CPA, Froome: “In oltre dieci anni da professionista ho visto Bugno per la prima volta pochi giorni fa”

Chris Froome dice la sua sulla terza elezione consecutiva di Gianni Bugno a presidente del CPA. Il portacolori del Team Sky, quattro volte vincitore in carriera del Tour de France e a segno in stagione nel Giro d’Italia 2018, ha concesso una lunga intervista a VeloNews facendosi portavoce delle istanze dei corridori e invocando un sistema più aperto e rappresentativo. Ad innescare le critiche per l’elezione di ieri, per la quale lo sfidante David Millar potrebbe ricorrere in appello, è stato il sistema di voto che ha permesso ai soli corridori presenti ad Innsbruck di esprimere la propria preferenza: “Questa votazione deve risvegliare i corridori – ha spiegato il Keniano Bianco – i ciclisti sono consapevoli di ciò che deve cambiare in futuro”.

Froome è diventato un punto di riferimento per i colleghi in gruppo: “Il CPA se l’è presa perché i corridori hanno parlato pubblicamente e non tra di loro dei problemi, così abbiamo deciso di mettere insieme le voci di alcuni dei corridori più influenti. Sono molto confuso nel leggere le dichiarazioni del presidente dell’UCI David Lappartient, anche se non è colpa sua. Purtroppo, per come sono le cose attualmente, non esiste un’organizzazione che rappresenti davvero i corridori. Non sono mai stato faccia a faccia con Bugno e ho parlato per la prima volta con lui soltanto qualche giorno fa, eppure sono professionista da oltre dieci anni. È una cosa orrenda e dice molto sul CPA. I ciclisti dovrebbero essere informati e aggiornati sulle decisioni che si intendono prendere per cambiare lo sport. Sono rimasto sorpreso nel vedere approvata la ‘Riforma 2020’, perché a nessun corridore è stato mai detto niente di tutto ciò”.

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