UAE Tour 2020, necessario un terzo test? Situazione sempre più paradossale…

Continua la paradossale situazione che tiene bloccate tre squadre che hanno partecipato all’UAE Tour 2020. Oltre alla UAE Team Emirates che ha scelto una auto-quarantena, confinate nel proprio hotel ci sono ancora Cofidis, GazpromRusvelo e Groupama – FDJ, che ormai sembrano al limite psicologicamente per una situazione che giustamente fanno fatica a comprendere. Malgrado si cerchi di fare il possibile per passare il tempo, cercando di stare calmi, il nervosismo è inevitabile ed è soprattutto in casa Cofidis che si sono fatte sentire le voci di dissenso, tanto da parte dei corridori che della dirigenza, che non ha esitato a definire “in ostaggio” i propri ragazzi. Bloccati in albergo ormai da giovedì pomeriggio, i quasi cento che ancora non sono potuti rientrare sono stati sottoposti ieri ad un secondo test per accertare che non ci fossero problemi e ormai si aspettavano gli esiti di questi controlli per poter tornare a casa, ma ci sarebbe un nuovo tragicomico risvolto.

Secondo quanto riporta il giornalista RAI Stefano Rizzato, tornato ieri a casa ma chiaramente informato e “sensibile” sull’argomento, infatti, le squadre sono ancora bloccate perché sarebbe necessario effettuare un terzo test per alcuni visto che alcuni test precedenti sono risultati “tecnicamente non riusciti” in quanto era “insufficiente la sostanza dei tamponi nasali”. Tutti i testi sarebbero comunque negativi, come già la Groupama – FDJ aveva fatto sapere ieri in base ai primi risultati ottenuti. Secondo quanto scrive il giornalista della TV di stato, inoltre, alcuni operatori hanno voluto oggi prelevare gli atleti in questione per portarli in ospedale per effettuare i test, con la dirigenza che ha specificatamente richiesto una documentazione ufficiale al riguardo per consentirne il prelievo.

Tra le questioni paradossali, da segnalare che tra i bloccati della Groupama non c’è Bruno Armirail, tra i primi ad avere la febbre del gruppo. Ricoverato in ospedale per quattro giorni visto che aveva avuto qualche linea di febbre, non è stato autorizzato rientrare in albergo, ma gli è stato detto di tornare a casa. Cosa che ovviamente ha fatto e ora è in Francia, contrariamente ai suoi compagni e contrariamente a quello che probabilmente potrebbe apparire logico.

Il ministro dello Sport francese Roxana Maracineanu, che in seguito ad una riunione tecnica ha dato anche conferma che la Parigi – Nizza non è considerata a rischio dal governo transalpino, ha fatto intanto sapere che sta “seguendo l’evoluzione della situazione” e che le squadre francesi dovrebbero comunque poter “fare presto i bagagli” per tornare a casa.

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