Tour de France 2023, Christian Prudhomme: “Le crono tendono a paralizzare la corsa. La tappa con 5000 metri di dislivello? Una volta se ne facevano 7000”

Christian Prudhomme difende le scelte di ASO per il percorso del Tour de France 2023. Il direttore della Grande Boucle ha parlato ai nostri microfoni dopo la presentazione del percorso e ha toccato vari temi, dall’attraversamento dei cinque massici francesi  fino ai legami con il passato passando anche alla necessità di collaborare con i sindaci delle varie città. Infine, il classe ’60 ha difeso la scelta, non gradita dalla Jumbo-Visma, di inserire solo una cronometro, e quella di mettere nel percorso anche una tappa con oltre 5000 metri di dislivello (che alcuni corridori, come David Gaudu, hanno rivelato di non aver mai fatto).

Le crono tendono a fossilizzare la corsa, quindi ce n’è effettivamente una sola – ha spiegato ai nostri microfoni –   Ma l’avevamo già fatto in termini di chilometri, ne avevamo fatti meno di 14 nel 2015. Ora ci sono 22 chilometri, che non è detto siano un problema per gli scalatori perché potranno difendersi meglio. La crono da Passy  a Combloux passa soprattutto per la Cote de Domancy, ricordo formidabile di Bernard Hinault nel 1980, ma è anche il futuro, perché sarà parte dei Campionati del Mondo su strada in Alta Savoia del 2027. Sogno un’epoca dove c’è uno scalatore dominatore che non è bravo a cronometro e un passista che è obbligato a difendersi in salita. Questa differenza può tornare, e se torna ci adatteremo, è vero nella vita, ed è vero per gli organizzatori delle corse ciclistiche. La tappa con il dislivello di 5000 metri non è affatto una scommessa, perché venti anni fa si facevano 7000 metri di dislivello. Ovviamente non arriveremo a tanto, ma 5100 metri di dislivello l’abbiamo fatto tre o quattro anni fa”.

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