Giro delle Fiandre 2023, Tom Pidcock alla vigilia: “Chi vincerà? Non lo so… Magari io?”

Alla vigilia di una Monumento c’è sempre grandissima partecipazione al gioco dei pronostici. Il Giro delle Fiandre 2023 non fa eccezione, anche se sembra esserci un terzetto di corridori, quello composto da Wout van Aert, Mathieu van der Poel e Tadej Pogačar, che parte avvantaggiato rispetto al resto del gruppo in chiave vittoria. Dal suddetto gioco non può essere escluso a priori uno come Tom Pidcock, capace di vincere giusto qualche settimana fa la Strade Bianche 2023 con un’azione memorabile. È proprio il corridore della Ineos Grenadiers, con il sorriso sulle labbra, a fare il suo nome per la vittoria della Ronde di domenica 2 aprile.

“Chi vincerà il Fiandre? Non lo so… Magari io? – le parole, scherzose ma chissà fino a che punto, dell’inglese riportate da CyclingNews – Alla Dwars door Vlaanderen di mercoledì le mie gambe non erano malaccio, ma non ero neanche brillantissimo. Ho mancato di poco le posizioni più importanti (Pidcock ha chiuso undicesimondr), ma di solito fatico sempre nella gara di ritorno da un periodo di inattività”.

Il corridore di Leeds guarda ai possibili scenari di domenica: “Quei tre (Van Aert, Van der Poel e Pogačar – ndr) hanno dimostrato di essere al massimo della forma e hanno fatto una grande gara alla E3 Saxo Classic. Credo che tutti si aspettino di vederli davanti al Fiandre. Io voglio riuscire a essere con loro. Ho due alternative: seguirli o non seguirli. Spero che sia la prima”.

“I ‘big 3’ sono quelli a cui si deve prestare maggiore attenzione – aggiunge Pidcock, guardando alla concorrenza – Ma c’è la Movistar che sta andando molto bene in queste classiche, così come la Ef Education. La QuickStep? Non sono davanti come al solito, ma penso che proveranno comunque a prendere il controllo della corsa. Julian Alaphilippe non è al punto in cui mi sarei aspettato che fosse, ma ho visto anche che sta continuando a costruire la sua forma. Io? Rispetto agli altri, sono più leggero e ho meno potenza. Loro hanno questo vantaggio su di me, ma alla fine di una gara così dura, dopo 270 chilometri, la potenza secca è un fattore meno importante. Quindi, dovrò riuscire a resistere fino a quel punto”.

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