Percorso Tour de France 2018, le tappe chiave

Ogni tappa può essere decisiva al Tour de France 2018. Come ogni corsa a tappe, anche la prossima edizione della Grande Boucle sarà una costante di imprevisti e possibile trappole, ma indubbiamente lungo il percorso ci sono tappe dalle quali ci si attende molto di più. Se in un tracciato che prevede 53 GPM repertoriati le salite avranno sicuramente grande importanza, tra le cinque tappe chiave che abbiamo selezionato dell’edizione in programma dal 7 al 29 luglio, c’è spazio anche per altre specialità, che potrebbero rivelarsi altrettando, se non maggiormente, decisive.

All’interno delle 21 tappe che attendono quasi tutto il meglio del ciclismo internazionale abbiamo dunque effettuato una scelta non solamente basandoci sulla durezza della tappa stessa, ma abbiamo provato anche a vederne la collocazione nel percorso complessivo costruito da ASO. Se la Grande Boucle ha storicamente mostrato che anche le tappe apparentemente più innocue possono nascondere insidie e tranelli in grado di sconvolgere la corsa, ci sono tappe che definiscono l’intera corsa ed è attorno a queste che le varie squadre e corridori costruiscono la propria preparazione e tattica.

Tappe chiave Tour de France 2018

Tappa 9,  Domenica 15 luglio:  Arras  – Roubaix (156,5 km)

La tappa più temuta in assoluto dagli uomini di classifica. Praticamente non c’è un metro di pianura, ma quei 21,5 chilometri di pavé fanno paura e potrebbero definire in maniera importante, se non in alcuni casi definitiva, la classifica generale, definendo indubbiamente quelle che saranno le tattiche a venire. La corsa avrà già vissuto in precedenza alcune giornate insidiose e importanti, ma sarà da questo momento in poi che cominceremo davvero a capire chi potrà vincere questo Tour de France 2018. E se al menù aggiungiamo la possibilità che ci siano vento e pioggia, cadute e forature…

 

Tappa 12,  Giovedì 19 luglio: Bourg-Saint-Maurice –  Alpe d’Huez (175,5 km)

Ultima di tre giornate, la tappa che chiude le Alpi è sostanzialmente lo spartiacque di questa edizione. Quella che può iniziare a far cullare un sogno, così come rendere le speranze illusioni. Non una, non due, ma tre salite tra le più famose per un totale di 71 chilometri complessivi di salita in una sola tappa. Sarà una giornata durissima, che arriva dopo altre due frazioni complicate, in cui ci potrebbe già essere stata battaglia, ma che in ogni caso avrà visto i corridori accumulare tanta fatica. I 21 mitici tornanti dell’iconica Alpe d’Huez sono pronti a regalare spettacolo.

 

Tappa 17, Mercoledì 25 luglio: Bagnères-de-Luchon to Saint-Lary-Soulan (65 km)

Una tappa su cui gli organizzatori puntano molto per dare spettacolo sin dal via, appositamente modificato. Non tutti sono convinti che creare delle griglie di partenza possa realmente avere un effetto sulla corsa, ma è chiaro che partire subito così in salita, in ogni caso, potrebbe portare a dinamitare immediatamente la corsa. Sulla scia di quanto succede spesso in questi ultimi anni a Parigi-Nizza e Giro del Delfinato, ASO punta su questa tappa per consolidare una teoria per la quale nella tappa piccola c’è la corsa esplosiva e spettacolare.  I capitani potrebbero ritrovarsi quasi subito isolati, per un confronto diretto, quasi corpo a corpo, che potrebbe sconvolgere la corsa e le dinamiche vissute sino a quel momento.

Tappa 19, Venerdì 27 luglio: Lourdes – Laruns (200,5 km)

L’ultima occasione per gli scalatori. La tappa poteva forse essere più dura di così, ma essendo l’ultimo appello di questo Tour de France 2018, chi sente di avere ancora qualcosa da dare per provare a sovvertire l’ordine costituitosi sino a quel momento, oppure chi ha bisogno di guadagnare ancora prima della crono, dovrà dare tutto, senza accontentarsi. Non si arriverà in salita, quindi la corsa potrebbe essere tatticamente più aperta e imprevedibile, con la possibilità che ci si muova anche da lontano.

Tappa 20, Sabato 28 luglio: Saint-Pée-sur-Nivelle – Espelette, (31 km – crono)

La tappa che tutti avranno in mente, che condizionerà inevitabilmente l’intera tattica di corsa. Qualcuno si sarà difeso consapevole di poter guadagnare, mentre altri avranno attaccato proprio perché nell’ultima vera giornata di corsa rischiano di perdere. Sarà un percorso abbastanza breve, ma ancora una volta molto insidioso, in cui gli specialisti puri non avranno molto spazio per esprimersi. Una giornata che si prospetta estenuante e di difficile gestione, ancor di più quando ci si arriva dopo tre settimane di corsa, quando il corpo ormai è al limite.

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