Trofeo Binda 2024, Brodie Chapman denuncia: “Non vogliamo rischiare la vita”. L’organizzazione risponde: “Non ci sono state situazioni di pericolo”

Brodie Chapman delusa da quanto successo domenica al Trofeo Binda 2024. La portacolori della Lidl – Trek, che ha contribuito al successo di Elisa Balsamo lavorando in gruppo nelle prime fasi di corsa per tenere sotto controllo le azioni dalla distanza, lamenta il fatto di non aver potuto concludere la corsa a causa di una decisione dell’organizzazione che avrebbe riaperto le strade al traffico, senza consentire a tutte le atlete di finire la corsa. Per la 32enne australiana si è trattato non solo di una mancanza di rispetto nei confronti delle ragazze che si sono comunque impegnate per il proprio team e per onorare l’evento, ma anche di un problema di sicurezza, visto che lei e altre cicliste si sarebbero ritrovate a correre in mezzo alle auto, con tutti i pericoli annessi e connessi.

“Al Trofeo Binda, corsa del Women’s WorldTour che si è svolta questo fine settimana, le cicliste che non erano più nel gruppo di testa, seppur con solo qualche minuto di ritardo, hanno dovuto fare i conti, a un giro e mezzo dalla fine, con le strade aperte al traffico, macchine in movimento, semafori e rotonde piene – scrive sui suoi canali social con evidente frustrazione –  Siamo così state costrette a fermarci e risulta che non abbiamo concluso la corsa”.

L’esperta ciclista di Melbourne non sembra aver apprezzato le spiegazioni del comitato organizzativo: “L’organizzazione ha risposto e ci ha detto che consideravano le atlete che potevano registrare punti UCI, fermando le cicliste che non potevano rientrare sul gruppo di testa. Quindi solo chi è al comando ha diritto ad avere le strade chiuse e finire la corsa adesso? E che ne è di quelle che si sono fatte il cu*o in testa al gruppo per i primi cento chilometri per contribuire al risultato della corsa? Immagino non le vedremo neanche in TV… La vostra corsa ci piace, ma non vogliamo rischiare le nostre vite per correrla…

Una ricostruzione che tuttavia viene smentita da Mario Minervino, presidente della Cycling Sport Promotion che organizza l’evento, al quale abbiamo chiesto chiarimenti: “La Cycling Sport Promotion, società organizzatrice del trofeo Alfredo Binda – Comune di Cittiglio, smentisce categoricamente quanto affermato dall’atleta. Si tratta di un’affermazione falsa. L’organizzazione ha messo in campo, tra volontari, ASA e forze dell’ordine, ben 480 persone che hanno presidiato l’intero percorso che prevedeva un primo tratto in linea e cinque giri di circuito finale di 17 chilometri. L’atleta afferma che ad un giro e mezzo dalla fine le atlete staccate si siano trovate in difficoltà – prosegue il patron dell’evento –  All’organizzazione non risulta ci siano state situazioni di pericolo. L’ordinanza prefettizia prevedeva la completa chiusura al traffico nel circuito finale per tutta la durata della corsa e a noi risulta che l’ordinanza sia stata rispettata. Se la Direzione Corsa ha ritenuto opportuno fermare i corridori vuol dire che il distacco dalla testa della corsa è stato considerato tale da compromettere comunque la sicurezza delle inseguitrici”.

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