E3 Saxo Classic 2023, nessuna conseguenza per Van Aert dopo l’intervento in corsa sulla catena: “Saggia decisione, una squalifica avrebbe ucciso il ciclismo”

La E3 Saxo Classic 2023 è stata una corsa memorabile, in un periodo, per il ciclismo, ancora più memorabile. Per più di due ore campioni del calibro di Mathieu van der Poel, Wout van Aert e Tadej Pogačar hanno fatto sfracelli su muri e tratti in pavé, regalando a tifosi e appassionati un pomeriggio entusiasmante. Alla fine, ha vinto Van Aert, che nella volata ristretta finale ha regolato gli altri due. Nell’immediato dopogara, però, non è mancato un “giallo”, che ha lasciato qualche dubbio sull’ufficialità del risultato finale della classica belga. Questo perché il corridore della Jumbo-Visma ha ricevuto, a una ventina di chilometri dall’arrivo, un tipo di assistenza dalla sua ammiraglia, che, a termini di regolamento, non sarebbe consentito.

Il “nodo” risale al momento in cui Van Aert è stato affiancato dalla sua ammiraglia, da cui si è sporto uno dei meccanici. Quest’ultimo è intervenuto, ripreso da una motoripresa della televisione, sulla catena della bicicletta del belga, spargendo del lubrificante, cosa che sarebbe vietata dalle norme di gara: “La lubrificazione delle catene effettuata da un veicolo in movimento è da considerarsi vietata”, il testo in cui la casistica – evidentemente – rientra. La pena? “Eliminazione o squalifica dalla gara”.

Così, nei minuti immediatamente successivi all’arrivo, si è scatenato una sorta di tam-tam inerente alla possibile squalifica di Van Aert, che però non è arrivata: “La giuria ha preso la decisione giusta – le parole del direttore sportivo della Jumbo-Visma, Arthur van Dongen, che era al volante dell’ammiraglia in questione, riportate da CyclingNews – Una squalifica avrebbe ucciso il ciclismo. Wout non ha avuto alcun vantaggio da quell’intervento. Se lo avessimo riportato sugli altri due mettendolo nella scia dell’automobile o cose del genere, la squalifica sarebbe stata giusta. Ma non è stato proprio questo il caso. Sui libri ci sono un sacco di regole, ma penso che le regole vadano interpretate. Bisogna chiedersi se c’è stato un vantaggio e se il fatto è stato importante nella corsa: sì o no? A quel punto si decide cosa fare”.

Van Dongen aggiunge: “Faccio il direttore sportivo da 33 anni, faccio 150 corse all’anno e quell’operazione la vedo fare almeno 100 volte in una stagione. Va bene farci una storia sui social media, ma il ciclismo reale dovrebbe restarne fuori. È una cosa che capita spesso, ma che non si vede di solito in televisione”.

Secondo quel che riporta Sporza, la giuria avrebbe valutato l’accaduto, ritenendo di non dover intervenire. Ci sarebbe stato un confronto fra i commissari, ma la conclusione è stata che Van Aert non ha ricevuto benefici dall’intervento, tanto da non essersi neanche attaccato all’ammiraglia mentre questo avveniva”.

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