Israel Start-Up Nation, Chris Froome: “Non penso al ritiro. Correre è un privilegio, anche se non dovessi tornare quello di prima”

Chris Froome non ha intenzione di appendere la bici al chiodo. Se il 2021 ha confermato le sue grandi difficoltà e un livello complessivo decisamente lontano da quello che tutti gli conoscevamo, il britannico conferma di voler continuare la sua carriera anche se da più parti si era ventilato potesse decidere di fermarsi visti i risultati non all’altezza del suo palmarès. Un anno di sofferenze e di grandi sacrifici che tuttavia non sono bastati per ritrovarsi, con pochi deboli sprazzi che non lo hanno mai visto realmente competitivo in questa sua prima avventura lontana dalla Sky/Ineos di cui era tra i veterani e di gran lunga il più vittorioso, uomo faro e trascinatore fino al momento del suo terribile incidente al Giro del Delfinato 2019.

Da quel momento un inferno dal quale è riuscito ad uscire, ma senza ancora ritrovare le gioie precedenti. “Non penso al ritiro, la bici è la mia vita“, continua tuttavia a rispondere, confermando passione, dedizione, impegno e spirito di sacrificio che sono qualcosa che per lui va oltre le ambizioni di vittoria, ma rappresentano anche uno stile di vita e un equilibrio necessario al suo benessere generale, anche al di là dell’aspetto sportivo.

“In ospedale dopo l’incidente ho cercato di capire cosa volessi e ora lo so – spiega dunque a Repubblica il corridore da GT più vincente della sua generazione, che ormai vede le nuove leve aver preso prepotentemente il potere con una crescita vertiginosa corrisposta proprio al suo momento di difficoltà, un gap che ormai appare impossibile da colmare – Correre è un privilegio, anche se non dovessi tornare quello di prima“.

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