NIPPO-Vini Fantini-Faizanè, Moser pronto al rilancio: “Avevo pensato di smettere ma non potevo finire la carriera così”

Resta molto alta l’attenzione sulla nuova avventura di Moreno Moser alla NIPPO – Vini Fantini – Faizanè. L’ex corridore di Liquigas, Cannondale e Astana ha deciso di ripartire quest’anno dalla categoria Professional per trovare nuove motivazioni e “prendere la rincorsa” in quelli che sono ancora “gli anni migliori” della sua carriera avendo “tutto da guadagnare”. La decisione è arrivata perché ha ancora voglia di divertirsi e di raccogliere qualcosa “per il morale”, essendo “consapevole di essere ancora un vincente”, nonostante le ultime stagioni non siano andate per il verso giusto.

Avevo pensato di smettere – confessa l’azzurro a La Gazzetta dello Sport – Noi corridori viviamo in una
bolla. Bella, comoda. Pensi ad andare soltanto in bici, e gli altri pensano a tutto. Ma questo prima o poi finisce. E se la bolla si rompe, fa paura, ne soffrono anche i campioni. Per un mese puoi andare avanti, ma poi hai bisogno di fare qualcosa. I soldi non contano niente, dopo”.

La voglia di continuare è arrivata però alla grande passione per la bicicletta: “Non ci può essere uno che pensi per te, perché correre è un sacrificio, è una sofferenza così grande, con così tante rinunce, che è impossibile farlo perché qualcuno ti convinca – aggiunge – La bici è come i grandi amori, qualche volte vorresti buttarla dalla finestra ma quando non ce l’hai capisci che questa è la tua vita. Io sono razionale, ma questo che ho dentro per il ciclismo è un bisogno irrazionale. Non posso finire la carriera così, sarebbe un rimpianto troppo grande”.

Il ciclismo è quindi uno sport d’altri tempi, che fa sempre meno breccia tra i giovanissimi: “Come può essere appetibile il format del nostro sport? Nessuno dei miei amici pensa che io faccia il ciclista come lavoro. Il ciclismo non attira minimamente i Millennials. Ma, onestamente, non so cosa si possa fare: il ciclismo è tradizione, se la togli non resta nulla”.

 

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