, due vittorie)
    3ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré (Tournus > Saint-Étienne)
    Prologo Ster Elektrotoer (Gemert > Gemert)
    • 2010 (Team Milram, due vittorie)
    Campionati olandesi, Prova in linea
    Sparkassen Giro Bochum
    • 2012 (Omega Pharma-Quickstep Cycling Team, due vittorie)
    Dwars door Vlaanderen
    Campionati olandesi, Prova in linea
    • 2014 (Omega Pharma-Quickstep Cycling Team, quattro vittorie)
    1ª tappa Tour of Qatar (Al Wakra > Dukhan Beach)
    Classifica generale Tour of Qatar
    Dwars door Vlaanderen
    Parigi-Roubaix
    • 2015 (Etixx-Quick Step, cinque vittorie)
    3ª tappa Tour of Qatar
    Classifica generale Tour of Qatar
    Campionati olandesi, Prova in linea
    1ª tappa Tour de Wallonie
    Classifica generale Tour de Wallonie
    • 2016 (Etixx-Quick Step, tre vittorie)
    Le Samyn
    Dwars door het Hageland
    Classifica generale Eneco Tour
    • 2018 (Quick Step-Floors, tre vittorie)
    Le Samyn
    E3 Harelbeke
    Giro delle Fiandre

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