Alex Zanardi, la settimana decisiva inizia nel segno della speranza: “Condizioni stabili, meno grave rispetto a Schumacher”

Una settimana molto importante per Alex Zanardi. Dopo il terribile incidente avvenuto nel pomeriggio di venerdì, il campione emiliano è stato sottoposto ad una delicata operazione neurochirurgica e si trova da allora in coma farmacologico. Le sue condizioni restano stabili e non mancano di preoccupare alcuni aspetti del suo recupero, ma aleggia speranza. Sempre ricoverato nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale Le Scotte di Siena, il 53enne bolognese ha superato la sua terza notte e si comincia a ragionare con cauto ottimismo riguardo il quadro vitale, pur ancora fortemente compromesso. Zanardi è infatti attualmente sempre intubato, sedato e ventilato meccanicamente, ma il neuromonitoraggio ha dimostrato stabilità in questi giorni. Un dato positivo, anche se purtroppo va necessariamente preso con cautela perché resta grave il quadro complessivo con le possibile conseguenze a vista e respirazione.

“La terza notte di degenza in terapia intensiva è trascorsa senza variazioni – si legge nel bollettino medico odierno – Le condizioni cliniche rimangono quindi invariate nei parametri cardio-respiratori e metabolici mentre resta grave il quadro neurologico. Il paziente è sedato, intubato e ventilato meccanicamente e la prognosi è riservata. L’équipe multidisciplinare che lo ha in cura valuterà nei prossimi giorni eventuali azioni diagnostico-terapeutiche da intraprendere”.

Il prossimo aggiornamento, a meno di repentini cambiamenti, sarà domani sempre alle 12. Nel frattempo si registrano comunque segnali di speranza dalle dichiarazioni dei medici che lo hanno in cura. Al vaglio ora sono le valutazioni sulle tempistiche dell’interruzione della sedazione. Una decisione difficile, ma necessaria per poter valutare meglio il quadro neurologico complessivo. Al momento, come riporta il primario Sabino Scolletta ad Agorà su Rai 3, sono “buoni i parametri cardiovascolari, respiratori e metabolici”, ma serve sempre cautela perché “i cambiamenti potrebbero essere repentini”.

Alla Gazzetta dello Sport è invece intervenuto il neurochirurgo Giuseppe Oliveri che lo ha operato, facendo un paragone che purtroppo in molti in questi giorni hanno immaginato, ovvero quello con la caduta e le conseguenze riportate da Michael Schumacher. La lesione dunque appare “meno grave” rispetto a quella del tedesco, “ma è presto per capire i danni. Quello cerebrale assonale parrebbe scongiurato, ma occorre tempo”. Possibile purtroppo infatti “che possano essere danneggiate anche aree distanti dal luogo d’impatto” perché quel che conta maggiormente, ed è quanto bisognerà stabilire, è invece “quanto è stato esteso il danno all’interno della scatola cranica”.

Uno degli aspetti più positivi attualmente rimane il fatto che “più passa il tempo e le condizioni restano stabili, più c’è speranza di un recupero“, come spiega Scolletta. Il che dunque porta anche i medici ad una maggiore fiducia nelle possibilità di recupero. L’assenza di “passi indietro” è dunque molto importante in questo momento, tanto che Scolletta si sbilancia per l’Ansa anche sulla possibilità che Alex Zanardi possa tornare ad essere l’uomo e il campione che era prima dell’incidente: “Lo auspichiamo e lo speriamo. Siamo qui per questo motivo. È un grande atleta e lo ha dimostrato e auspichiamo che questo valga anche in questa situazione così impegnativa”.

Proseguono intanto le indagini riguardo la dinamica e le cause dell’incidente. Tanto si è parlato della possibilità che Zanardi stesse utilizzando il telefono al momento dell’incidente, ma gli inquirenti hanno smentito, e lo smartphone di Alex sarebbe stato ritrovato nella sua tasca dove lo aveva riposto in precedenza. Gli inquirenti hanno iscritto, come “atto dovuto”, nel registro degli indagati il conducente del camion, per quanto da più parti è stato testimoniato (esiste un video nelle mani della procura) che sia stato Zanardi a sbandare e finire nella corsia opposta, mentre l’autista avrebbe provato ad evitarlo invano. Per quanto riguarda invece la chiusura delle strade su cui si dibatte, l’evento non era una corsa ufficiale, ma una pedalata organizzata aperta al pubblico. La strada era dunque regolarmente aperta al traffico quotidiano.

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