Pagelle Parigi-Nizza 2023: Pogacar regala acuti e punta Sanremo, Vingegaard non al top, salto di qualità per Gaudu, male la Ineos

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 10 e lode:  Non lo ferma nessuno. Gli avversari ci provano davvero in tutti i modi, ma lui è inscalfibile e vince tutto, sempre. Nell’ultimo giorno si toglie anche lo sfizio di farsi una bella cavalcata solitaria verso la Promenade des Anglais, dove può salutare il pubblico con un inchino, dopo aver costretto tutti a inchinarsi alla sua grandezza. Sabato prossimo ci sarà la Milano-Sanremo, sulla carta la Classica più adatta ai velocisti, eppure dopo averlo visto splendere in questa settimana, sembra difficile non assegnare il ruolo di favorito (o quantomeno di uno dei primi tre o quattro favoriti) allo sloveno anche in vista della Classicissima di primavera.

David Gaudu (Groupama-FDJ), 9,5: L’esistenza di Tadej Pogacar lo priva di una settimana da sogno, ma allo stesso permette anche di misurare la sua grandezza. Il francese lotta secondo su secondo con lo sloveno, cedendo davvero solo nell’ultima tappa. Alla vigilia si parlava di duello tra Pogacar e Vingegaard, mentre il vero rivale del capitano della UAE Team Emirates è lui, che a questo punto si candida con forza a un ruolo da protagonista anche in vista del Tour de France.

Jonas Gregaard (Uno-X Pro Cycling Team), 9: A sorpresa è l’unico che riesce a vincere una classifica davanti a Pogacar. Lo sloveno, infatti, ha conquistato tutte le graduatorie della corsa tranne una, quella degli scalatori, chiusa al secondo posto alle spalle del danese. Il classe ’96 della Uno-X, infatti, andando in fuga in cinque fughe su sette tappe ha fatto incetta di punti ai GPM ed è riuscito a portarsi a casa una prestigiosa maglia a pois, indicativa anche dell’atteggiamento che potremmo aspettarci dal suo team al Tour.

Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), 8,5: La condizione del Tour non è ancora arrivata. Il danese, però, si gestisce bene e con la consapevolezza di essere superiore quasi a tutti gli avversari. La cronosquadre vinta con un margine minore del previsto fa capire che dovrà difendersi da Pogacar più che attaccare, ma lo sloveno ha un passo diverso al momento. Per il resto lo scandinavo cede solo a Gaudu, tracciando un bel solco con tutti gli altri. Malgrado il dominio nella corsa d’esordio, un parterre decisamente diverso, si tratta di un inizio soft, molto simile a quello dello scorso anno, che quindi non deve far partire il panico in vista dell’obiettivo stagionale.

Olav Kooij (Jumbo-Visma), 8: Il classe 2001 è uno dei principali protagonisti delle volate. Unico insieme a Pedersen a piazzarsi in tutti gli sprint della settimana, il neerlandese ottiene la sua prima vittoria stagionale e lo fa su un palcoscenico di prestigio come quello della Corsa verso il Sole. L’anno scorso si era già intuito, ma ormai è una certezza: la Jumbo-Visma ha già il velocista del futuro (che intanto vince nel presente).

Mads Pedersen (Trek-Segafredo), 8: L’ex campione del mondo timbra il cartellino e si mostra subito in gran forma. Il danese lascia infatti la corsa da leader della classifica a punti (ma Pogacar avrebbe superato anche lui nelle ultime due tappe) dopo aver indossato anche la maglia di leader per un giorno dopo il suo successo di tappa. Lo scandinavo è pronto a dare battaglia al Giro, unico GT dove non ha ancora vinto, ma ancora prima le strade italiane lo attendono per la Milano-Sanremo, una corsa che ha dichiarato di considerare noiosa, ma che in questo stato di forma potrà provare a vincere, inserendosi nella lista dei favoriti, che saranno tanti e tutti nomi da hall of fame del ciclismo.

Magnus Cort (EF Education-EasyPost), 8: La grande prova della cronosquadre gli regala per un giorno la maglia di leader. Il danese se la gode e si conferma ancora una volta un corridore da non sottovalutare e in grado di sfruttare ogni singola occasione, come aveva già dimostrato alla Volta ao Algarve qualche settimana fa e su queste stesse strade negli anni passati. I suoi  prossimi obiettivi coincidono con quelli del connazionale Pedersen, con una vittoria di tappa al Giro che gli regalerebbe almeno un successo in ogni GT e le tappe adatte alle sue caratteristiche non mancano.

Simon Yates (Team Jayco-AlUla), 7,5: Podio solo sfiorato, ma condizione in crescita. Il britannico non è riuscito a replicare il secondo posto dello scorso anno, ma è comunque tra i protagonisti, soprattutto negli ultimi giorni, sui terreni che preferisce e con un clima soleggiato. Considerati i nomi di chi gli è arrivato davanti e il suo stato di forma, la sua settimana si può considerare più che positiva.

Matteo Jorgenson (Movistar), 7,5: Per la seconda volta in carriera chiude ottavo la Parigi-Nizza, ma stavolta le prospettive sono ben altre. Nel 2021 lo statunitense aveva sfruttato le sue doti da regolarista per chiudere in top 10, mentre stavolta non ha paura di andare all’attacco e nell’ultima tappa sogna il quinto posto, mentre pedala in compagnia di alcuni dei migliori ciclisti al mondo nel gruppo all’inseguimento di Pogacar. Il classe ’99 sarà uno dei corridori da seguire con maggiore interesse in questa stagione.

Tim Merlier (Soudal-QuickStep), 7,5: La scelta di puntare sulle volate pure invece che sulle Classiche sta già pagando. Dopo le vittorie al Tour of Oman e allo UAE Tour, il belga lascia la sua firma anche sulla Parigi-Nizza, vincendo la frazione inaugurale, togliendosi dunque anche la soddisfazione di indossare la maglia di leader. A Fointanebleau finisce fuori dalla top 10, ma poi nella quinta tappa ritrova le gambe e il treno giusto e chiude terzo, alle spalle solo di Kooij e Pedersen.

Gino Mäder Jack Haig (Bahrain Victorious), 7: Stesso voto ad entrambi perché ormai i due lavorano perfettamente in coppia. Ci sono corse in cui lo svizzero lavora per l’australiano e corse in cui succede il contrario, anche se poi alla fine si piazzano sempre entrambi. Stavolta è Mäder a fare meglio e a chiudere quinto, mentre Haig è comunque in top 10, decimo. I due saranno al Giro, ancora in coppia per far impazzire gli avversari, anche se in quel caso dovrebbe esserci anche Damiano Caruso, creando una situazione simile a quella della Vuelta 2021, in cui tutti e tre riuscirono a togliersi soddisfazioni importanti.

Neilson Powless (EF Education-EasyPost), 6,5: Non è mai in lotta con i primi, ma mai nemmeno troppo lontano. Il sesto posto finale è un bel risultato per il corridore americano, che si conferma atleta molto interessante anche per le corse a tappe, soprattutto in una formazione come la EF, che non ne ha molti, ma che sa come metterli nelle giuste condizioni. Ancora una volta ribadisce inoltre il coraggio di correre al di fuori degli schemi, provando anche a smuovere le acque senza necessariamente subire la corrente.

Romain Bardet (Team DSM), 6,5: Il settimo posto non migliora di una virgola la sua carriera, ma non è nemmeno un risultato da buttare. A 32 anni è anche normale non riuscire ad essere sempre al top, ma con la sua esperienza sa come gestirsi e chiude comunque con una buona top 10 finale. La condizione sembra al punto giusto per portarlo poi a brillare sulle Ardenne.

Arnaud Démare (Groupama-FDJ), 6: La settimana di Démare era importante non solo per i risultati, anzi. Dopo gli attacchi di Gaudu, il velocista e lo scaltore francese dovevano dimostrare di poter convivere, in vista del Tour. Ovviamente tra i due chi rischia di restare fuori dalla Grande Boucle è lo sprinter e quindi era lui a dover dare le dimostrazioni più importanti. I risultati in volata non sono arrivati, ma quel lavoro al traguardo volante insieme proprio a Gaudu per togliere secondi a Pogacar sembra lasciare invariate le sue possibilità di convocazione al GT di casa. Adesso, però, c’è bisogno anche di fare risultati, perché due decimi posti come miglior risultato sono un bottino sicuramente troppo esiguo.

Arnaud De Lie (Lotto Dstny), 5,5: Era la sua prima corsa a tappe WorldTour e di certo non è andata come speravano sia lui che il team. Il classe 2002 è arrivato all’appuntamento sulla scia di tanti risultati importanti e il primo successo WorldTour della carriera sembrava ormai maturo. Il giovane velocista belga, però, non è stato aiutato dal team, che spesso (e non solo in questa corsa) fa fatica a portarlo in buona posizione nel finale, rendendo vano anche l’ingaggio di un ultimo uomo fenomenale come Jacopo Guarnieri. Il ventenne, però, aveva abituato a ben altre prestazioni anche in condizioni simili e il solo quinto posto nella tappa inaugurale non basta per dare la sufficienza a questa settimana francese, che per lui si è chiusa con due tappe d’anticipo per evitargli corse troppo impegnative prima dell’inizio di un’intensa campagna di primavera, che culminerà alla Parigi-Roubaix.

Sam Bennett (Bora-hansgrohe), 5,5: Il secondo posto nella tappa inaugurale non basta per fargli ottenere la sufficienza. Lo spunto non è quello dei giorni migliori e si vede, soprattutto all’intero di una spedizione come quella della Bora, che in questa corsa non brilla con nessuno dei suoi uomini.

Daniel Martinez (Ineos Grenadiers), 5: Il colombiano non riesce a rispettare le aspettative. Reduce dal successo alla Volta ao Algarve, il sudamericano va alla deriva salendo verso il Col de la Couillole e lascia a Pavel Sivakov (6,5) il compito di salvare la spedizione della compagina britannica, portando a casa una top 10. Ma il nono posto del francese di origine russa, a oltre quattro minuti dal vincitore senza mai essere protagonista, è davvero troppo poco per una squadra che fino a poco tempo fa dominava le corse a tappe.

Mattias Skjelmose (Trek-Segafredo), sv: Una caduta lo mette fuori causa proprio quando la corsa stava per entrare nel vivo. Nelle prime uscite, a onor del vero, le cose non stavano andando per il meglio, ma è comunque impossibile giudicare la sua prestazione. Il classe 2000 avrà altre occasioni per rifarsi.

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