Deceuninck-QuickStep, Ian Garrison: “Strano lavorare senza obiettivi, ma è una situazione molto più grande di tutti noi”

Ian Garrison è attualmente negli USA. Il campione nazionale statunitense a cronometro ha deciso infatti di tornare in patria quando la situazione coronavirus in Europa si faceva sempre più seria, decidendo d’accordo con la squadra di lasciare il ritiro greco prima che gli USA chiudessero le frontiere. Nello stato americano della Georgia, dove il neocorridore della Deceuninck – QuickStep vive, non ci sono le restrizioni adottate in tutta Europa, tuttavia il talentino americano avverte un clima diverso, anche perché gli Stati Uniti sono attualmente il paese con più contagiati al mondo. Il classe ’98 ha quindi poi descritto le sue giornate.

“Ora che sono a casa sto passando delle giornate abbastanza normali – ha esordito – Lavorare senza un obiettivo in mente è strano, perché non sappiamo quando torneremo a gareggiare o quali saranno i nostri programmi, ma sono grato di poter andare in bici, perché so che altre persone non possono fare nemmeno questo e sono costrette in casa. È un cambio di mentalità, ma penso di avere abbastanza per poter essere grato”.

Il ventunenne nel ritiro greco stava conoscendo alcuni compagni, ma già prima aveva avuto modo di debuttare con la nuova squadra, notando tutte le differenze nel passaggio al livello World Tour: “Finora mi sono divertito e ho imparato da ogni gara. […] Nelle grandi corse europee c’è maggiore intensità, ma correre per un team di casa negli Stati Uniti è diverso rispetto a correre per la Deceuninck – QuickStep. In un certo senso è anche più facile, perché quando vedono la maglia ti lasciano più spazio e posso muovermi più facilmente in gruppo, ma è comunque molto dura. Difficile descriverla come esperienza, ma c’è una sensazione diversa. Parte di questo è dovuto alla lingua perché non sento sempre voci americane, ma in Europa c’è una sensazione differente, alla quale mi abituerò”.

Non poteva mancare, poi, una riflessione sul coronavirus, che ha portato alla cancellazione di tante corse e sta condizionando questa fase delle nostre vite: “Difficile prevedere il futuro, perché non sappiamo quando riprenderanno le corse. Avendo appena iniziato è un po’ frustrante. Ma le cose capitano e questa è una cosa molto più importante di me e di noi. Non si tratta di avere un problema al ginocchio o qualcosa del genere, in questo siamo tutti insieme ed è un qualcosa che nessuno di noi ha mai vissuto prima, una sfida che l’intero mondo dovrà vincere. È più grande di tutti noi e quindi è un po’ stupido dire che sono frustrato, ma non vedo l’ora di riunirmi ai miei compagni e ricominciare a correre”.

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