Caso Armstrong, il TAS di Losanna sospende a vita Bruyneel

Johan Bruyneel non potrà più far parte del mondo del ciclismo. È quando ha deciso il TAS di Losanna, tribunale sportivo chiamato a decidere sull’appello portato dall’Agence Mondiale Antipodage (AMA) contro la sospensione di dieci anni inflitta al belga dall’USADA, l’agenzia anti doping statunitense. La prima sentenza avrebbe fatto terminare la sospensione nel giugno 2020, tra poco più di un anno e mezzo. Il verdetto è stato riportato dallo stesso interessato sul suo profilo Twitter, confermando la sua sospensione a vita dal mondo del ciclismo. Decisivo per lui il coinvolgimento diretto nel caso Armstrong, che ha sconvolto lo sport con la vicenda di doping più nota al mondo.

Il 54enne è stato il direttore sportivo della US Postal/Discovery dal 1999 al 2007. In quegli anni la formazione americana ha vinto tutti i Tour de France disputati, ad eccezione di quello 2006 conquistato da Floyd Landis in maglia Phonak prima della squalifica con trionfo di Oscar Pereiro: fino al 2005 con Armstrong, nel 2007 con Alberto Contador. Questo è tuttora l’unico successo non revocato dal tribunale sportivo a seguito dello scandalo sul doping. Lo stesso Bruyneel aveva poi dichiarato di aver fatto uso di sostanze illecite nel corso della sua carriera da corridore, in cui ha conquistato due tappe al Tour de France.

Lo stesso tribunale svizzero ha inoltre esteso la condanna per Pedro Celaya Lezama, il medico spagnolo che lo ha aiutato nell’utilizzo sistematico di sostanze dopanti. Anche l’iberico è stato sospeso a vita. Infine è stata aumentata da 10 a 15 anni la squalifica a José Marti, il preparatore atletico dell’atleta statunitense.

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