Israel Start-Up Nation, Daniel Martin: “Ho fatto una Vuelta quasi perfetta. Non vedo l’ora di correre con Froome”

Daniel Martin ha chiuso una Vuelta a España 2020 da grande protagonista. Lo scalatore irlandese si è imposto nella terza frazione con uno splendido sprint in salita, nel quale è riuscito ad avere ragione di Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e Richard Carapaz (Ineos-Grenadiers), i due corridori che poi si sono giocati il successo nella classifica generale. Soprattutto, dopo un paio di anni difficili, è stato in grado di tornare a lottare per un piazzamento importante sulle tre settimane, concludendo con un’ottima quarta posizione, la migliore in carriera in un Grand Tour. A 34 anni già compiuti, non è certo un risultato da buttare via, a maggior ragione dopo il duro lavoro svolto in questi anni.

“Abbiamo iniziato davvero bene nelle prime tappe – ha dichiarato il capitano della Israel Start-Up Nation in un video registrato dalla propria squadra – Sono stato terzo nella prima e nella seconda, poi ho vinto la terza. È stato un inizio incredibile. Ovviamente questo ha sollevato molto il morale di tutti. È stata davvero una bellissima sensazione tornare a vincere, e ha ripagato il team per la fiducia che ha avuto nei miei confronti. Questa fiducia mi permette di dare il massimo in allenamento e in corsa”.

Dan Martin ha poi celebrato il risultato finale, per lui molto importante: “Ovviamente anche il quarto posto in classifica generale è stato un gran risultato, il migliore di sempre per me in un Grand Tour. Ho fatto il mio meglio ogni giorno, quarto era il massimo che potessi ottenere. Ho fatto una corsa quasi perfetta e non avrei potuto cambiare molto, i tre davanti a me erano più forti. È molto bello finire la stagione con un buon risultato, dà molti bei ricordi a tutti. Lo sforzo di tutti è stato incredibile”.

Infine qualche battuta su Chris Froome, che dall’anno prossimo sarà suo compagno di squadra: “Ho provato ad aiutare il team con la mia esperienza e penso che abbiamo fatto un bel salto in avanti quest’anno. Non vedo la mia età come un ostacolo, finché amo lo sport. L’età è solo un numero, mi sento come se fossi diventato professionista l’anno scorso. Sono certo che Chris abbia molto da insegnarmi, soprattutto nei Grand Tour. È il più grande corridore della nostra generazione. Non vedo l’ora di correre con lui. Negli ultimi quattro mesi abbiamo già parlato di come migliorare le cose”.

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