Pagelle E3 Saxo Classic 2023 – van der Poel, van Aert e Pogacar: tre uomini e che gamba! Cresce la Movistar, il Wolfpack non azzanna più

Wout van Aert (Jumbo-Visma), 10: Stavolta è sua la firma d’autore. Al termine di un’azione con altri due fenomeni come van der Poel e Pogacar, il belga piazza la zampata giusta nella volata finale e conquista Harelbeke per il secondo anno di fila. La scorsa stagione fu una passerella insieme al compagno Christophe Laporte, quest’anno invece deve lottare fino agli ultimi metri, che lo premiano nonostante all’inizio dell’azione sembrava in più in difficoltà tra i tre battistrada. Adesso è tempo di prendersi una Monumento delle pietre.

Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), 9,5: A 80 chilometri dalla conclusione è lui ad accendere la miccia. Il neerlandese prima spacca il gruppo e poi è quello che resiste meglio alle sparate di Pogacar sui muri finali. Alla fine paga gli sforzi e sul traguardo deve arrendersi a van Aert, ma dimostra che la gamba c’è ed è pronta per il Fiandre. Appassionati e addetti ai lavori possono iniziare a preparare i pop-corn.

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 9,5: Un altro nome che è sempre e da sempre garanzia di spettacolo. Lo sloveno attacca sui muri per provare a staccare tutti e non ci riesce, anzi incolla tutti noi alla televisione. Nel finale prova ad anticipare lo sprint perché convinto di partire battuto rispetto agli altri due, ma i suoi attacchi sono infruttuosi. Adesso tornerà al Fiandre con tanta esperienza in più e la voglia di vincere la sua prima corsa sul pavé.

Matteo Jorgenson (Movistar), 9: Oggi tocca a lui l’appellativo di “primo degli umani”. Il classe ’99, infatti, chiude la corsa in quarta posizione, alle spalle solo dei tre fenomeni e staccando tutti gli altri. L’americano sta sorprendendo in questo avvio di stagione e, dopo essersi ben comportato nelle brevi corse a tappe, inizia a diventare un fattore anche sulle pietre, superficie sulla quale prima di questo 2023 aveva smesso di correre dopo aver chiuso la Parigi-Roubaix 2021 col voltastomaco dopo aver involontariamente “mangiato sterco di vacca”. Se è vero che da un diamante non nasce niente e da un letame nascono i fiori, quello è stato il momento in cui si sono piantati i semi di un talento che ora inizia a germogliare

Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck), 8.5: Il danese continua la sua bella campagna di primavera. Dopo essere stato accolto con belle parole da Mathieu van der Poel, l’ex DSM è stato lo scudiero più fidato del neerlandese sia alla Milano-Sanremo che oggi. La vittoria del capitano stavolta non è arrivata, ma per lo scandinavo c’è un’altra top 10 che dimostra alla squadra di avere persino un’alternativa nel caso in cui a van der Poel dovesse capitare una giornata storta.

Matej Mohoric (Bahrain Victorious), 8: Probabilmente è quello che può avere meno rimpianti. L’ultimo a provare a restare con i tre fenomeni è lui, con un bel rientro in discesa tra il Paterberg e il Vecchio Kwaremont. A quel punto un altro attacco di Pogacar lo manda in crisi, ma lui comunque non va alla deriva e resta nel gruppetto inseguitore, chiudendo la corsa al settimo posto. Un risultato che gli dà fiducia nei prossimi giorni, anche perché correndo con questo atteggiamento, prima o poi la vittoria arriva.

Ivan Garcia Cortina (Movistar), 7,5: Eusebio Unzué inizia a raccogliere i frutti del suo investimento. Due anni fa la Movistar aveva ingaggiato lo spagnolo per costruirgli intorno un gruppo da dedicare al pavé. L’ex Bahrain non è mai riuscito a ripagare la fiducia, anche bloccato dal confronto con le classiche vallonate i successi di Alejandro Valverde (ma ovviamente non gli si chiedeva di vincere così tanto). Nel finale della scorsa stagione c’era già stato qualche segnale incoraggiante, che può essere ripreso nella giornata di oggi. Arrivare in top 5 in una corsa con questo podio è un grandissimo. Certo, è arrivato comunque alle spalle di un suo compagno, ma è stata anche la sua presenza nel gruppetto ad agelovare l’azione di Jorgenson.

Stefan Küng (Groupama-FDJ), 7,5: Lo svizzero si conferma uno dei migliori corridori per le Classiche del Nord. Se c’è un momento, a onor del vero molto breve, in cui la vittoria di uno dei primi tre non sembra essere sicura al 100% dietro c’è lui a fare il ritmo. L’illusione dura poco e alla fine si fa scappare anche i due della Movistar, ma chiude con un buon sesto posto, che dà fiducia per le prossime gare, anche perché la Groupama potrà giocarsi più carte.

Valentin Madouas (Groupama FDJ), 7: Eccola l’altra carta della formazione francese. Dopo qualche giornata non al top, il francese è tornato a correre oggi con una discreta prestazione. Lui stesso ha ammesso di non aver voluto forzare troppo, ma il risultato è comunque un ottavo posto che ne rilancia le ambizioni in vista di un Fiandre dove l’anno scorso fu la grande sorpresa.

Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), 7: Una buona notizia e una cattiva notizia. La buona, buonissima notizia è che il piemontese è tagliato per questo tipo di corse, anche quelle più dure. La cattiva è che non ha ancora l’esperienza di cui avrebbe bisogno. Se a Sanremo la corsa aveva seguito il canovaccio atteso, stavolta l’attacco di van der Poel da lontanissimo lo sorprende e quando riesce a rimontare posizioni è ormai troppo tardi. Il decimo posto finale però è un’ottima base da cui ripartire.

Mads Pedersen (Trek-Segafredo), 5,5: A un certo punto la corsa sembrava essersi fatta davvero troppo dura per lui. L’ex campione del mondo, però, non demorde e stringe i denti, provando a ottenere almeno un bel piazzamento. Alla fine però chiude quattordicesimo, battuto anche da Nils Politt nella volata per il tredicesimo posto.

Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroën), 5: Dopo il disastro di Sanremo, anche oggi non brilla. Se non altro, però, stavolta lo si vede almeno provare all’attacco. Tentativo effimero, visto che viene ben presto ripreso e fa fatica poi a rispondere agli scatti. L’inversione di tendenza è sempre più necessaria, ma fatica ad arrivare.

Biniam Girmay (Intermarché-Circus-Wanty), 5: Quando la corsa si fa dura sparisce e non si rivede più, malgrado molti degli altri che erano rimasti sorpresi dai movimenti dei grandi favoriti siano riusciti a rientrare. Le occasioni di rifarsi non mancheranno, ma non sembra avere la forma che lo scorso anno gli permise di rivelarsi al mondo.

Soudal-QuickStep, 4,5: Sembra non esserci più traccia del Wolfpack che dominava le Classiche. La compagine belga, complice sicuramente anche un po’ di sfortuna, continua a rimanere a secco di risultati in questa campagna di primavera. A De Panne era arrivato il podio, non privo di polemiche interne, di Yves Lampaert, che anche oggi è il migliore dei suoi al traguardo con un anonimo sedicesimo posto. Oltre alla mancanza di risultati, però, quello che più colpisce è l’assenza degli uomini del Wolfpack nelle fasi salienti della corsa. Asgreen e Lampaert oggi ci avevano provato a resistere, ma sono stati poi i primi a crollare quando è scoppiata la corsa.

 

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