Israel Start-Up Nation, Jakob Fuglsang parla di sicurezza: “Penso che ci sia meno rispetto nel gruppo, si corre più vicini e si usano meno i freni per restare davanti”

Jakob Fuglsang lamenta una mancanza di sicurezza e di rispetto all’interno del gruppo. Il 36enne danese, che in questa sessione di CicloMercato ha lasciato l’Astana per trasferirsi alla Israel Start-Up Nation, può essere sicuramente considerato uno dei veterani del plotone, dato che la prossima sarà per lui la 14esima stagione tra i professionisti. In tutti questi anni il ciclismo è cambiato molto, e il vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi 2019 e del Lombardia 2020 ha voluto sottolineare alcuni elementi negativi di questo cambiamento, che a suo avviso hanno portato ad avere più incidenti e gare meno sicure.

Penso che ci sia meno rispetto nel gruppo – ha dichiarato Fuglsang a VeloNews – Non è qualcosa che penso; è vero. Le persone corrono più vicine, usano meno i freni perché vogliono rimanere lì. Ogni piccolo spazio viene utilizzato e tutti vogliono essere davanti. Ho visto molti cambiamenti nei miei anni nel gruppo, ma il più grande è la mancanza di rispetto tra i corridori. Non puoi lasciare un metro di distanza per rimanere al sicuro perché qualcuno si getterà in quel buco“.

Nonostante alcune misure (parecchio contestate) introdotte dall’UCI quest’anno, dunque, per il 36enne danese la responsabilità principale riguardo la sicurezza è dei corridori: “Possiamo parlare di misure di sicurezza, transenne e altre cose, ma noi come corridori abbiamo la più grande responsabilità per la sicurezza. Ci sono più di questi incidenti pericolosi e dobbiamo dire ‘Ok, non vogliamo che sia così'”.

Per l’ormai ex Astana un altro problema riguarda le tante moto in corsa: “Sono in grado di decidere molte gare o se una fuga rimane a distanza o meno. Possono avere un enorme impatto su una gara“, ha sostenuto Fuglsang, che propone alcune soluzioni per arginare il problema: “Potrebbe esserci una regola o un accordo reciproco secondo cui non si segue la moto. Deve essere un accordo tra gentiluomini e rispetto tra i corridori. Non credo si possano avere cartellini gialli e rossi. Puoi anche dire alla moto di non avvicinarsi a più di 25 metri, ma vogliono le loro immagini per le telecamere”.

“Puoi stabilire la regola che la moto può essere sul lato sinistro della strada e tu stai a destra – ha proseguito il danese – Se il gruppo inseguirà la moto da una parte all’altra andremo come un serpente sulla strada. Dipende da noi corridori. Se sapessi che la fuga non lo fa, allora ok, ma se hai in mente che la fuga sfrutta le moto, allora dobbiamo sfruttarle anche noi. Non penso che lo facciano apposta. È solo così”.

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