Trek – Segafredo, Contador ritorna sulla sua squalifica: “Una delle più grandi ingiustizie mai subite”

Alberto Contador ritorna su una delle parentesi più discusse della sua carriera. Il madrileno, spesso restìo ad esprimersi su questo tema, è intervenuto sul periodo di squalifica che ha interessato la sua carriera dal 2010 al 2012. L’inibizione, ammendatagli ad inizio 2012 con effetto retroattivo a partire dalla positività riscontrata al Tour de France 2010, ha fatto sì che gli venisse tolto anche il Giro d’Italia 2011. Ai microfoni di Radio Onda Cero lo spagnolo si è espresso sull’argomento dopo molto tempo. “È una grande ingiustizia – esordisce Contador – È qualcosa che rimarrà con me per tutta la mia vita“, usando parole che non lasciano spazio ai dubbi sul rammarico che ancora lo interessa.

Il corridore – ancora per poco – in forza alla Trek – Segafredo prosegue il suo intervento: “Quello che mi porto con me è la sensazione che i tifosi abbiano visto le gare, che si siano divertiti, che abbia lavorato per loro e anche quello che ho ottenuto. Non darò molta importanza a ciò che appare sulla carta. Secondo i palmares ho conquistato per tre volte la Tripla corona (Giro, Tour, Vuelta), ma è un argomento complicato. Alla fine nulla cambierà e le persone che seguono questo sport sanno che è stata una delle più grandi ingiustizie mai subite”, sottolineando ancora una volta la sua frustrazione.

In seguito ad aver confessato di non aver più cavalcato una bici dopo la Vuelta a Espana, l’ex Tinkoff racconta quelli che sono stati gli ultimi chilometri della sua carriera vissuti da assoluto protagonista. “Ho assorbito tutto alla Vuelta”, ha detto Contador. “Quando stavo scalando l’Angliru pensavo che avevo davanti solo due chilometri prima di terminare la mia carriera e che me li sarei dovuti godere al massimo. L’ho fatto. Non ho mai goduto in una gara con così tanta libertà, ho corso questa Vuelta proprio come volevo”, conclude il pistolero.

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