I Volti Nuovi del Gruppo, Imerio Cima: “A Roubaix ho lasciato un pezzo del mio cuore, vorrei tornarci”

Continua il nostro viaggio alla scoperta dei Volti Nuovi del Gruppo. Con questa rubrica cercheremo di scoprire e presentare i neoprofessionisti italiani. Quest’oggi facciamo la conoscenza di Imerio Cima, passato professionista con la NIPPO – Vini Fantini – Europa Ovini. Classe 1997, il corridore lombardo, che correrà insieme al fratello Damiano, fra gli Under23 ha dimostrato un ottimo spunto veloce ottenendo dei buoni risultati anche in corse molto importanti come il Tour de l’Avenir, nel quale ha ottenuto due podi.

Come ti sei avvicinato al mondo del ciclismo?
Mi è sempre piaciuto andare in bici fin da piccolo. A due anni e mezzo, massimo tre, ero già capace di andare senza rotelle. Volevo iniziarlo a praticare come sport, ma inizialmente i miei genitori avevano paura che potesse diventare pericoloso, allenandomi sulla strada. Mi hanno quindi consigliato un altro sport, ma poi ci siamo informati ed abbiamo capito che da piccoli ci si allena in posti chiusi e da quel momento è iniziato tutto. I miei genitori volevano comunque che facessimo sport soltanto che, inizialmente, per paura mi hanno indirizzato verso il calcio, ma poi mi hanno fatto fare quello che volevo fin da piccolo

Per chi non ti conosce che tipo di corridore sei?
Sono un corridore veloce. Quest’anno punto a migliorare soprattutto in salita, sperando di far bene.

L’anno scorso hai centrato quattro vittorie. A quale sei particolarmente legato?
Sicuramente il Circuito del Porto, una classicissima per noi velocisti. Quella è stata la mia prima vittoria stagionale ed il primo successo a livello internazionale.

Hai centrato anche tanti piazzamenti come al Campionato Europeo o al Tour de l’Avenir. Hai qualche rimpianto?
Il rimpianto più grande personalmente è non esser ancora riuscito a vincere con la maglia della nazionale. Per un corridore rappresentare la propria nazione credo sia l’eccellenza.

Hai corso qualche corsa come stagista proprio con la maglia della nazionale. Hai già capito quelle che potrebbero esser le maggiori differenze fra dilettanti e professionisti?
L’anno scorso, nelle corse alle quali ho partecipato, vedevo che i professionisti negli ultimi chilometri avevano una marcia in più. Quest’anno spero di crescere anche da quel punto di vista e vediamo come andrà. Sono convinto che lavorando bene posso arrivarci anche io.

Nonostante tu abbia solo vent’anni, la squadra ha dimostrato di credere fortemente in te fin dal momento dell’annuncio del tuo passaggio fra i professionisti. Quanto è importante la fiducia da parte del team?
Mi hanno dato tanta fiducia però io mi impegnerò al massimo per ripagarli.

Passare professionista insieme a tuo fratello Damiano e correre nella stessa squadra può essere un grande aiuto per te?
In alcune occasioni è veramente il mio punto di forza. Quando hai dei periodi no, oppure la condizione non è ottimale, essere in due ti aiuta a superare questi problemi.

Conosci il tuo calendario?
Esordirò alla Vuelta a Andalucia ed ora stiamo valutando il resto del programma. Il calendario in questo primo anno fra i professionisti potrebbe esser legato alle corse asiatiche, così da poter migliorare il mio spunto veloce e magare avere qualche possibilità in più.

Hai un obiettivo a livello personale per questo 2018?
Voglio migliorare molto ed instaurare un buon rapporto con i miei compagni visto che l’unione fa la forza. Spero anche di riuscire ad alzare le braccia al cielo in questa prima stagione fra i professionisti.

C’è una corsa che sogni di vincere un giorno?
Da Juniores ho fatto la Parigi – Roubaix e ci ho lasciato un pezzo del mio cuore. Vorrei ritornarci un giorno.

C’è un corridore del passato al quale ti ispiri?
A me piace tantissimo André Greipel, vincere quello che vinto il lui sarebbe veramente il massimo.

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