Alpecin-Deceuninck, Mathieu Van der Poel ripercorre i suoi momenti chiave del 2023

In attesa della nuova stagione, Mathieu Van der Poel ricorda i momenti salienti del 2023. Questa stagione è stata sicuramente quella dei traguardi storici per il 28enne olandese: dopo aver iniziato l’anno diventando campione del mondo di ciclocross, il nipote e figlio d’arte ha conquistato due classiche monumento, la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix, per poi coronare il tutto con la vittoria in solitaria nella prova in linea dei Mondiali di Glasgow. Dopo un ritiro in Spagna, per preparare al meglio il 2024 cercando di essere ancora una volta protagonista assoluto, il leader della Alpecin – Deceuninck è tornato al ciclocross e sta nuovamente dominando… 

Il primo momento chiave di cui ha parlato ai microfoni dell’emittente belga RTBF è stata la Classicicissima dove, con due imperiosi scatti sul Poggio, ha salutato la compagnia di Tadej Pogačar, Filippo Ganna e Wout Van Aert, ai quali si era accodato seguendo la prima accelerazione dello sloveno, è si è involato verso il traguardo. “Come si spiega che ero l’unico a poterne fare uno ancora? Non so come spiegarlo. Credo proprio di aver avuto le gambe migliori sul Poggio. Già sulla Cipressa avevo buone sensazioni. Penso che anche l’esperienza ha giocato un ruolo importante, era la mia quarta Milano-Sanremo. Dopo qualche anno, in una salita come il Poggio lo senti quello che devi fare”.

Dopo appena tre settimane aver vinto la Classicissima, nell’Inferno del Nord si ripropone l’eterno duello con Wout Van Aert. La gara si decide sull’ultimo tratto di Carrefour de l’Arbre, Van der Poel tocca John Degenkolb, rimane in piedi, Van Aert attacca ma in uscita dal settore fora e spiana la strada all’olandese per conquistare la vittoria. “Avevo ancora buone gambe perché, dopo, ho comunque proseguito da solo fino al traguardo – sottolinea – Non si può dire come sarebbe andata senza la foratura. Penso che avremmo potuto fare uno sprint a due nel velodromo. Io non ho capito che Wout avesse forato. Solo alla fine ho capito che qualcosa non andava nel verso giusto per lui, ma non sapevo che fosse una foratura”.

Arrivato al Tour de France, Mathieu non avendo una condizione ottimale, si mette a completa disposizione del suo velocista Jasper Philipsen, gli tira le volate e permette al belga di vincere quattro tappe: “Sì, mi è piaciuto molto questo ruolo. Lo avevamo già provato a inizio stagione, alla Tirreno-Adriatico. Mi ha seguito bene e gli è piaciuto come lo guidavo. Per questo abbiamo deciso di rifarlo al Tour de France. Ovviamente mi sarebbe piaciuto anche vincere una tappa, ma la seconda settimana sono stato un po’ male, non ero più nel pieno delle forze e ho capito che non dovevo forzare per avere la forma migliore, più tardi, ai mondiali” .

L’ultimo momento importante del 2023 di VDP è stato sicuramente il Mondiale di Glasgow: su un percorso esplosivo e perfettamente adatto alle sue caratteristiche, l’attacco decisivo arriva a poco più di 20 chilometri dal traguardo, ma quattro chilometri più tardi una caduta può compromettere tutto. Il nativo di Kappelen si rialza e si invola verso la maglia iridata, senza impanicarsi. “No, non sono andato nel panico- ricorda – Ho reagito d’istinto, sono risalito velocemente in bici. Non capisco come sono caduto in quel punto, non mi sentivo di correre troppi rischi ma era davvero scivoloso, sono stato fortunato perché non si è rotto nulla sulla bici”. Riguardo la dimostrazione di forza rispetto ai grandi rivali che ha battuto, ricorda proprio quell’ultima settimana alla Grande Boucle: “Difficile saperlo con certezza, ma forse sì, la mia scarsa forma nella seconda parte del Tour de France mi ha permesso di essere migliore ai mondiali”.

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